Lo scontro per lo spaccio tra clan di Pianura
Ciro Cuozzo — 23 Marzo 2023
E’ morto dopo 12 giorni di agonia in ospedale Antonio Gaetano, il 20enne vittima di un agguato di camorra il 12 marzo scorso sempre nella zona degli chalet di Mergellina, al centro negli ultimi giorni delle cronache nazionali per la morte di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso senza motivo in seguito a una lite per una scarpa sporca tra due gruppi di giovani.
Fino a poco più di un anno fa lavorava in un supermercato prima e in un pub poi. La scuola non gli piaceva e già prima della maggiore età faceva lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Poi la ‘folgorazione’ sbagliata. Le cattive amicizie, la prospettiva del guadagno facile e l’idea effimera di potere lo hanno portato a entrare nel ‘sistema’. Oggi, mesi dopo aver scelto la malavita, Antonio Gaetano, 20 anni, non ce l’ha fatta.
Gaetano è deceduto in mattinata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Fuorigrotta dove era arrivato in fin di vita dopo essere stato raggiunto da un proiettile alla nuca e da altri due al torace mentre si trovava, in compagnia di un amico, all’interno di un’auto parcheggiata sul lungomare di Napoli. Secondo gli investigatori era diventato, dopo gli arresti dell’estate scorsa, un elemento apicale del clan Esposito-Marsicano-Calone di Pianura, periferia ovest di Napoli.
Le sue condizioni sono apparse sin da subito gravi: in caso di sopravvivenza rischiava la paralisi perché un proiettile aveva compromesso la colonna vertebrale. Poi dopo un lieve miglioramento, nei giorni successivi all’agguato, ecco il drammatico epilogo delle ultime ore. Le indagini sull’omicidio di Gaetano sono affidate alla Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini. Il giovane venne già ferito in un agguato lo scorso agosto, quando i pistoleri mirarono però alle gambe probabilmente per intimidirlo.
Soprannominato biscotto e plasmon, il 20enne è nato e cresciuto in via Torricelli, dove oggi comandano i Carillo-Perfetto, clan a cui si contrapponeva. Negli ultimi tempi era spesso di casa nel fortino degli Esposito-Calone-Marsicano, in via Napoli, per la gestione delle piazze di spaccio.
Gaetano viene etichettato come reggente di una organizzazione, già smantellata nei mesi scorsi, i cui superstiti sono appunto giovanissimi, arrivati anche a chiedere 50 o 100 euro di “regalo” per le bancarelle di Capodanno e qualche “calza della Befana” per i “fratelli carcerati”. E’ una guerra che riguarda giovanissimi. Perché anche tra i reduci dei Carillo-Perfetto vi sono 4-5 under 25 e, soprattutto, sarebbero organici i nipoti del vecchio clan Pesce, il cui boss Pasquale Pesce anni fa ha avviato il percorso di collaborazione con la giustizia (anche Antonio Carillo è nipote del boss pentito mentre Mattia Perfetto è il figlio di uno storico killer dell’organizzazione).
L’OMICIDIO DI ANTONIO ESPOSITO – L’agguato nei confronti di Gaetano avviene a poco più di una settimana di distanza dall’omicidio di Antonio Esposito, 48 anni, ucciso poco dopo le 8.30 di venerdì 3 marzo a Pianura, periferia ovest di Napoli, all’angolo tra via Evangelista Torricelli e via Alfredo Capelli, all’altezza di uno spiazzale dove ci sono un gommista e una chiesa evangelica, a pochi passi dal vocazionario del Santo Don Giustino Maria Russolillo e dalle case popolari di via Torricelli, la zona dove si spara sempre nell’indifferenza dello Stato.
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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall’ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.
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