198 assemblee di base, in rappresentanza di 23.200 iscritti, con un coinvolgimento diretto di 6.651 donne e uomini del territorio: è il percorso che ha portato la Cgil di Terni al suo VI congresso provinciale che, come annunciato si è svolto giovedì 12 e venerdì 13 gennaio a San Gemini, davanti ad una platea di 157 delegate e delegati, con la partecipazione di Walter Schiavella della Cgil nazionale e di Andrea Farinelli per la Cgil dell’Umbria, e si è chiuso con la rielezione da parte della nuova assemblea generale di Claudio Cipolla a segretario generale della Camera del Lavoro con 54 voti a favore, un contrario e un astenuto.
Due giorni di dibattito e confronto, arricchiti dai contributi di numerose associazioni del territorio, che hanno toccato tanti temi, da quelli di carattere nazionale ed internazionale (guerra, pandemia, crisi energetica, emergenza democratica) a quelli locali, con le testimonianze di decine di delegate e delegati dai posti di lavoro.
“È emerso con forza in tutti i confronti di base e nel congresso un crescente stato di preoccupazione, di molte lavoratrici e molti lavoratori – ha detto nel suo intervento il riconfermato segretario generale della Cgil ternana Claudio Cipolla – L’incertezza del futuro e la loro sofferenza, sempre di più accentuata in questi anni a causa della precaria stabilità lavorativa, rispetto all’assenza di certezze per garantirsi una vita dignitosa e un futuro sereno che attraversa intere generazioni”.
E proprio la “programmazione di un futuro per il territorio ternano” è stata la richiesta centrale emersa dal congresso. “Gradiremmo sapere che idea di sviluppo hanno le istituzioni, attraverso quali progetti intendano capitalizzare le risorse europee a partire dal Pnrr, quali siano i nuovi impegni dei gruppi industriali e produttivi a Terni – ha detto ancora Cipolla – La sensazione che abbiamo è quella che si proceda alla giornata, senza una visione, senza un progetto, senza una regia e lasciando all’illuminato imprenditore di turno la libertà di dire e fare tutto e il contrario di tutto, senza garanzie certe per il bene del territorio e delle persone che ci vivono e lavorano”.
Servono investimenti in sanità e welfare, nella sicurezza sul lavoro, nelle infrastrutture strategiche e nella sostenibilità sociale e ambientale, oltre ovviamente a politiche in grado di far recuperare potere d’acquisto a salari e pensioni: questa la direzione indicata dal sindacato ternano, che vede la possibilità di trasformare il territorio in un “vero laboratorio di sperimentazione delle politiche attuative in relazione agli obiettivi di sostenibilità fissati a livello internazionale per il 2030-2050”.
E per quanto riguarda Terni in particolare? Anche qui, la Cgil chiede uno sforzo straordinario a chi ha responsabilità di governo e alle classi dirigenti: “Ripensare la città, riqualificarla, riprogettarla attraverso un piano straordinario di edilizia urbana e con una nuova riorganizzazione degli spazi pubblici, cogliendo le nuove sfide di sostenibilità ecologica e ambientale” ha detto ancora Cipolla. “Ragionare su come integrare la città alle periferie e alle aree interne. Valorizzare il ruolo strategico dell’Umbria del sud dal punto di vista produttivo ed economico e come cerniera tra i due mari e tra il nord e il sud del paese”.
Insomma, serve uno slancio straordinario, perché “senza essere troppo pessimisti ma realisti – ha concluso il segretario della Cgil – la situazione è più grave di quanto sembri. Forse non abbiamo ancora la piena consapevolezza delle difficoltà che dovremo affrontare nei mesi futuri. Le persone hanno visto in questi ultimi anni a causa delle crisi economiche e pandemica un arretramento sul piano economico e sociale che ha determinato un peggioramento della condizione di vita ed un aumento delle fragilità.
E allora è necessario ricomporre il lavoro, che purtroppo in questi anni di crisi si è troppo frammentato. È avanzato il precariato, sono diminuiti i diritti, si sono abbassati i salari. Spetta a tutti noi raccogliere questa sfida per riunificare il lavoro dentro un progetto di contrattazione inclusiva, che ha come obiettivo dare di più a chi oggi purtroppo ha di meno”.