“Non devo restituire nessuna tessera” del Pd “perché non ce l’ho. Ma se dovessi uscire non andrei in un altro gruppo. Non sarebbe giusto. Sono stato eletto come capolista in un collegio plurinominale nella lista del Pd. So che in molti nella scorsa legislatura hanno cambiato gruppo ma non mi sembrerebbe giusto. A quel punto mi dimetterei da senatore”. Lo afferma in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ l’economista Carlo Cottarelli, senatore del Pd.
Il Pd ha bisogno di un’identità chiara
Cottarelli riconosce come “non è chiarissimo quello che avverrà, bisognerà vedere sulle decisioni concrete quali posizioni vorrà prendere la nuova segreteria. C’è un punto nella mozione Schlein che mi trova d’accordo e che ritengo fondamentale. È lì dove si sostiene che si debba dare un’identità meglio leggibile dagli elettori. E questo è giusto perché effettivamente l’identità del partito democratico non è chiarissima”.
Il Pd chiarisca il tema delle alleanze
“Come tendenza il Pd andrà più verso i Cinque stelle o verso il Terzo Polo? Questo deve essere chiarito prima o poi” aggiunge Cottarelli che si dice “non d’accordo con Boccia’ , nuovo capogruppo al Senato, che ha detto che si deve guardare ai 5 Stelle perché con Renzi è difficile fare un’alleanza. Fra i temi su cui l’economista si sente distante dalla nuova segretaria Schlein c’è “il tema dei termovalorizzatori ad esempio. Ma anche quello del completo rigetto da parte di Schlein del nucleare, perché secondo me non si deve completamente chiudere la porta a questa soluzione, quanto meno in termini di ricerca”.
Cottarelli: aspetto di vedere cosa accada e poi deciderò
Inoltre, spiega “nel programma di Schlein c’è la riduzione delle classi e l’aumento degli insegnanti, che è una tesi molto Cinque stelle. C’è invece bisogno di pagare meglio gli insegnanti, quello sì che è un tema, ma noi non abbiamo bisogno di più insegnanti”. “Per adesso aspetto di vedere che cosa accadrà e poi – conclude – trarrò le conseguenze”.