(ANSA) – PERUGIA, 10 GEN – Fare del Pd, “a ogni livello, un’alternativa affidabile ai governi delle destre e un partito in grado di conquistare un punto avanzato di elaborazione per cambiare il Paese, un luogo di partecipazione e approfondimento dove l’attenzione ai temi e ai contenuti che condizionano la vita delle persone sia elemento centrale dell’attività sul territorio” è l’obiettivo verso cui Pd e Art.1 Umbria hanno avviato una fase costituente precongressuale tutta locale.
Incardinata “sulla discussione sui grandi temi per lo sviluppo della Regione e sull’elaborazione di proposte territoriali e regionali che siano l’ossatura di un programma elettorale in vista dei prossimi appuntamenti”.
La costituente umbra si svilupperà attraverso momenti di partecipazione organizzati in sette macro aree territoriali a partire fino al 20 gennaio e porterà – è stato spiegato in una conferenza stampa – all’elaborazione di “cinque idee per il territorio e cinque idee per l’Umbria”. “Abbiamo al governo dell’Umbria una destra incapace e al governo del Paese una destra fanatica e reazionaria – ha detto il segretario dem Tommaso Bori – votata da meno cittadini di quanti abbiamo scelto di votare le altre forze in campo o di non votare. Anche nel non voto c’è stata una forte manifestazione di dissenso e oggi noi vogliamo trasformare quel dissenso in un consenso verso un’alternativa valida, spendibile, concreta in grado di misurarsi coi problemi del Paese e dell’Umbria e trovare risposte all’altezza delle aspettative e delle sfide. Per farlo abbiamo bisogno di chiamare a raccolta le migliori energie e di partecipare confronto e scelte ed è proprio quello che stiamo costruendo con la costituente, aperta ai non iscritti, alle associazioni, ai sindacati e voluta in collaborazione con Art.1”.
“Abbiamo scelto di partecipare a questa fase a livello nazionale e in Umbria – ha spiegato Piero Mignini, Art. 1, alla conferenza con Stefano Moretti, segretario perugino del movimento – per costruire una forza politica di sinistra che abbia la capacità di cambiare il Paese, una forza di governo e non di rappresentanza”. (ANSA).
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