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Bimbo annegato in piscina, aperto il processo per due giovani educatori del centro estivo

Sono stati ripercorsi gli ultimi momenti di vita del piccolo Gianmaria, il figlio dell’ex allenatore del Perugia Davide Ciampelli annegato a luglio del 2021 nella piscina di un agriturismo di Città di Castello dove frequentava un centro estivo. Il processo è iniziato a Perugia e sul banco degli imputati ci sono due educatori, di 19 e 22 anni, difesi dall’avvocato Nada Lucaccioni. Entrambi sono indagati per omicidio colposo ed omesso controllo.

Davanti al giudice Lidia Brutti e al pm Giuseppe Petrazzini i testimoni hanno ricostruito la giornata. Sono stati sentiti i carabinieri della Compagnia tifernate che effettuarono i rilievi ed il dottor Massimo Lancia, il medico legale cui venne affidata l’autopsia. Sono state sentite due educatrici che erano presenti quel 15 luglio nella struttura situata sulle colline del Comune tifernate.

I familiari del piccolo, che non aveva ancora sei anni, attraverso gli avvocati Valerio Collesi e Marco Bianchini si sono costituiti parti civili.

Era il 15 luglio 2021 nel campus del Centro ippico San Giovanni. Il bimbo era entrato in acqua dopo il riposino pomeridiano. Giocava insieme agli amichetti, si trovava al centro della piscina quando senza braccioli è scivolato nell’acqua alta. Gli operatori sarebbero immediatamente intervenuti per portarlo a bordo vasca e chiamare il 118. Il cuoricino aveva cessato di battere: inutile una lunghissima manovra rianimatoria. Arresto cardiaco per annegamento, è il responso fornito dal medico legale che non avrebbe rilevato patologie pregresse o altre possibili cause di morte. Sempre per la morte di Giammaria, a giugno, il giudice aveva condannato con rito abbreviato il legale rappresentante della struttura e il responsabile del centro, rispettivamente a 1 anno e 1 anno e 8 mesi (con pesa sospesa), accusati di “nona ver previsto un’idonea organizzazione della vigilanza dei minori presenti” e per il mancato controllo degli “addetti al controllo dei minori che si trovavano all’interno della piscina per avere omesso un concreta vigilanza”.

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