Roma, 28 feb – Non c’è pace nella Terra di Mezzo. In questi ultimi tempi l’opera di Tolkien sta subendo sempre più le isterie e gli attacchi dell’ideologia woke. L’ultimo caso è la nuova serie di carte collezionabili di Magic: The Gathering dedicata al mondo de Il Signore degli Anelli, dove Aragorn è raffigurato come di colore.

Il “blackwashing” di Aragorn

Si intitola The Lord of the Rings: Tales of Middle-Earth ed era stata annunciata l’anno scorso il nuovo set di carte di Magic: The Gathering. A un mese dal suo rilascio ufficiale, alcuni leak hanno anticato diverse novità. Tra queste, anche una carta di coppia di Aragorn e Arwen in cui il primo deve dire addio al suo classico aspetto e diventa nero. Insomma, questa volta la quota di inclusività e di cosiddetto blackwashing è toccata perfino all’erede di Isildur. Dopo lo scempio della serie Amazon Gli anelli del potere, che giustamente è stata definita un “tentativo di castrazione simbolica ed epica”, il maelström del politicamente corretto cerca ancora una volta di inghiottire e ri-significare l’universo della Terra di Mezzo. Un’operazione consapevole, tanto che Wizards of the Coast, casa madre di Magic, ha fatto sapere: “Il nostro obbiettivo è dare una versione moderna dei lavori di Tolkien”.

Tolkien sotto attacco

Un vero e proprio accanimento che segnala tutto l’imbarazzo e il risentimento della più feroce ideologia woke di fronte al patrimonio mitico e tradizionale che Il Signore degli Anelli rappresenta. Ma forse un barlume di speranza ce lo può lo stesso Tolkien, con i versi con cui Gandalf presenta Aragorn a Frodo: “Non tutto quello ch’è oro brilla, / né gli erranti sono perduti; / il vecchio ch’è forte non s’aggrinza, / le radici profonde non gelano. / L’ombra sprigionerà una scintilla; / nuova sarà la lama ora rotta, / e rei quei ch’è senza corona”. Insomma, anche nella notte più cupa le storture del male alla lunga non possono che perdere.

Michele Iozzino

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