meloni-alla-cgil:-“no-al-salario-minimo.-il-reddito-di-cittadinanza?-impoverisce-i-giovani”

Meloni alla Cgil: “No al salario minimo. Il reddito di cittadinanza? Impoverisce i giovani”

(ilfattoquotidiano.it) – La difesa della riforma del fisco, il no netto al salario minimo e al reddito di cittadinanza. Ma anche la condanna all’assalto di estrema destra alla sede del sindacato. Giorgia Meloni si è presentata davanti alla platea della Cgil rivendicano la sua scelta di accettare l’invito nonostante il rischio di contestazioni. “Mi sento fischiata da quando ho 16 anni”, ha detto. “Potrei dire che sono Cavaliere al merito su questo”. Al suo arrivo, un gruppo di minoranza l’ha fischiata ed è uscito dalla sala con il pugno alzato e cantando “bella ciao”. All’esterno avevano protestato con striscioni e lanciando peluche. “Grazie anche a chi mi contesta”, ha detto. E ha anche citato uno dei cartelli con la frase usata da Chiara Ferragni durante il Festival di Sanremo: “Ho letto gli slogan efficaci dalle agenzie: pensati sgradita. Slogan efficace, anche se non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica”.

Quindi ha esordito difendendo la riforma fiscale appena approvata dal governo. “Per far crescere l’occupazione bisogna far ripartire l’economia, liberare le energie migliori dell’Italia. È la base della riforma fiscale che il Cdm ha approvato ieri con un legge delega, frettolosamente bocciata da alcuni”, ha esordito. “Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l’efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l’evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente. Vogliamo usare la leva fiscale come strumento di crescita economica, una riforma che guarda con molta attenzione al lavoro, con interventi sui redditi medio bassi e novità per i dipendenti”.

La premier ha quindi detto di aver letto la relazione di Landini al quale ha fatto i complimenti “per la sua tempra” visto che “ha parlato due ore senza mai prendere neanche un bicchiere d’acqua”, “confesso che io non ne sarei mai stata capace”. E ha osservato: “Dicono che la Cgil non sia una sindacato d’opposizione figuriamoci se lo fosse visto che in due ore di relazione non ho trovato nulla di quello che ha fatto il governo. Partiamo da un dato e cioè che l’Italia fa registrate un tasso di disoccupazione del 58,2%, un gap che continua ad aumentare. La situazione peggiora se si considera quella femminile che registra 14 punti in meno”, ha detto. “I salari sono bloccati da 30 anni – prosegue – dato scioccante perché l’Italia ha salari più bassi di prima del ’90 quando non c’erano ancora i telefonini. In Germania e Francia sono saliti anche del 30%. Significa che le soluzioni individuate sinora non sono andate bene e che bisogna immaginare una strada nuova che è quella di puntare tutto sulla crescita economica”.

A proposito di salari, Meloni ha ribadito il suo “no”, ma “sì all’estensione della contrattazione collettiva“, ha detto. La premier ha rivendicato che il suo governo ha voluto dare un segnale destinando “300 milioni di euro per un più significativo stipendio per i lavoratori della scuola”, senza contare l’intenzione di “innalzare le pensioni più basse e di tagliare di 2 punti percentuali il cuneo fiscale che il governo precedente aveva immaginato finisse quest’anno”. “Vogliamo retribuzioni adeguate, ma voglio ribadire che per raggiungere questo obiettivo il salario minimo legale non è la strada più efficace perché la fissazione per legge di questo non sarà una tutela aggiuntiva, rispetto a quella della contrattazione collettiva, ma potrebbe diventare sostitutiva, facendo un favore alle grandi concentrazioni economiche. La soluzione, a mio avviso, invece è stendere contratti collettivi a vari settori e intervenire per ridurre il carico fiscale sul lavoro”.

Il no è stato anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza: “Ha fallito gli obiettivi per cui era nato perché a monte c’è un errore: mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva lavorare, mettendo insieme politiche sociali e politiche attive del lavoro”. Noi, ha detto Meloni, “vogliamo tutelare chi non è in grado di lavorare, chi ha perso il lavoro, gli invalidi ecc. ma per chi può lavorare la soluzione è creare posti di lavoro, inserire queste persone in corsi di formazione anche retribuiti”. Perché, ha scandito, la povertà non si abolisce per decreto.

Meloni ha poi parlato della crisi demografica e di cosa ha in mente in proposito il governo: “Stiamo affrontando la glaciazione demografica, per affrontare questo problema, penso che la sfida sia quella di un piano economico e culturale, imponente, per rilanciare la centralità della famiglia”. L’obiettivo è partire “dal sostegno al lavoro femminile, agli incentivi a chi assume donne e neo mamme, con strumenti di conciliazione casa-lavoro e una tassazione che torni a tenere conto alla composizione del nucleo familiare”. Solo due giorni fa, durante il primo in confronto in Parlamento con la neo segretaria Pd, proprio Meloni aveva aperto alla proposta dem del congedo parentale paritario di tre mesi.

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *