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La Russia spinge per Xi al Cremlino nel 2023. Pechino frena

I preparativi sarebbero iniziati con largo anticipo. Non c’è ancora una data precisa per il probabile viaggio di Xi Jinping in Russia – forse a primavera – ma sappiamo che il presidente cinese sarà quasi sicuramente ospite di Vladimir Putin nel corso del 2023.

L’ex ministro cinese Wang Yi, adesso promosso al ruolo di diplomatico di più alto rango del Paese, nonché capo dell’Ufficio della Commissione del Comitato centrale del Pcc in materia di politica estera, farà tappa a Mosca il prossimo 20 febbraio. Per il quotidiano russo Vedemosti ci sono pochi dubbi: quella di Wang è una missione esplorativa per sondare il terreno e organizzare il programma della futura trasferta di Xi. Pare addirittura che l’alto funzionario cinese possa incontrare Putin, a conferma dell’importanza dell’ospite.

Nel frattempo, il ministero degli Esteri russo ha annunciato la visita di Xi Jinping in Russia senza però, come detto, specificare una data precisa. Come ha affermato il dicastero in un documento sui risultati della diplomazia di Mosca per il 2022 e le prospettive per l’anno corrente, questa visita sarà “l’evento chiave nelle relazioni tra Mosca e Pechino nel 2023″. Il ministero ha inoltre sottolineato che lo scorso anno, la Russia e la Cina “sono riuscite a coordinare le loro attività di politica estera al fine di mantenere la pace e la stabilità globale”, e hanno registrato una crescita significativa della cooperazione in ambito economico. “Ci impegniamo per portare le relazioni tra Russia e Cina a un livello più alto per il progresso bilaterale e per il beneficio reciproco dei nostri popoli”, ha concluso la nota.

Dalla Cina, però, attualmente nessuno intende confermare o smentire la notizia della possibile visita di Xi in Russia. “Al momento non ho informazioni che posso condividere”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning. “Cina e Russia mantengono una stretta cooperazione a vari livelli per promuovere lo sviluppo delle relazioni bilaterali e contribuire al mantenimento della pace e dello sviluppo nel mondo”, ha tagliato corto Mao.



Un incontro strategico

Per quale motivo Pechino continua ad intrattenere le relazioni con Mosca, al netto di eventuali riserve e dubbi che starebbero iniziando ad affiorare all’ombra della Città Proibita? Per rispondere in una parola: necessità. Non tanto – o almeno non solo – geopolitica, quanto piuttosto necessità energetica.

Nell’immediato, infatti, i cittadini cinesi che vivono in zone più remote del Paese devono fare i conti con le gelide condizioni invernali a causa di una “carenza artificiale” di gas naturale. Come ha sottolineato il South China Morning Post, le interruzioni di gas e le restrizioni agli acquisti nel nord della Cina hanno lasciato numerosi residenti senza riscaldamento in condizioni proibitive.

Mentre le autorità governative locali non sono riuscite a effettuare ordini sufficienti dai fornitori di gas per soddisfare la domanda, la soluzione più logica per il Dragone consiste nell’incrementare le importazioni della preziosa risorsa dalla Russia, con il Cremlino che dal canto suo sarebbe ben lieto di fornire un simile aiuto.

Secondo i dati della società di servizi finanziari spagnola BBVA, l’offerta totale di gas naturale in Cina ha raggiunto i 301,8 miliardi di metri cubi, tra produzione e importazione, tra gennaio e ottobre dello scorso anno. Nello stesso lasso di tempo domanda ha invece toccato quota 299,9 miliardi di metri cubi.

Le mosse di Xi

Certo è che la notizia del faccia a faccia Xi-Putin è arrivata proprio mentre il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, si stava preparando ad incontrare le sue controparti cinesi a Pechino.

Ricordiamo, inoltre, che la Cina è stata il principale partner commerciale della Russia per più di un decennio, e che le sanzioni occidentali contro Mosca hanno visto il loro volume commerciale salire alle stelle. Con l’avvicinarsi dell’anniversario della guerra in Ucraina, il prossimo 24 febbraio, la Russia è il più grande fornitore di petrolio della Cina, il secondo più grande fornitore di gasdotto e il quarto più grande fornitore di gas naturale liquefatto.

Intanto Xi continua a giocare su più tavoli. Da un lato, il leader cinese è attento a non allontanarsi troppo da Putin, consapevole che Mosca rappresenta un’importante assicurazione energetica sull’imminente futuro di Pechino. Dall’altro non chiude la porta in faccia a Washington e continua a tendere la mano all’Europa e ai Paesi in via di sviluppo.

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