Il titolista che, il 3 gennaio 2009, preparò la prima pagina del Times, non sapeva che sarebbe entrato nella storia: Il cancelliere [britannico] sta valutando un secondo programma di salvataggio bancario. La crisi del sistema bancario americano del 2007-2008 si diffondeva in tutto il mondo. Europa in primis. Un disastro globale richiamato in un titolo – se vogliamo – modesto, che non avrebbe fatto la storia, se un’entità ancora oggi celata dal mistero, e manifestatasi con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto, non lo avesse inserito, come marca temporale, nel Blocco genesi, di quella che sarebbe diventata la possibilità tecnologica più interessante nel mercato economico (e non solo) degli anni successivi, fino a noi: la blockchain e la sua declinazione «monetaria», il bitcoin.
Moneta: una lunga evoluzione
Quando parliamo di economia, parliamo di un sistema di relazioni fondato sulla fiducia. Parliamo di una catena della fiducia. Con l’uso della tecnica, il potere centrale conferma e rafforza il ruolo di garante del valore verso una comunità sempre più estesa che sta perdendo progressivamente il vincolo della fiducia.
Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di gennaio 2023
Ora due considerazioni nodali. La tecnica afferisce alla sfera del potere, quindi alla sfera economica e politica. Gli artefatti tecnologici – come la moneta nel nostro caso – sono sempre una forma d’ordine e una struttura di potere. La moneta (il denaro in senso esteso) è concepito come strumento di relazione sociale. Un artefatto tecnologico realizzato per permettere la cooperazione in comunità estese e con comunità terze, oltre la catena della fiducia.
Il processo di virtualizzazione della moneta avviene tra il 1300 e 1600 con vari tentavi e artefatti. Quello che si imporrà sarà la nota di banco (banco-nota) emessa dalle prime banche che trasformerà la moneta in carta, appunto carta-moneta. Un nuovo artefatto tecnologico che non ha più valore intrinseco (ovvero la carta e la stampa non valgono il valore rappresentato), ma che è rappresentativo di un valore custodito altrove. L’oro nelle banche, appunto. Sorge una nuova dimensione. La convenzione. La fiducia nell’accettare, in estinzione di un mio credito, quei foglietti colorati, deriva dal fatto che io ho pari fiducia nel veder accettati da altri i miei foglietti colorati a pagamento di un mio debito. Piano piano si afferma anche una sclerosi. La possibilità della redimibilità aurea rimane, ma viene poco rivendicata dai possessori di cartamoneta. Si stampa cartamoneta per un valore superiore al deposito aureo.
Leggi anche: Bitcoin, la storia dietro al creatore della regina delle criptovalute
Negli anni Settanta, con la fine della corrispondenza dollaro-oro, tutti i sistemi monetari collegati alla valuta Usa diventano convenzionali, ovvero sorretti solo da un contratto sociale e garantiti dagli Stati, i quali dichiarano per legge quale sia la valuta di cui determinano il corso legale che comporta l’irrefutabilità della stessa nell’estinzione dei debiti. Il valore esiste solo perché coercitivamente imposto. Dopo aver sdoppiato, con la carta-moneta, il valore (oro) dal supporto (moneta), si è giunti all’aver eliminato, con la moneta legale, anche il valore reale stesso (oro). Le monete elettroniche, oggi, eliminano anche il supporto (carta)… rimane quindi solo l’informazione.
Che cos’è una blockchain?
Eccoci quindi arrivati all’oggi, e al nostro Satoshi Nakamoto, inventore delle blockchain. Chiunque fosse o qualunque cosa fosse (o ancora sia) l’entità presentatasi come Satoshi Nakamoto, queste cose le sapeva benissimo. Quel 3 gennaio 2009 fa nascere un sistema che è sintesi di tutto quanto abbiamo visto finora. Il nostro immagina un sistema che…
Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.