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La fake news ribollita del ponte sullo stretto

(Ugo Boghetta – lafionda.org) – Ero alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati quando Berlusconi lanciò l’ennesima balla: il Ponte sullo Stretto. Dalle sue mielose parole sembrava il ponte delle meraviglie. Sicilia e Calabria sarebbero rifiorite e i posti di lavoro piovuti come manna.

Che fosse una balla colossale non lo sapevamo ancora, ma alcune riflessioni di buon senso portò Rifondazione Comunista a schierarsi contro. Organizzammo un primo convegno a Messina. Nei nostri confronti il gelo in città era percepibile. Del resto, in meridione si vive di speranza e nell’attesa di miracoli. Man mano, tuttavia, ci fu una presa di coscienza anche a livello locale, soprattutto sul versante siciliano. Non molto tempo dopo si svolgevano manifestazioni contrarie con la presenza di oltre ventimila persone. Avevano, via via, capito che l’unica cosa certa non era la colata di soldi e posti di lavoro, ma quella di cemento: la devastazione. Al contempo in Parlamento l’approfondimento del progetto fu minuzioso. E portava solo ad una valutazione negativa.

Con un cammino tortuoso poiché gli interessi in campo era rilevanti, compresi quelli elettorali, il progetto fu abbandonato.

Ora Salvini lo rilancia un giorno sì e uno no. Il Sole 24 Ore, Domenica 2 aprile dedica all’opera una pagina completa. Forse hanno ritardato di un giorno la pubblicazione per evitare di far intendere che il Ponte è un pesce d’aprile!

Riepilogo brevemente le problematiche:

  1. Al tempo, non so ora, per un ponte ad una sola campata di 3.330 metri, non c’erano materiali tecnologicamente in grado di reggere l’opera. Tanto più per il fatto che la zona   altamente sismica, con sponde calabra e siciliana in allontanamento.
  2. Non solo, il ponte è collocato in una zona dai forti e fortissimi venti. Il progetto infatti prevedeva, cito a memoria, un’oscillazione nel mezzo del ponte di oltre dieci metri. Il che portava a mettere in conto la chiusura del ponte stesso per circa 70/80 giorni l’anno! Ora invece leggo sul Sole che sarebbe stabile con venti a 270 KM perché sarebbe aerodinamico!? Non so da dove sia saltato fuori questo dato ma a me sembra impossibile.
  3. Il costo di una simile opera deve essere moltiplicato per tre o per quattro, come minimo. Altro che 10 miliardi! Basti guardare i costi finali della meno impegnativa Alta Velocità. Il che significa che per fare un singolo ponte di tre chilometri serve una finanziaria di 30/40 miliardi.
  4. Tuttavia, il costo più importante e duraturo è la manutenzione e tenuta in sicurezza di un’opera di questo tipo e dimensioni. E’, come si usa dire, una tassa per le future generazioni.
  5. I 100.00 posti di lavoro calcolati con lo spannometro, vanno poi spalmati sul tempo lungo della costruzione. In realtà le unità/anno sarebbero molto basse. Posti di lavoro che si dividono poi in due: bassa manovalanza e alta specializzazione. Questi ultimi non sempre reperibili in loco.
  6. L’effetto ambientale sarebbe devastante, soprattutto sul lato siciliano. La punta nord est della Sicilia sarebbe rasa al suolo e resa invivibile. Ciò al netto della deturpazione di un paesaggio unico. Avendo frequentato quei luoghi più volte, me ne sono innamorato. Anche negli anni successivi, se mi capitava di andare a Reggio Calabria o Messina, non potevo fare a meno di farmi una traversata dello stretto con il traghetto.

Non da meno sono le controdeduzioni inerenti al rapporto costi-benefici

  • Già al tempo il passaggio auto e treni nello stretto stava diminuendo. Decollava l’aereo ormai a costi abbordabili e con tempi di viaggio incomparabilmente minori. Le navi erano sempre più usate per le merci. Al tempo si parlava del progetto di “autostrade del mare”. Il ponte è invece tarato per 6000 veicoli/ora e 200 treni/giorno. Ma dove ca**o sono tutti queste auto, treni, persone e merci per questo intenso traffico!? Manco si collegassero due continenti!
  • Inoltre, il Ponte, risulta una cattedrale nel deserto. Le infrastrutture sulle due sponde sono ancora mal messe quando non ridicole. Basti pensare che Gioia Tauro, il più grande hub merci del paese, non ha ancora un collegamento ferroviario!
  • Il Ponte, dunque, già al tempo veniva proposto quando erano già in atto alternative meno costose, più efficaci, più facili e tempestive da implementare. Così è per l’oggi. Il rapporto costi-benefici per quanto riguarda il ponte sullo stretto non ha dunque storia.
  • Quasi inutile dire che investire le stesse somme in infrastrutture ordinarie, attività economiche normali, scuola e sanità avrebbe un impatto di gran lunga superiore.
  • C’è un ultimo punto che ora aggraverebbe la situazione: la nuova legge sugli appalti dove, si dice per velocizzare le opere, si mette in secondo piano la questione della corruzione e della trasparenza. Corruzione e trasparenza che sono, non solo o non tanto questioni morali, ma riguardano la qualità delle opere. Tema che è stato giustamente sottolineato dal Garante dell’Autorità contro la Corruzione. Un’opera di questa portata, complessità, costo, e che deve durare per lungo tempo, dovrebbe essere fatta al meglio e non umma umma.
  • Non ho usato l’argomentazione per la quale il ponte non va fatto perché ci sono mafia e ‘ndrangheta. Non la uso e non l’ho mai usata in quanto ritengo che questa non sia una ragione per non fare le opere al sud. Del resto, ormai la mafia non è solo in meridione. Certo è che con questa legge le mafie ci sguazzano, ma anche tante aziende del settore.  È una legge criminogena.

Tutto ciò per risparmiare solo qualche decina di minuti. Perché di questo si tratta.

Rimane dunque una domanda. Perché ora viene rilanciato il progetto del Ponte?

Certo ci sono i soliti interessi locali, ma la risposta rimanda alla vacuità del ceto politico italiano. Salvini ha perso in gran parte di quella che stata la sua bandiera per anni: l’immigrazione clandestina. Gestita dalla Meloni, non può andare allo scontro più di tanto. L’Autonomia Differenziata non è meno problematica. E forse non ne è nemmeno tanto convinto se, in qualche modo, continua a pensare al progetto di Lega Nazionale. Ecco, dunque, il ponte che dovrebbe dare lustro, evidenza ed è pure al sud.

Futili motivi che pagheremo comunque caro perché il ponte non si farà ma di soldi, dopo le centinaia di milioni già buttati, ne sperpereremo altri.

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