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La missione della portaerei italiana Cavour nell'Indo-Pacifico

Prosegue, e anzi si amplia, l’impegno delle potenze europee nell’Indo-Pacifico. In Europa la Nato sta serrando i ranghi per mostrarsi compatta contro l’offensiva russa in Ucraina, mentre dall’altra parte del mondo gli Stati Uniti e i loro partner cercano sempre di più di coordinarsi per contenere l’ascesa della Cina.

Se l’avvicinamento tra Corea del Sud e Giappone rappresenta un primo pilastro fondamentale nella strategia immaginata da Washington, il contributo dei Paesi dell’Ue alla FOIP, la Free and Open Indo-Pacific Stretegy proposta da Tokyo per portare ordine in una regione particolarmente turbolenta, è il secondo, imprescindibile, pilastro.

Ebbene, anche l’Italia sarà in prima fila nel Pacifico. Come ha sottolineato il quotidiano Libero, tra alcuni mesi è in programma un’importante missione della squadra della portaerei Cavour in Estremo Oriente.

L’Italia nell’Indo-Pacifico

Il sottocapo di Stato Maggiore della Marina italiana, ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, è intervenuto ad un convegno all’Università Cattolica di Milano spiegando che, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, la Marina italiana invierà una squadra portaerei nell’Indo-Pacifico per operare con gli alleati.

“Navigherà fino al Giappone, prendendo poi la via del ritorno. La formazione comprenderà la portaerei Cavour e il naviglio di scorta, cioè un cacciatorpediniere, una fregata e un rifornitore di squadra”, ha affermato Bergotto.

La suddetta missione sarà preceduta dall’invio nel Pacifico del pattugliatore d’altura Morosini, che compirà una crociera addestrativa di 4 mesi. In ogni caso, la presenza della Cavour porterà in dote i nuovi caccia F-35 in una missione strettamente connessa alla mitigazione della Cina, desiderosa di instaurare nuove relazioni con i Paesi dell’area indopacifica.

Il blocco occidentale è inoltre preoccupato dei movimenti cinesi nella regione, dove Pechino può far leva su una forte presenza nel Mar Cinese Meridionale e, decisamente più ad ovest, su una base a Gibuti, non distante da una base Usa e dallo sbocco del Mar Rosso.

Non sappiamo tuttavia ancora quando partirà la portaerei italiana, anche se dovrebbe farlo verso la fine del 2023. L’intenzione dovrebbe essere quella di organizzare la logistica, e quindi la partenza del mezzo, senza che possa essere lasciato sguarnito il Mediterraneo, e dunque attendendo prima l’operatività della portaelicotteri da sbarco Trieste.

L’Ue nell’Indo-Pacifico

È vero che l’Indo-Pacifico è il ring della sfida tra Usa e Cina, ma è impossibile analizzarne il peso specifico senza parlare dell’Unione europea. Anche perché quest’area è responsabile del 60% del pil globale e di due terzi della crescita globale. È inoltre la seconda destinazione delle esportazioni dell’Ue e ospita quattro dei dieci principali partner commerciali di Bruxelles. Le destabilizzazioni regionali mettono insomma a rischio affari e commercio di tutti, Europa e Italia comprese.

In campo militare, in passato l’Ue aveva sempre delegato i temi della difesa e della sicurezza dell’Indo-Pacifico agli Stati Uniti. In seguito all’avvento di Xi Jinping alla presidenza cinese sono invece aumentate le esercitazioni militari congiunte tra le potenze europee e i vari partner locali con la regia statunitense. In tutto questo, la presenza italiana nell’Indo-Pacifico ribadisce la volontà di Roma di cooperare con gli alleati già impegnati in loco.

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