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L'abbattimento del pallone-spia cinese è un rischio per Taiwan

L’abbattimento del presunto pallone spia cinese deciso da Joe Biden potrebbe rivelarsi un inaspettato boomerang. La Cina ha infatti minacciato Washington di rispondere con “un’azione risoluta”, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli in merito.

Nel piccato comunicato diffuso dal ministero degli Esteri cinese la mossa statunitense è stata definita una “reazione eccessiva” nonché una “grave violazione della pratica internazionale”. Nell’ultima parte della nota troviamo tuttavia il messaggio più rilevante: “La Cina salvaguarderà risolutamente i diritti e gli interessi legittimi della società interessata e si riserva il diritto di fornire ulteriori risposte se necessario”.

Impossibile prevedere cosa potrà accadere da qui alle prossime settimane. Non è da escludere, hanno ipotizzato vari analisti della Difesa Usa, che la risposta cinese possa concretizzarsi in “ulteriori provocazioni“.

James Anderson, un ex funzionario della Difesa statunitense dell’amministrazione Trump, ha ad esempio dichiarato a Fox News che Pechino continuerà a sostenere che gli Stati Uniti hanno “reagito in modo eccessivo” e potrebbe anche impegnarsi “in ulteriori provocazioni contro gli interessi degli Stati Uniti nei giorni a venire”.



Le possibili conseguenze

Anderson ha sollevato un’ipotesi improbabile, se non impossibile, ma altamente d’impatto. A detta dell’ex funzionario Usa, non dovrebbe essere escluso a priori il fatto che la Cina possa interferire in qualche modo nel recupero dei detriti del pallone abbattuto.

“È possibile, anche se si spera certamente improbabile, che nei prossimi giorni una o più navi marittime dirette dall’Esercito Popolare di Liberazione cerchino di interferire con lo sforzo di recupero dei detriti del pallone situati nelle acque territoriali degli Stati Uniti”, ha affermato, aggiungendo un chiaro ammonimento. “Se ciò dovesse accadere, le navi da guerra statunitensi sarebbero pienamente giustificate nel fornire a tali intrusi biglietti di sola andata per il fondo dell’oceano”, ha concluso.

Al netto delle parole colorite di Anderson, ci sono tuttavia altre due prospettive da analizzare. La prima riguarda la politica interna Usa: Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati invitati dai leader repubblicani a dimettersi a causa della gestione dell’intera vicenda. Gli oppositori politici da una parte, la minaccia cinese dall’altra: il presidente dem è sempre più sotto pressione.

La questione di Taiwan

Arriviamo così al secondo aspetto da considerare. Heino Klink, ex vice segretario alla Difesa Usa per l’Asia orientale, ha ipotizzato che la Cina probabilmente continuerà ad accusare gli Stati Uniti per aver abbattuto il pallone. Non solo: Pechino potrebbe fare leva sull’abbattimento del pallone aerostatico per giustificare eventuali incursioni nello spazio aereo di Taiwan o, peggio ancora, per abbattere velivoli rivali che dovessero transitare sopra le acque caldissime del Mar Cinese Meridionale.

Tutto questo andrebbe ovviamente a scatenare più di una semplice reazione diplomatica americana, con ripercussioni difficilmente prevedibili. Detto altrimenti, per Pechino potrebbe valere lo stesso principio adottato dagli Stati Uniti nei confronti di quello che il governo cinese riteneva essere un innocuo dirigibile impiegato per effettuare rilevazioni meteorologiche: se un ospite non desiderato dovesse transitare in una delle numerose aree contese situate tra la Cina e Taiwan, sarebbe legittimo, per il Dragone, provvedere con il suo abbattimento.

Certo, sono tutte ipotesi. Ma la sensazione è che la vicenda del pallone-spia avrà nuove e ulteriori ripercussioni nel già teso rapporto tra Usa e Cina.

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