Proposte migliorative – Il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?” è stato, fin dall’inizio della propria attività, sostenitore convinto del nuovo progetto, annunciato dall’ANAS nell’anno 2021, relativamente alla tratta Madonna del Piano – Collestrada, per dare soluzione all’ingorgo di traffico che si viene a creare nel tratto di E45 tra Collestrada e Ponte San Giovanni.
Per chi abita a Ponte San Giovanni e nelle zone limitrofe di Collestrada, Ponte San Giovanni e Balanzano, per limitarci ai centri maggiormente penalizzati, tale situazione, che si ripete ormai con cadenze praticamente giornaliere, rappresenta infatti il maggiore ostacolo ai diritti dei cittadini di poter godere del proprio territorio in condizioni di sicurezza, agibilità e, soprattutto, di tutela della propria salute.
Accanto a questa motivazione principale della propria adesione alla volontà di ANAS di por mano alla soluzione, anche parziale e non definitiva, della situazione sopra citata, il Comitato ha subito dichiarato che il nuovo progetto, almeno per quello che veniva descritto nei suoi caratteri generali in un’informativa posta a nostra conoscenza dalla Regione Umbria, presentava, rispetto alla precedente versione, elementi di novità tali, in termini di rispetto ambientale e paesaggistico, da far apparire pretestuosa e non condivisibile la generale alzata di scudi polemica e contestativa che si era riscontrata non solo da parte di comitati locali, ma anche della quasi totalità delle forze politiche rappresentative della volontà dei cittadini elettori.
Di fronte a prese di posizione negative quasi generalizzate, motivate a nostro parere da ragioni non più sostenibili in presenza dei lineamenti innovativi del nuovo progetto, noi iniziammo un lavoro di auto informazione prima, e di sensibilizzazione poi nei confronti della pubblica opinione e del ceto politico regionale, affinché si giungesse ad una valutazione oggettiva e non pregiudizialmente contraria nei confronti di un progetto che, una volta realizzato nei termini che venivamo a poco a poco conoscendo, appariva ai nostri occhi capace di avviare a soluzione un problema vitale per la nostra comunità, ma anche gravoso, per l’accesso al capoluogo e ai suoi servizi, a cominciare da quello ospedaliero, nonché di pregiudizio alle esigenze di comunicazione, accessibilità e sviluppo per tutta la comunità regionale.
Oggi che, anche grazie a questo nostro continuo stimolo, la grande maggioranza delle forze politiche regionali, unitamente alla totalità delle rappresentanze imprenditoriali e del mondo del lavoro, si è espressa in favore del nuovo progetto, che ANAS ha ufficialmente presentato, restando in attesa del relativo finanziamento da parte del governo nazionale, possiamo ben sentirci riconosciuta la fondatezza delle nostre convinzioni, relativamente alla sostanza del progetto.
Noi restiamo convinti della bontà dello stesso, che ci sembra veramente ispirato a quella volontà, dichiarata nella premessa generale del progetto, di lavorare nel rispetto del valore ambientale, storico e paesaggistico dei luoghi interessati dall’opera.
Qualche riserva esprimiamo invece nella progettazione accessoria, ma non meno importante, riguardante la cantieristica in generale e le modalità di accesso dei mezzi d’opera alla stessa.
Le nostre riserve in proposito sono spiegate più in dettaglio nella cartografia che accompagna questo scritto. In breve, noi giudichiamo non felice la scelta di alcune aree di cantiere, riguardo alle quali noi proponiamo aree di uguale se non maggiore agibilità ai fini dello svolgimento dei lavori e certamente di minore impatto per la popolazione, così da spegnere sul nascere una certa atmosfera di preoccupazione e negazione, che minaccia di estendersi al progetto nel suo insieme.
Una eventualità di questo genere, se non spenta tempestivamente con una scelta più oculata e razionale delle aree suddette, non solo ci sembrerebbe sgradevolmente in contrasto con quanto dichiarato nelle linee generali di presentazione del progetto, ma darebbe corpo ad ostilità preconcette già presenti da sempre nel nostro territorio, con la possibilità di ricorsi in sede giudiziaria appoggiati da nuovi e più rappresentativi comitati locali. Eventualità che, noi temiamo, potrebbe risolversi in nuovi ostacoli e ritardi nei tempi di esecuzione dei lavori, già rinviati per troppo tempo a fronte di innegabili necessità del nostro territorio.
Le stesse riserve esprimiamo rispetto agli itinerari indicati come via di accesso dei mezzi alle zone dei lavori e delle aree di servizio agli stessi. Anche queste scelte potrebbero suscitare timori e preoccupazione nella popolazione locale, che già da molti anni vive nello stress prodotto dalla coabitazione con un traffico molto superiore al sopportabile. Se a questo si aggiungesse, come prospettato, la presenza quotidiana, per molti anni, di pesanti mezzi di cantiere in attraversamento degli abitati, sarebbe da attendersi una preventiva ostilità ai lavori in generale, già fomentata da anni di polemiche e oculate previsioni catastrofistiche da parte di soggetti contrari all’opera. Anche per questo aspetto del problema, noi ci sentiamo in grado di proporre alternative attuabili senza eccessive difficoltà, in grado di attenuare le contrarietà oggi presenti.
In conclusione, noi chiediamo all’ANAS, come soggetto attuatore dell’opera, di accogliere nostre proposte alternative, o correttive e migliorative rispetto a quelle rese note e, al momento, oggetto di commenti preoccupati, non del tutto ingiustificati, da parte dei residenti.
Proposte migliorative riguardo alla Cantieristica e alle vie d’accesso pertinentila variante stradale alla E45 tra Collestrada e Madonna del Piano.
Con riferimento alla relazione di cantierizzazione (Tav. 733) e alle correlate tavole esplicative (Tavv. da 734 a 743) di seguito sono descritte le criticità e le possibili soluzioni che sono emerse dal confronto con la popolazione residente sul territorio al fine di mitigare quanto più possibile l’impatto di tutte le fasi operative necessarie alla realizzazione della variante stradale alla SS E45 nel tratto compreso tra Collestrada e Madonna del Piano.
Di seguito si riportano le criticità emerse riferite ai campi base e alle aree tecniche, così come individuate negli elaborati progettuali, e alle correlate viabilità di servizio.
Per una migliore comprensione di quanto sotto esposto si riportano gli stralci delle planimetrie di progetto.
CRITICITA’ E POSSIBILI SOLUZIONI
CAMPO BASE N. 3
Le criticità emerse riguardano soprattutto la viabilità di accesso a tale area. È stato previsto infatti un percorso ad anello che va ad interferire pesantemente con un centro abitato (Collestrada zona Ranco) e con la viabilità di accesso all’aeroporto e all’abitato di S. Egidio.
Si ritiene che l’accesso al campo base n. 3 possa essere utilmente conseguito nella parte bassa utilizzando lo svincolo di Lidarno percorrendo per 540 m la SP 247 (direzione S. Egidio) per poi svoltare sulla strada Casella Palombai.
Questo percorso risulterebbe altresì utile anche per il cantiere del Cappio Ovest (sottopassando il viadotto dell’intersezione con la SS 318 e realizzando una viabilità di cantiere di circa m. 500 per riconnettersi con la strada vicinale tangente alla E45 lato Tevere) e per il cantiere dell’immissione Nord.
Altro suggerimento riguarda l’ampiezza del campo base n. 3 dove sono previsti oltre alle aree di stoccaggio e di lavorazioni anche la logistica di servizio (Dormitori, Spogliatoi, Mensa, Servizi, Uffici).
Per quanto riguarda questo ultimo aspetto (logistica) si propone di utilizzare il campo base, tutt’ora presente in prossimità dello svincolo di Pianello (a circa 6 km), utilizzato per il cantiere della SS 318. Ciò consentirebbe da un lato la minore occupazione provvisoria di aree agricole e dall’altro di avere sensibili risparmi economici nell’approntamento del cantiere.
AREA TECNICA N. 4
Questa area di cantiere (mq 44.380) è stata posta nelle immediate vicinanze dell’abitato di Collestrada nell’area compresa tra il borgo antico e il centro residenziale posto lungo la via Ospedalone S. Francesco e nelle immediate adiacenze del campo sportivo, del plesso scolastico dell’Ospedalone e dell’unico luogo di aggregazione della frazione rappresentato dal Centro di Vita Associata.
Questa scelta, seppur ritenuta strategica per l’economia delle opere da realizzare, non risulta assolutamente compatibile con una “normale” vivibilità anche in relazione alle vie di accesso a tale area dei mezzi operativi.
Da una ricognizione sul posto è emerso che esiste un’area, attualmente dismessa e già utilizzata dalla Comunità Montana “Monti del Trasimeno”, posta nelle immediate vicinanze dello svincolo “Collestrada”. In tale area della superficie pressoché identica insistono tre edifici di tipo industriale che potrebbero essere utilmente adoperati per le attività operative e un edificio che potrebbe assolvere alla funzione “Uffici”già utilizzato in tal senso.
L’area risulta inoltre completamente recintata.
L’utilizzo di tale area oltre che non “disturbare” le zone a residenza,offrirebbe anche il vantaggio di essere immediatamente a contatto con lo svincolo di Collestrada evitando così inutili percorsidei mezzi attraverso il centro abitato. È evidente che tale cantiere così posto presupporrebbe larealizzazione, già dalla prima fase, della variante bassa della via Ospedalone S. Francesco (ma riteniamo che sia già previsto) per consentire l’accessibilità diretta al cantiere del Cappio Est.
AREA TECNICA N. 6
Questa area di 1.950 mq posta a ridosso del centro commerciale insiste grosso modo su un’area di parcheggio ed è a servizio del cantiere del Cappio Ovest soprattutto per il varo del viadotto sulla ferrovia. Le criticità sollevate dalla popolazione riguardano principalmente le vie di accesso a tale area attraverso le vie Manzoni, Pontevecchio e Valtiera che interessano l’abitato di Ponte S. Giovanni con evidenti ripercussioni negative sulla vivibilità della città. Altro aspetto critico è la transitabilità dei mezzi nelle aree adiacenti il centro commerciale dove esistono dei limiti di esercizio con carichi non superiori a 35 Q.li. Infine si evidenzia un aspetto contrastante con la realtà dei luoghi:seguendo il percorso, riportato nella planimetria di progetto, si evince che i mezzi dovrebbero percorrere l’uscita dalla E45 di Ponte S. Giovanni “Park Hotel”, via Manzoni, via Pontevecchio, via della Valtiera per poi raggiungere il centro commerciale; senonché la percorribilità della via della Valtiera nella direzione Collestrada si interrompe a metà per la presenza di un senso unico direzione Ponte S. Giovanni.
Per evitare tutte queste incongruenze si propone che l’Area Tecnica n. 6 sia servita dal vecchio percorso della SS 75 (nella quale è tuttora presente una buona parte di asfalto) utilizzando il sottopasso alla E45 già esistente (larghezza m. 3.10 altezza m. 4.90) che corre parallelo alla ferrovia fino ad arrivare in corrispondenza del soppresso svincolo della strada di Sant’Egidio e qui ripristinare lo stesso svincolo ad uso esclusivo del cantiere.
In alternativa, fermo restando la definizione dell’accessibilità all’area tecnica n. 6, si propone che per l’uscita e la conseguente immissione sull’E45, si utilizzi l’area già destinata a distributore di carburanti posta frontalmente alla casa Piceller.
CAMPO BASE N. 2 E AREE TECNICHE N. 2 E N. 3
In zona Ferriera è stato previsto il campo base n. 2 (mq 112.620) e le aree tecniche n. 2 (mq 28.470) e n. 3 (mq 50610) per complessivi mq. 191.700.
Queste tre aree potrebbero essere utilmente accorpate estendendo l’area tecnica n. 3 (mq 220.000 compresa l’area di sedime della strada compresa tra l’uscita della galleria e il ponte sul Tevere) secondo il seguente schema grafico.
Il vantaggio che ne deriverebbe sarebbe una riduzione della percorrenza dei mezzi di circa Km 1.3 e soprattutto l’inutile avvicinamento di un’area di cantiere in prossimità del centro abitato di Miralduolo. Si eliminerebbe altresì uno sgradevole danno paesaggistico e ambientale, per quanto temporaneo, in una zona aperta, molto piacevole e coltivata attualmente con ordine e cura.
Tutto quanto sopra illustrato, a parere del Comitato scrivente, rappresenta la condizione minima e inderogabile per garantire la sicurezza e la vivibilità degli abitanti delle zone interessate dai lavori della variante stradale alla E45 nel tratto tra Collestrada e Madonna del Piano.
Un ultimo aspetto,che riteniamo non secondario, riguardala comunicazione che dovrà essere messa in campo durante tutto il periodo di esecuzione dei lavori sia per la cittadinanza residente che per tutta l’utenza in generale per informare sull’avanzamento dei lavori, sul monitoraggio dell’impatto ambientale (atmosferico, acustico, ecc) durante l’esecuzione dei lavori (peraltro già previsto in progetto), sulle modifiche e sulle chiusure temporanee della viabilità generale e locale e comunque su tutto quanto può risultare utile ad una informazione che renda più consapevoli e più responsabili tutti i cittadini.
Tale comunicazione potrebbe trovare attuazione sia attraverso il web che con apposite app e/o sms sul modello adottato durante i lavori di ricostruzione del ponte di Genova e/o mediante il sistema utilizzato dal Comune di Venezia per le comunicazioni in ordine alle alte maree da diramare a tutta la cittadinanza e ai visitatori.
Il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”