L’elezione del nuovo vicepresidente
Paolo Comi — 25 Gennaio 2023
“A lei, signor presidente, e gliela dico con vera emozione, una sola parola: grazie”. “Desidero ringraziare il vice presidente David Ermini per avere responsabilmente assolto il ruolo assegnatogli”. Con i ringraziamenti reciproci da parte del capo dello Stato e del suo numero due a Palazzo dei Marescialli, si è conclusa ieri mattina al Quirinale la consiliatura peggiore della “storia della Repubblica”, come non perde occasione di ricordare il leader di Italia Viva Matteo Renzi che, nel 2018, aveva caldeggiato proprio la nomina di Ermini.
Il passaggio di consegne fra i consiglieri uscenti e quelli entranti ha offerto comunque ad Ermini l’occasione per togliersi più di un sassolino dalle scarpe. Dopo aver sottolineato “amarezza personale per attacchi spesso gratuiti”, l’ormai ex vice presidente del Csm ha rivendicato con orgoglio di aver “salvaguardato la dignità di una istituzione, senza cedere alle pressioni di campagne mediatiche anche violente e pretestuose e alle ripetute richieste, non sempre disinteressate, di scioglimento anticipato, che in assenza di riforme si sarebbe rivelato inutile oltre che traumatico e funesto per la credibilità dell’organo e dell’intera magistratura”. Senza mai pronunciare lo scandalo Palamara, e dunque il suk delle nomine e degli incarichi, Ermini si è limitato ad affermare che sul Csm si è abbattuta “l’onda lunga di degenerazioni e miserie etiche, in realtà risalenti nel tempo”. “L’istituzione ha retto, ha riacquistato gradualmente quella serenità che ha permesso di svolgere fino alla fine i propri compiti”, ha quindi aggiunto Ermini.
La narrazione dell’ex responsabile giustizia dei Pd stride, però, con la cruda realtà dei fatti. La riforma tanto attesa del Csm by Marta Cartabia ha avuto l’effetto di rafforzare a dismisura il potere delle correnti che, invece, si voleva limitare. Su 20 componenti togati neo eletti, ben 19 sono espressione di gruppi dell’Associazione nazionale magistrati. Le decine di toghe indipendenti che si erano candidate sono rimaste tutte al palo. Sui “compiti” svolti, poi, è sufficiente segnale l’aumento esponenziale del contenzioso con situazioni incresciose. Vedasi la nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma, più volte reiterata, e più volte bocciata dal giudice amministrativo in tutte le sedi.
Per conoscere il successore di Ermini bisognerà attendere questa mattina. Dopo la verifica dei titoli è previsto il voto del Plenum a piazza Indipendenza. In pole il professore ‘emerito’ Roberto Romboli eletto in quota Pd. Grande movimento da parte di Matteo Salvini per far eleggere l’avvocato padovano Fabio Pinelli. Quest’ultimo, difensore fra l’altro della regione Veneto e dell’ex spin doctor della Lega Luca Morisi, può contare anche su un ’sponsor’ importante: l’ex magistrato ed ex presidente della Camera dei Ds Luciano Violante. Poche possibilità, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, per i quattro laici eletti in quota Fratelli d’Italia. Le previsioni dell’ultima ora dicono che, come nella volta scorsa, saranno determinanti i voti dei capi di Corte, il presidente della Cassazione Pietro Curzio ed il procuratore generale Luigi Salvato.
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