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Stop Biolab Lidarno, un bio-laboratorio come quello di Wuhan? I cittadini vogliono sapere 🔴📸 FOTO E VIDEO



C’è preoccupazione tra la popolazione umbra per la realizzazione di un bio-laboratorio per produrre vaccini, come quello di Wuhan, in Cina. La presenza di un bio-laboratorio contrassegnato dalla sigla BLS3 nel territorio di Perugia potrebbe, infatti, presentare un elevato rischio di carattere igienico-sanitario. Il timore è che nel sito nasca un polo destinato allo sviluppo e alla produzione di vaccini per il controllo delle malattie degli animali e quelle trasmissibili all’uomo. E’ quanto dicono un gruppo di cittadini che venerdì sera sono scesi in piazza a Perugia, marciando con delle fiaccole in mano.

“Una comunicazione chiara e trasparente rivolta alla popolazione è premessa indispensabile per un rapporto corretto e democratico tra istituzioni e cittadini” – scrivono nella petizione che sta circolando in queste ore nei vari gruppi social.

Vogliono risposte ufficiali precise circa le caratteristiche delle strutture presenti e future dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati” (IZSUM), nonché di altri laboratori BSL3 privati o pubblici analoghi in essere o in progettazione sul territorio umbro.

Chiedono alla Governatrice della Regione Umbria: “Oltre alla produzione di autovaccini e vaccini stabulogeni, quali altri tipi di vaccini verranno prodotti dall’Officina farmaceutica? Verranno manipolati i microrganismi patogeni attraverso tecnologie di biologia sintetica? Sono in progetto laboratori BSL3 analoghi a quello di Lidarno sul territorio umbro, anche in regime di collaborazione tra università, comuni e laboratori già esistenti? Esiste la consapevolezza da parte della Regione Umbria che questo tipo di struttura necessita di estrema vigilanza per il ragionevole rischio di spillover e di contaminazione, soprattutto in presenza di microrganismi patogeni altamente pericolosi in laboratorio?”

Tutte domande alle quali i cittadini chiodono urgenti risposte dalle istituzioni, aggiungendo che “una struttura destinata alla sperimentazione su microrganismi altamente patogeni e relativi agenti immunizzanti destinati all’essere umano potrebbe trasformarsi in uno strumento per la produzione di armi biologiche e/o diventare un obiettivo sensibile per attentati terroristici in tempo di pace o persino attacchi militari in caso di evento bellico?”.

Ed infine “perché la cittadinanza è sempre l’ultima a venire informata, in modo democratico e trasparente, sulle criticità di progetti come questo e non solo che possono avere un impatto devastante sulla salute di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente?”



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