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Oggi alle 11 alla Sala Caduti di Nassirya del Senato, su iniziativa della senatrice Carmela Bucalo, è stato presentato il nuovo numero del mensile CulturaIdentità diretto da Edoardo Sylos Labini, in uscita in edicola venerdì 7 aprile e dedicato questo mese alle vittime di violenza. La Via Crucis delle vittime, è il titolo scelto per raccontare 14 casi di violenza come le altrettante stazioni della Via Crucis. Presenti alla conferenza stampa oltre a Sylos Labini, Paola Radaelli e Valentina Iannaccone di UNAVI-Unione Nazionale Vittime, il sottosegretario del Ministero dell’Istruzione e del merito Paola Frassinetti, il sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro.
Come ha affermato Sylos Labini in apertura dell’incontro, il nuovo numero del mensile esce il 7 aprile, giorno della Via Crucis e simbolo del calvario che le famiglie delle vittime di reati violenti vivono ogni giorno per ottenere giustizia dopo aver subito violenza. Firme di prestigio ne parlano sul numero in edicola, insieme all’ importantissima associazione UNAVI-Unione Nazionale Vittime, cui per primo CultraIdentità ha dato voce nelle sue pagine.
Come ha detto Paola Radaelli, UNAVI nasce dall’incontro del dolore con la sofferenza delle vittime, dirette e indirette, di reati violenti che generosamente si impegnano per combattere, anche se la loro vita è finita: ma sono il potere e il volere di UNAVI, associazione che è entrata anche nelle istituzioni, grazie all’intervento del sottosegretario del Ministero dell’Istruzione e del merito Paola Frassinetti per l’impegno a introdurre l’educazione civica nelle scuole.
Nelle pagine del mensile in edicola venerdì , 14 storie di violenza, casi eclatanti che vengono raccontati anche con una comunicazione alternativa come una mostra, quella dell’artista Sergio Brambillasca che ha accettato di prestare la sua arte all’impegno di UNAVI. L’immagine arriva dritta al punto: le notizie dei mezzi di informazione, tv e giornali, passano quasi inascoltate ma le immagini restano nel profondo , come l’importante vignetta di Alessio Di Mauro questo mese dedicata a Mario Cattaneo, l’oste del lodiganio che si difese da una rapina nella sua trattoria e che oggi sta affrontando un lungo calvario legale.
Fondamentale l’intervento in conferenza stampa del sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro: basta con la spasmodica attenzione al detto “nessuno tocchi Caino”. Occorre contrastare, non solo culturalmente ma anche normativamente, la deriva della presunzione di colpevolezza per chi si difende in casa propria: se il mio bene vita è minacciato, io ho il diritto di difenderlo all’interno della inviolabilità del mio domicilio. Ed Edoardo Sylos Labini, nel dedicare il nuovo numero di CulturaIdentità alle vittime anziché ai carnefici come fanno troppi giornali, è un eretico: ha coraggio culturale perché non si indirizza ai carnefici. Prima “nessuno tocchi Abele” e poi, molto poi, “nessuno tocchi Caino”. Viviamo in un Paese dove le vittime hanno scarse tutele e se si difendono vige su di lor la presunzione di colpevolezza, mentre ai veri colpevoli si aprono le porte del Paradiso senza valutazione critica di quello che hanno fatto prima. E’ inverecondo che non esista un garante nazionale delle vittime. “In questa legislatura”, ha proseguito, “scriveremo una pagina rivoluzionaria, come rivoluzionario è questo numero di CulturaIdentità dove Sylos Labini è il miglior eretico italiano che non si inginocchia al mainstream. Quando vedo una divisa non lo chiamo sbirro, alle scuole dobbiamo spiegare che solo quelli di Gomorra li chiamano sbirri. E se la Polizia mi ferma per dei controlli non mi indigno, anzi mi sento tutelato. Non c’è garantismo che tenga: piu forze dell’ordine, più sicurezza, più esercito, altro che militarizzare le città! Nelle città più Pantere e meno giungla”.