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Morta carbonizzata, il marito di Michelle Baldassarre chiede il patteggiamento per maltrattamenti: le figlie lo accusano per il suicidio – Il Riformista

Il giallo di Santeramo in Colle

Fabio Calcagni — 6 Aprile 2023

Morta carbonizzata, il marito di Michelle Baldassarre chiede il patteggiamento per maltrattamenti: le figlie lo accusano per il suicidio

Tre anni e mezzo di reclusione. È la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali di Vito Passalacqua, il marito di Michelle Baldassarre, la 55enne igienista mentale il cui corpo fu trovato carbonizzato e con una lama infilata nel petto il 9 febbraio scorso nelle campagna di Santeramo in Colle, in provincia di Bari.

L’uomo è infatti a processo con rito abbreviato per i presunti maltrattamenti in famiglia denunciati dalla moglie il 21 dicembre 2022: il prossimo 19 aprile il gup del Tribunale di Bari deciderà se accogliere la richiesta di Passalacqua, dopo che la pm Silvia Curione aveva già respinto la precedente richiesta a due anni di reclusione.

Ma è sulla morte di Michelle che restano gli interrogativi. Sul suicidio della donna la Procura di Bari ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di istigazione al suicidio a carico di ignoti. La vicenda dal punto di  vista processuale è particolarmente complicata perché infatti si intrecciano due procedimenti differenti: da una parte l’inchiesta coordinata dal pm Baldo Pisani con l’ipotesi di istigazione al suicidio a carico di ignoti, dall’altra quella sui maltrattamenti.

Proprio nel corso dell’udienza tenuta mercoledì su questo filone, il fratello e le sorelle di Michelle hanno chiesto di costituirsi parti civili, aggiungendosi così alle due figli della 55enne igienista mentale e all’associazione antiviolenza Giraffa Onlus.

La difesa delle parti civili, affidata agli avvocati Michele Laforgia e Maria Pia Vigilante, ha inoltre depositato indagini difensive e una memoria con la quale chiede che il reato ipotizzato a carico di Passalacqua sia riqualificato, in seguito al presunto suicidio di Michelle, passando da maltrattamenti a maltrattamenti seguiti da morte.

Secondo l’avvocato Laforgia “l’unica ragione di una sofferenza così grave da spingerla a un gesto estremo può essere trovata nei maltrattamenti subiti dal marito”, spiega il legale a Repubblica. A suo avviso dunque “la qualificazione giuridica del reato di maltrattamenti non è corretta” né “si possono fare processi separati”.

Sia la pm sia la difesa di Passalacqua, riferisce l’Ansa, si sono opposti all’acquisizione di questo materiale, insistendo sulla strada del patteggiamento. Sarà adesso il giudice a decidere sull’ammissione delle indagini difensive, così come sulla costituzione delle nuove parti civili e sulla richiesta di patteggiamento.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

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