Gerusalemme, 28 gen – A stretto giro di posta, la città di Gerusalemme è stata scossa da due attentati, che hanno causato sette morti e diversi feriti. Nella serata di ieri, un giovane palestinese è entrato nella sinagoga Neve Yaakove e ha aperto il fuoco sui presenti, uccidendo sette persone. Questa mattina, invece, un altro palestinese ha ferito in modo grave due cittadini israeliani nella città di David, a Gerusalemme Est. Una lunga scia di sangue che ha macchiato il centro religioso dell’ebraismo.
Doppio attentato a Gerusalemme
Iera sera, in una sinagoga situata nella zona orientale di Gerusalemme, i fedeli si erano riuniti in preghiera per celebrare l’inizio dello Shabbat. A un certo punto ha fatto irruzione nel tempio un ragazzo armato, che ha esploso vari colpi contro la folla, inseguendo anche quelli che stavano provando a fuggire. Il bilancio finale è di sette morti e dieci feriti. L’attentatore è un 21enne palestinese, ma con documento d’identità israeliano, che si è poi allontanato in macchina dal luogo del delitto. Intercettato dalla polizia, il giovane è stato ucciso durante lo scontro a fuoco con gli agenti. Secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth, l’autore dell’attentato apparteneva alle Brigate dei martiri di Al-Aqsa e risiedeva nel campo profughi di Shuafat. Le forze dell’ordine hanno quindi arrestato 42 persone sospettate di essere collegate al misfatto.
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Questa mattina, invece, al sito archeologico Città di David un 13enne palestinese ha aperto il fuoco su alcuni visitatori. Sono rimasti feriti due cittadini israeliani, padre e figlio, rispettivamente di 22 e 45 anni. Il giovanissimo attentatore è rimasto ferito dai colpi sparati da alcuni civili armati, per poi essere tratto in arresto dalle forze dell’ordine. «Israele agirà con determinazione e compostezza, invito il pubblico a non farsi giustizia da solo», ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Gabriele Costa
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