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FARINA DI GRILLI: tutto quello che dovreste sapere – Agrodolce

Dal 24 gennaio è ufficialmente possibile commercializzare in tutta l’Unione Europea, Italia compresa, la farina di grilli. Si tratta per l’esattezza dell’Acheta domesticus, cioè il grillo domestico, parzialmente sgrassato. Che così entra nell’elenco dei nuovi alimenti della Ue. La farina di grillo, insieme a tutti i prodotti che la contengono, potrà dunque fare la sua comparsa nei supermercati e nei negozi di alimentari nonché essere proposta nei ristoranti. Occorre solo che si faccia una segnalazione ad hoc. 

La storia della farina di grilli

L’utilizzo dei grilli come alimento non è una novità: già da secoli, infatti, vengono utilizzati sia nell’antico Egitto che nelle culture precolombiane in America Latina.

I valori nutrizionali della farina di grillo

I valori nutrizionali della farina di grillo sono interessanti, impossibile negarlo. Innanzi tutto è un alimento altamente proteico: la concentrazione di proteine copre all’incirca il 60-70% della massa totale. Rappresenta inoltre un’ottima fonte di aminoacidi essenziali, calcio, ferro, fosforo, zinco e vitamina B12. Si aggiungono modeste quantità di fibre. Di contro, i grassi sono pari soltanto al 12%. 

Oltre a rappresentare una valida alternativa ecologica e sostenibile alla carne, quindi, può favorire l’accrescimento osseo e più in generale giovare alla salute delle ossa. Sembra inoltre che possa contribuire alla prevenzione dell’anemia sideropenia e megablastica e fungere da antimicrobico.

Però attenzione, perché la farina di grillo è nella lista degli allergeni inclusi nei test di diagnostica allergologica avanzata. Può essere un problema soprattutto per chi già corre dei rischi con i crostacei, gli acari della polvere e i molluschi.

Farina di grilli: sapore

La domanda sorge spontanea: che sapore ha la farina di grilli? Dolce, simile alla nocciola; più in generale, ricorda la frutta secca. Il vantaggio è che non ha un sapore forte o dominante, rendendola facile da utilizzare come ingrediente in molte ricette. Può essere utilizzata per preparare pane, pasta, dolci, e persino come ingrediente per la preparazione di carne e pesce.

La farina di grilli negli alimenti

Il nuovo regolamento UE parla chiaro: la farina di grilli può essere utilizzata nella produzione di numerosi alimenti di consumo comune come il pane, i crackers, i biscotti, i dolci al cioccolato, le salse, la frutta a guscio e i semi oleosi, le bevande simili alla birra. 

È stato pubblicato un elenco apposito, nel quale figurano anche preparazioni di carne, snack a base di farina di mais, prodotti a base di pasta (secchi) e prodotti a base di pasta ripiena (secca), minestre e minestre concentrate o in polvere. Da sottolineare che si tratta, in tutti i casi, di percentuali minime: considerando 100 grammi, siamo tra gli 0,25 grammi e i 4 grammi al massimo. Ma ciò vale, sostanzialmente, per tutti i prodotti con farina di insetti autorizzati nel mondo occidentale. 

Dove comprare la farina di grillo in Italia

pane con farina di grilli

L’unico soggetto autorizzato a immettere la farina di grilli sul mercato dell’UE è l’azienda vietnamita Cricket One, ma per un periodo di 5 anni. Sul futuro gravano incognite. In ogni caso, ancora non è dato sapere se Cricket One punterà anche sull’Italia o meno. Sì, ma quanto costa la farina di grillo? È tutt’altro che economica: per acquistare 200 grammi di farina di grillo servono all’incirca 15 euro

Farina di grillo: ricette

C’è da dire che l’Italia non si preannuncia una piazza interessante per la vendita di farina di grillo o di prodotti della cui composizione faccia parte. Secondo una recente indagine Coldiretti/Ixe, “il 54% degli italiani sono proprio contrari agli insetti a tavola, mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli il 16% e non risponde il 6%”. Questo, però, vuol dire anche che le eccezioni non mancano. Chi è incuriosito dal nuovo alimento e dall’idea di usarlo in casa, può scegliere tra numerose ricette. Aggiungere la farina di grillo agli impasti di pane, torte, biscotti, focacce. Alle salse, alle minestre. La lista pubblicata dall’UE, di cui si parlava prima, è una buona fonte d’ispirazione. E per il resto, largo alla creatività. Per esempio: perché non usarla come plus proteico per frullati, smoothies, yogurt o per arricchire una cheesecake alla Nutella?

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