E’ in calendario per venerdì 13 gennaio alle 17.30 nell’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, la prima conferenza del 2023 organizzata dall’Istituto Storico Artistico Orvietano. L’architetto Renzo Chiovelli introdurrà al tema “Epidemie, ospedalità e medicina nella Tuscia”. “Oggi – afferma Raffaele Davanzo, presidente dell’Isao – in un certo senso siamo tornati alle paure delle pesti medievali a seguito della pandemia del Covid-19 ed il lockdown, l’anglicismo che definisce gli interventi di ordine pubblico resisi necessari da situazioni di emergenza, non ha fatto che prendere il posto di altri termini usati in passato, e altrettanto draconiani, quali quarantena, isolamento, cordone sanitario, sospensione, ecc. che venivano impiegati nel corso delle grandi epidemie infettive storiche.
Le prime azioni di contenimento delle epidemie si ebbero dopo la cosiddetta Peste Nera di metà Trecento: e trovavano appoggio nei trattati classici di Ippocrate e di Galeno, che avevano attribuito all’atmosfera la causa delle pestilenze, in quanto ritenevano che il morbo si diffondesse nell’aria e quindi infettasse l’uomo. L’Italia fu all’avanguardia nelle misure di contenimento: ricordiamo che termini come Lazzaretto o Quarantena derivano dal veneziano, dato che la Repubblica di Venezia sin dal ‘400 risultò essere all’avanguardia contro il morbo che di solito arrivava nei suoi porti su navi provenienti dal Mediterraneo orientale. Ed ovviamente, i grandi difensori della salute pubblica erano San Sebastiano e San Rocco: nell’immagine che compare nell’invito alla conferenza sono rappresentate la città di Acquapendente e scene di peste, tratte da un olio su tela del 1641, dipinto da Francesco Nasini da Piancastagnaio e che si trova nella Chiesa di Santa Maria Assunta, detta di San Francesco, ad Acquapendente”.