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Meloni: “Sugli sbarchi mi hanno accusato di cose raccapriccianti, io ho la coscienza pulita” – Secolo d'Italia

Siamo «in giorni particolari in cui il governo e la sottoscritta sono stati accusati di cose raccapriccianti, ma la mia coscienza è a posto. Più persone partono, più persone si mettono nelle mani di cinici trafficanti e più c’è il rischio che qualcosa vada storto, non credo che questo possa essere il modo giusto di affrontare questa vicenda»: così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, torna a parlare della questione migranti in riferimento alle polemiche dopo naufragio avvenuto sulla spiaggia di Steccato di Cutro in Calabria.

“Non lasciamo che i mafiosi decidano chi possa arrivare in Italia”

L’occasione è la presentazione del libro di Padre Antonio Spadaro “L’atlante di Francesco. Vaticano e politica internazionale”, dove il presidente del Consiglio torna a chiedere che tutta l’Europa si faccia carico della questione migranti spiegando che «l’Italia non può da sola fare quello che invece l’Ue potrebbe fare molto più efficacemente. Sarebbe forse più facile mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che siano dei mafiosi a decidere chi deve arrivare da noi, lasciare che riesca ad arrivare da noi solo chi ha i soldi per pagare quei mafiosi, lasciare che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner, i fondamentalisti».

Meloni: “Ho parlato con molti africani che non vorrebbero scappare”

«La questione va affrontata in modo serio e richiede tempo e lavoro – ha aggiunto la Meloni – L’approccio serio è fermare i trafficanti, favorire flussi legali e dare alle persone che arrivano le stesse opportunità dei nostri cittadini. Non dovremmo permettere che chi arriva dall’Africa debba accettare a condizioni che i nostri cittadini non accettano. Bisogna dare lavoro tenendo conto della dignità delle persone».  Iniziando a «lasciare su quei territori strumenti, investimenti e lavoro. Ho incontrato molti africani e molti di loro, quasi tutti, mi hanno detto di non voler venire in Europa, di non voler essere costretti a scappare dalle loro terre, di voler riuscire a vivere bene nelle loro nazioni. Su questo ci siamo interrogati adeguatamente in questi anni? No, credo si possa fare molto di più e credo sia anche l’approccio più umano che si possa avere».

Meloni: “Abbiamo definito un Piano Mattei per l’Africa”

«Serve un approccio non predatorio della cooperazione allo sviluppo, non è un caso che il nostro lavoro di Italia come capofila nel rapporto con l’Africa l’abbiamo definito Piano Mattei per l’Africa, abbiamo preso l’esempio di un uomo che non arrivava per togliere e portare via, arrivava per lasciare qualcosa. La cooperazione è tale solo se si fa da pari a pari ma non è sempre la cooperazione che abbiamo visto, soprattutto nei confronti dell’Africa che non è un Continente povero ma sfruttato», aggiunge Meloni.

“Il Papa ci ha insegnato che la crisi ci costringe a fare delle scelte”

Il presidente del Consiglio torna, inoltre, a parlare della situazione economica ma anche del conflitto tra Russia e Ucraina. Ci troviamo «forse nel momento più complesso dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale. Delle volte cerchi di affrontare un problema e se ne apre un altro, forse più grande. Io non sono stata sicuramente fortunata, però poi la lettura che ne dà Papa Francesco io l’ho trovata straordinaria e riguarda il tema delle crisi. Secondo lui la crisi di per sé non è negativa. La crisi è un momento per liberarsi dalle scorie, è anche una occasione perché costringe a scegliere, ed è una cosa che spesso la politica non ha fatto. Quando la situazione è più tranquilla la politica può rinviare e l’Italia oggi sta pagando questo».

“Quando si prendono decisioni c’è sempre qualcuno che resta deluso”

«Non scegliere è più redditizio perché quando scegli c’è sempre qualcuno che rimane deluso e fino a che si è potuto fare si è fatto. Oggi – osserva – siamo in una situazione in cui la politica non se lo può più permettere. Ringrazio Dio per la possibilità di essere costretta a fare delle scelte, anche scontentando qualcuno ma con la possibilità di dare a questa Nazione un’idea di politica industriale ed economica, di quale debba essere il futuro per le istituzioni della Nazione, una scelta per le principali riforme. Non è facile, ma il fatto di essere costretta a farlo alleggerisce la mia coscienza. Quando noi abbiamo fatto la scelta dolorosa di non prorogare lo sconto sulle accise sulla benzina è stata molto contestata e discussa. Avevamo 40 miliardi e 30 erano sulle bollette, ne restavano 10 e avevamo due scelte: continuare a scontare le accise sulla benzina per tutti nella stessa maniera, oppure concentrare quei 10 miliardi sulle fasce in difficoltà. Abbiamo fatto – conclude la Meloni – la seconda scelta che io rivendico».

L’incontro con Monsignor Parolin

Il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin e la premier Giorgia Meloni nel colloquio privato che si è tenuto a Roma nella sede di Civiltà Cattolica hanno parlato di flussi migratori e di corridoi umanitari. Lo ha spiegato lo stesso cardinale Parolin al termine dell’incontro. “Nel colloquio – ha detto – abbiamo affrontato la questione dei flussi migratori, una delle esigenze che la Santa Sede ha sempre espresso che si può tradurre anche nella apertura dei corridoi umanitari. Su questo punto credo che condividiamo la posizione del governo”.

Parolin, sulla questione migranti, ha aggiunto che “è stato messo in rilievo come molte volte le politiche sono di respingimento, di contenimento, invece bisognerebbe passare a politiche più aperte di accoglienza. L’orientamento è sempre quello di frenare e mai di ricevere”.

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