Tesei – Per le questioni legate alla sanità “sono momenti particolari” nei quali “le legittime richieste dei cittadini vanno ascoltate e devono trovare le soluzioni giuste, quello che stiamo cercando di fare e porteremo sicuramente a termine”. Lo ha detto la presidente della Regione Donatella Tesei intervenendo in Assemblea legislativa. “Ci vuole senso di responsabilità – ha aggiunto – in un settore delicato come la sanità che tocca tutti. Credo che bisogna cominciare a ragionare in questo senso e costruire, seppure da visioni differenti.
Questo credo ci chieda la comunità umbra ma francamente non so fino a che punto è stato possibile rinvenire questo atteggiamento”. “Ho trovato una sanità azzerata – ha detto ancora Tesei – da cui i migliori professionisti se ne stavano andando e se ne sono andati. A dicembre 2019 una prestazione su quattro tra quelle in lista d’attesa non rispettava i tempi di legge e una su due urgente inserite nel percorso di tutela non rispettava le tempistiche di evasione”. La presidente della Regione ha quindi sostenuto che per il Covid “sono state utilizzate le due aziende ospedaliere perché negli altri ospedali non si poteva”.
“Pantalla, ad esempio – ha proseguito -, è stato bocciato dal Ministero perché aveva le sale operatorie ma non quelle terapie intensive necessarie per salvare i cittadini umbri. Ce ne erano solo 69 in tutti gli ospedali della regione”. Riguardo al cosiddetto buco di bilancio della sanità, per Tesei “il non equilibrio dei conti è stato dettagliatamente descritto”. “Dal 2015 al 2019 quando siamo arrivati noi – ha aggiunto – il Fondo sanitario nazionale destinava all’Umbria 43 milioni in più mentre la spesa è cresciuta di 167 milioni, quattro volte di più. In quegli anni si crea un ammanco di 175 milioni”. Ha quindi ribadito che si è in presenza “di un disequilibrio dei conti strutturale della sanità umbra certificato dai numeri e dai conti”.
“Dal 2015 al 2019 – ha rilevato ancora Tesei – e quindi in soli cinque anni, la spesa farmaceutica per acquisti diretti da parte delle Aziende aumenta di 50 milioni, il 30 per cento del totale. Nello stesso periodo il saldo di mobilità tra chi viene in Umbria a curarsi e chi va fuori crolla da un ottimo più 25 milioni a meno otto milioni. Questo comporta il venire meno di 35 milioni per il bilancio regionale. Il recupero della mobilità passiva così strutturato è difficile e ci stiamo lavorando”. “L’Umbria è stata Regione benchmark in sanità – ha detto Tesei – fino al 2014 mentre poi è crollata nel quinquennio successivo fino alle ceneri nelle quali l’ho trovata io nel 2019”.