Roma, 18 mar – Pur essendo il più grosso esportatore di idrocarburi del Mediterraneo, l’Egitto sta attraversando una seria crisi economica e questo perché le entrate legate al turismo e all’esportazione di gas sono di gran lunga inferiori alle spese per importare derrate alimentari e altri prodotti che il Paese nordafricano non riesce a produrre. Il governo ha cercato di aumentare la produzione di riso e grano e di raggiungere l’autosufficienza alimentare, ma questi sforzi hanno dato scarsi risultati poiché nel frattempo la popolazione sta crescendo in maniera esponenziale.

Egitto, quando il boom demografico è un grosso problema

Al momento in Egitto vivono 104 milioni di persone, tuttavia se i tassi di natalità rimarranno invariati il numero di abitanti salirà a 120 milioni nel 2030 e a 160 milioni nel 2050. Il rischio di conseguenza è aumenti ulteriormente la povertà, dovendo redistribuire le risorse tra un numero sempre più elevato di persone. Un boom demografico che potrebbe generare diverse problematiche anche relative alla sicurezza alimentare.

Recentemente la Banca Mondiale ha cercato di quantificare i costi di questo boom demografico e i guadagni che deriverebbero dall’adozione di politiche di pianificazione familiare. I risultati son piuttosto interessanti. Gli esperti della Banca Mondiale hanno infatti calcolato che se il tasso di fertilità calasse dall’attuale 2,9 a 2,1 figli per donna, in dieci anni l’economia egiziana avrebbe un guadagno del Pil di circa 18,8 miliardi di dollari e un risparmio nelle spese sanitarie, per l’istruzione e per le abitazioni di 867 milioni di dollari.

La stessa Banca Mondiale fa poi presente la necessità di introdurre politiche per limitare l’abbandono scolastico, fenomeno particolarmente rilevante nelle zone rurali egiziane, aumentare l’occupazione femminile, elevare l’età media dei matrimoni e adottare politiche di pianificazione familiare. Il governo de Il Cairo ha dichiarato di accettare i suggerimenti fatti dalla Banca Mondiale e di volersi impegnare in tal senso. Al solito però, tra il dire e il fare…

Giuseppe De Santis

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