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Conoscere le denominazioni del cibo: un compendio per tutti – Agrodolce

Quali descrizioni dobbiamo trovare in etichetta quando cerchiamo un prodotto genuino, a chilometro zero o che sia espressione di uno specifico territorio? Come si fa a capire quali siano le reali caratteristiche di un alimento quando ci troviamo di fronte a tutte quelle diverse definizioni che richiamano una, più o meno vaga, tipicità? Tradizionale, tipico, artigianale, caratteristico, nostrano e casalingo sono solo alcune delle diciture che spesso troviamo su quei prodotti proposti come espressione dell’eccellenza enogastronomica italiana e che, al momento dell’acquisto, ci confondo le idee.

Anche se ci possono sembrare equivalenti, ognuno di questi termini ha un significato differente e, soprattutto, deve essere utilizzato rispettando delle regole ben precise: quelle che il legislatore ha imposto a tutela dei consumatori. Per aumentare le possibilità di vendita presso un pubblico più consapevole e attento, può infatti succedere che alcune di queste definizioni vengano usate a scopo commerciale e pertanto in modo non sempre corretto.

Ma allora come facciamo a orientarci all’interno di questa selva di aggettivi ed essere sicuri di quello che compriamo? Per avere qualche strumento in più e acquistare consapevolmente, facciamo chiarezza sulle principali terminologie e sul loro significato.

Tradizionale

Il termine tradizionale definisce un alimento frutto di un processo produttivo rimasto invariato nel corso del tempo, i cui passaggi costituiscono una caratteristica di riconoscibilità per il prodotto finale. Attenzione: tradizionale non è sinonimo di tipico. Il processo produttivo può essere infatti realizzato (e garantito come affidabile) anche fuori dal territorio di origine.

Tuttavia, questa dicitura è spesso presente sui prodotti made in Italy e si tratta di una delle prime a essere stata riconosciuta in modo ufficiale nel 1998 con l’istituzione del registro dei P.A.T. (Prodotti Agroalimentari Tradizionali).

Artigianale

Il termine artigianale indica un prodotto la cui lavorazione viene fatta in modo parzialmente o completamente manuale. La definizione descrive un procedimento produttivo in cui la presenza di eventuali imperfezioni o variazioni assume un valore positivo, diventa un carattere di unicità dovuto all’irripetibilità della creazione umana. Dato che nulla impedisce di realizzare manualmente prodotti innovativi o provenienti da altre culture e territori,  un prodotto artigianale non deve necessariamente essere anche tradizionale o tipico,

Locale

Frutta e verdura in una cesta

Il termine locale indica un prodotto realizzato, commercializzato e consumato nella zona di produzione. In questa categoria possono rientrare prodotti agroalimentari di ogni genere, dall’ortofrutta ai prodotti trasformati. In questo caso, la definizione descrive esclusivamente il legame tra luogo di produzione e di consumo e non include alcuna altra caratteristica (come la tradizionalità, la tipicità o la stagionalità).

Contrariamente a quanto a volte venga suggerito, una produzione locale non implica né una maggiore qualità del prodotto né un legame con colture tradizionali o storicità d’uso nella comunità di riferimento.

Nostrano

Verdura e frutta

Il termine nostrano costituisce poco più che un attributo commerciale. Descrive infatti una vaga appartenenza ad un territorio non bene identificato e soltanto richiamato come suggestione. Il termine non rimanda a caratteristiche reali e a zone di territorio precisa ma richiama un concetto di genuinità legata alle produzioni locali del tutto astratto.

I prodotti che utilizzano in etichetta questa definizione in genere non possono fregiarsi di altro tipo di certificazioni di qualità e quindi provano ad acquisire maggiore appeal presso i consumatori in questo modo.

Tipico

Il termine tipico è l’aggettivo più ambito e ricercato dal consumatore. Usato quasi ovunque (a volte anche a sproposito), racchiude in sé molte delle caratteristiche già menzionate nelle altre definizioni. Il prodotto tipico infatti è tradizionale, artigianale e locale. Per essere definito tipico, ad esempio, un prodotto deve essere storicamente collegato ad un territorio, trasformato sul posto con risorse locali o utilizzato all’interno della tradizione enogastronomica del territorio di produzione.

Tuttavia, un prodotto tipico non è solo questo. Nell’immaginario degli utenti, il prodotto tipico è anche genuino e senza conservanti, prodotto con materie prime a chilometro zero, realizzato con metodi artigianali basati su una ricetta tradizionale e acquistabile principalmente nel luogo di produzione. 

Quali sono i prodotti tipici più noti?

Fare un elenco preciso, dettagliato e completo di tutti i prodotti tipici italiani è davvero difficile. Grazie alla particolare conformazione geografica, l’Italia può infatti vantare un panorama davvero ricchissimo di prodotti tipici: produzioni agroalimentari, prodotti trasformati, ricette e preparazioni tradizionali che fanno dell’enogastronomia del nostro Paese una delle più apprezzate al mondo.

Tra i prodotti tipici più noti ci sono ad esempio: il Pesto Genovese, la Pasta di Gragnano, la Mozzarella di Bufala Campana, il Pecorino Sardo, i Pomodorini di Pachino, il Gambero Rosso di Mazzara.

Da non tralasciare il settore vinicolo, che può vantare delle eccellenze apprezzate a livello mondiale, come il Chianti Classico e il Brunello di Montalcino.

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