Mafia sull’asse Foggia-Pescara. L’inchiesta di Dda e Guardia di Finanza sfociata in 8 arresti, due milioni di beni sequestrati e decine di perquisizioni, ha svelato il giro d’affari del clan foggiano Moretti-Pellegrino-Lanza nella città abruzzese. Dall’ordinanza della gip Buccella spunta il ruolo di primo piano della 44enne arrestata Anna Rita Moretti, nome noto agli inquirenti.
La donna, si legge nella richiesta del pm, “pluripregiudicata con precedenti di polizia e penali in materia di reati inerenti gli stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso, è ritenuta attuale reggente del clan Moretti, unitamente al padre Rocco e al fratello Pasquale. Rocco Moretti alias ‘U’ puorc’, 72 anni, è pluripregiudicato, con precedenti di polizia e penali in materia di armi, omicidio, estorsione e associazione a delinquere di stampo mafioso, ritenuto capo dell’omonimo clan; Pasquale Moretti, alias ‘U’ puorchett’, è pluripregiudicato con precedenti di polizia e penali in materia di reati inerenti gli stupefacenti, riciclaggio e associazione a delinquere di stampo mafioso, ritenuto reggente unitamente al padre Rocco, dell’omonimo clan”.
Anna Moretti avrebbe guidato un gruppo criminale, composto da foggiani e sanseveresi, dedito ad usura ed estorsioni nella piazza pescarese dove alcuni imprenditori sarebbero stati bersagliati con minacce e violenze per versare pizzo o tassi usurari. Agli arresti, oltre alla Moretti, sono finiti Angelo Falcone, 35enne di San Severo, residente a Pescara e Luciano Russo, 33enne foggiano. Domiciliari per Leonardo Mainiero, 34enne foggiano, Vincenzo Pio Capobianco alias “Pipino”, 32enne foggiano residente a Montesilvano, Giovanni Marasco, 46enne foggiano e Alessandro Marasco, 44enne anche lui di Foggia.

Gli inquirenti parlano di “sodalizio di stampo mafioso capeggiato da Rocco Moretti” composto anche da “gruppi mafiosi operanti a San Severo, guidati dai fratelli Nardino e da Giuseppe La Piccirella, legati da collaborazioni con il clan Moretti; anche grazie alle dichiarazioni, puntuali e riscontrate, dei collaboratori di giustizia, Carmine Palumbo e Carlo Verderosa – vi è, poi, riscontro degli stabili rapporti di Angelo Falcone e Giovanni Putignano con Anna Rita Moretti e Vincenzo Capobianco, esponenti del clan Moretti”.
Alcune intercettazioni vengono definite “significative” per ricostruire rapporti e alleanze. “Tra queste – si legge -, ci sono le conversazioni tra Falcone e Matteo Anastasio (appartenente alla criminalità organizzata ed assassinato nel 2021 a San Severo nel corso dei festeggiamenti per la finale degli europei di calcio), e tra il primo e terze persone aventi ad oggetto l’omicidio di Anastasio”. Altre intercettazioni documentano, invece, “i rapporti con Luigi Ermanno Bonaventura (assassinato a San Severo nel 2021 e appartenente alla criminalità organizzata locale), legato al Falcone da plurime vicende delittuose (connesse all’attività estorsiva di recupero crediti nei confronti di imprenditori in difficoltà)”.
I “morettiani” avrebbero bersagliato gli imprenditori di Pescara in vari settori: ristorazione, vendita di auto, prodotti lattiero-caseari ed energia. Avrebbero inoltre piazzato occhiali griffati rubati ad un negozio di San Severo. Infine, Putignano è accusato di aver costretto le vittime ad assumere la moglie in un ristorante locale.