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“Monte Sant'Angelo non dimentica Alessandro Ciavarella. Non lo farà mai”. 14 anni dal caso di lupara bianca – l'Immediato

Mamma Rosa aveva detto: “Una brutta verità è sempre meglio di non sapere nulla”. Ma in tutto questo tempo, nonostante le iniziative lodevoli per ricordarlo, ha regnato anche tanta omertà

“Monte Sant’Angelo non dimentica Alessandro Ciavarella. Non lo farà mai”. Così il sindaco Pierpaolo D’Arienzo ha ricordato il giovane scomparso l’11 gennaio 2009 all’età di 16 anni. Regna ancora il mistero su cosa sia successo ad Alessandro, una delle numerose vittime di lupara bianca sul Gargano. Il giovane svanì nel nulla in una fredda domenica d’inverno, dopo aver salutato sua madre e sua sorella: “Esco con gli amici”, le ultime parole pronunciate ai familiari. Alessandro non fece più ritorno, come inghiottito dalla fitta nebbia di quel giorno. Quando i carabinieri iniziarono le ricerche, qualcuno sostenne di averlo visto salire su una golf grigia. Con chi uscì? Chi incontrò? Chi lo vide per l’ultima volta? Sulla sua scomparsa l’ombra di un terribile omicidio. Per lui si mobilitò la cittadina di Monte Sant’Angelo. Le fiaccolate degli studenti e gli striscioni delle squadre sportive locali.

Giunse anche una lettera anonima: “Alessandro era un bravissimo ragazzo ma è stata l’influenza di quegli amici sbagliati che l’ha tradito. Si era messo in un giro più grande di lui e neanche lui sapeva come uscirne fuori”. Parole avvolte nel mistero. Vani gli appelli della famiglia, che si ripetono incessantemente, ogni anno, per richiamare l’attenzione sul caso, ma soprattutto per scuotere le coscienze di chi conosce tutta la verità, ma tace, di chi ha visto, ma ha paura.

Ad impegnarsi in prima linea per fare luce sulla storia di Alessandro, l’associazione per le persone scomparse “Penelope”. Ma oltre al ricordo e alle iniziative lodevoli, in questi 14 anni ha regnato anche molta omertà. “La vicinanza della comunità non è mancata, ma non c’è mai stata l’intenzione di andare in fondo alla vicenda – spiegarono a l’Immediato i referenti di “Penelope” -. Capire cosa sia accaduto ad un ragazzo di appena 16 anni, con un quartiere e delle amicizie che forse non è riuscito ad evitare. Ciò che è accaduto a lui poteva accadere a tutti”.

Il caso di Alessandro è stato ripreso pochi mesi fa dalla trasmissione di Canale Nove “Mafia Connection” mentre a l’Immediato, in precedenza, aveva rilasciato un’intervista sua madre Rosa, ancora desiderosa di ottenere la verità sul figlio: “Una brutta verità è sempre meglio di non sapere nulla”, le sue parole ai nostri microfoni.

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