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I ragazzi del Giordano Bruno riempiono di spontaneità e freschezza le “Stanze vuote” di Rina Gatti – Vivo Umbria

PERUGIA – Raro vedere tanta saggezza in così tanta freschezza. E, soprattutto, con così grande credibilità. Sono le alchimie del teatro, quelle che ti mettono a contatto stretto e capaci di abbattere la barriera fra palcoscenico e platea. Ieri sera, 30 marzo, questa magia ha pervaso il Morlacchi di Perugia che ha riempito di calore le “Stanze vuote” immaginate, vissute, descritte, raccontate da Rina Gatti, la scrittrice contadina.

E’ stata Caterina Fiocchetti, giovane attrice e regista davvero di spessore, a prendere in mano questo libro-testo per farne la trasposizione in copione con l’intento di condividerlo, facendoglielo vivere, assieme ai giovanissimi attori-alunni dell’I.I.S. “Giordano Bruno di Perugia”.

Parlavamo di saggezza. In quanto tale non ha età. Così, la trasposizione ai giorni nostri pervasi dai cellulari che vorrebbero avvicinarci ma spesso ci allontanano da tempi fisiologici, naturali, necessari, ha consentito di tornare indietro nel tempo. Meglio, ai tempi della generazione contadina che in casa aveva poche stanze e molti letti che talvolta, per le malattie che colpivano inesorabilmente i bambini, si svuotavano drammaticamente. Su tutto, i momenti che segnano l’adolescenza, non importanza se da sottofondo come colonna sonora della giovinezza c’è il rap o la mazurka, una piattaforma virtuale o una pista da balera. E davvero buono è stato il ritmo nelle entrate in scena, la padronanza della propria battuta, l’orgoglio visibile di essere su un palco così importante e la sensazione di aver capito profondamente Rina. Da brivido il riferimento alla guerra, così esplicita da sembrare una news che ti arriva in chat. Così come la non colmata parità sociale dei sessi che talvolta, in alcune battute, imbarazza nel sentirsi così uguali a ieri nonostante sia oggi. Dentro l’armadio che impera imponente sulla scena, qualche “scheletro” ma soprattutto tanta memoria. Insomma, bravi. Tutti.

Ecco chi sono: Alexandra Hani Bani, Giulia Boldrini, Nisrin Boubia, Melissa Cipiciani, Giulia Checcarelli, Jasmine Cherik, Giulia Falcetti, Miriam Fiorucci, Monica Galli, Veronica Gervasi, ngelicaManassei, Alessia Minestrini, Sara Maurino, Elena Onuegbu, Chiara Papaianni, Letizia Pauselli, Eleonora Pepe, Virginia Rodolico, Martina Rossi, Jessica Sallaku, Sofia Sassoli, Giulia Sportoletti, Nicole Sposini, Federico Tosti e Giulia Valocchia. Al coordinamento Daniela Caravaggi. Allestimento luci e audio L.D.M. Service Marscian. Media partener Promovideo Perugia.

Annotazioni a margine, ma non troppo. La prima riguarda Giovanni Paoletti, il figlio di Rina. Commuovono la sua devozione e affetto per la madre perché intrise di gratitudine e, soprattutto, di stima. Forse, quest’ultimo, un sentimento che si ritiene non così necessario tant’è forte di per sé il legame di natura; ma, invece, a pensarci bene, è bellissimo, se c’è.  Sul palco, nel presentare questa pièce assieme alla direttrice scolastica Anna Bigozzi  e all’insegnate di riferimento di Lettere Daniela Caravaggi del Giordano Bruno Giovanni, Giovanni aveva gli occhi pieni di cose. E si vedevano da lontano.

Giovanni Paoletti con la direttrice scolastico del Giordano Bruno, Anna Bigozzi (a destra),  e la coordinatrice Daniela Caravaggi

La seconda: lo spettacolo che ieri è stato regalato alla città di Perugia, ora andrà nelle scuole. Lunedì al Giordano Bruno perché possa essere condiviso da tutti i ragazzi dell’Istituto e, poi a Deruta, omnicompresivo Mameli Magnini.

La terza: il senso di continuità che un messaggio educativo potente porta con sé al di là del tempo. Al termine dello spettacolo, Giovanni Paoletti ha infatti chiamato i protagonisti del primo allestimento di “Stanze vuote” avvenuto nel 2006, portato anche all’estero, a Tubingen, sempre con gli alunni di allora del Giordano Bruno, che erano diretti da Oliver Page, anche lui presente ieri al Morlacchi.

Anche Oliver Page ieri sul palco del Morlacchi, è stato lui il regista del primo allestimento nel 2006 di Stanze vuote

Tutti sul palco. Insieme. Uniti da un grande applauso con dentro ancora l’eco delle parole, semplici e spontanee, di Rina.

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