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Chi è Oleksiy Arestovych, lo stratega di Zelensky

Marzo 2019: Volodymyr Zelensky è prossimo ad essere eletto presidente dell’Ucraina con un programma fortemente improntato alla distensione con la Russia e alla volontà di terminare il conflitto in Donbass. Ma in un’intervista al canale di notizie Apostrophe.ua Oleksiy Arestovych, allora un ex ufficiale dell’intelligence ucraina noto come analista e blogger nel Paese, invita a tenere alta la guardia presagendo come fattibile l’invasione del Paese da parte delle truppe di Vladimir Putin.

Pochi mesi dopo Zelensky avrebbe vinto le elezioni e avrebbe voluto Arestovych nel suo staff ai massimi livelli. Quando le sue predizioni si sono avverate l’ex militare e analista divenuto alto funzionario è stato tra gli uomini-guida della guerra di resistenza combattuta dall’Ucraina dal 24 febbraio 2022 fino alle dimissioni a sorpresa dall’esecutivo, avvenute il 17 gennaio 2023. La fase più intensa della sua carriera ha avuto inizio proprio con quell’intervista che lo ha reso celebre.

Arestovych non si fidava della Russia e al canale all news del suo Paese dichiarava di credere che l’adesione alla Nato fosse l’unica speranza dell’Ucraina di conservare sua indipendenza. “Se non ci uniamo alla Nato, l’Ucraina sarà assorbita dalla Russia entro 10-12 anni”, ha dichiarato Arestovych, per il quale prima o poi avrebbe lanciato un’offensiva contro l’Ucraina per prevenire questa opportunità.

Mosca, notava Arestovych, avrebbe attaccato nel 2021 o 2022 con l’obiettivo di degradare le infrastrutture ucraine e trasformare il paese in un “territorio devastato” al fine di rendere il Paese non fungibile all’Alleanza Atlantica.

Come si sarebbe sviluppata la guerra? Arestovych indicava chiaramente: “l’invasione da parte delle quattro armate russe che stazionano ai nostri confini, l’assedio di Kiev, il tentativo di accerchiare le truppe schierate nella zona in cui è attiva l’operazione anti-terrorismo nel Donbass, lo sfondamento dell’istmo di Perekop in Crimea, l’avanzamento verso il bacino idrico di Kakhovka per rifornire di acqua la Crimea”. A cui si sarebbero aggiunte “un’offensiva dal territorio della Bielorussia la creazione di nuove repubbliche popolari, attività di sabotaggio, raid contro le infrastrutture critiche e così via”.

Questa predizione ha in larga parte anticipato le dinamiche dell’attuale guerra in corso. Con l’unico dettaglio che l’invasione dalla Bielorussia in forze non è avvenuta, lo scenario descritto da Arestovych combacia pienamente con le attuali dinamiche belliche. E tra le persone chiamate a gestire l’attuale scenario di crisi che sta vedendo l’Ucraina sotto attacco dal 24 febbraio 2022 c’è proprio l’ex ufficiale dell’intelligence e dell’esercito classe 1975. Nominato nel dicembre 2020 consigliere dell’Ufficio del Presidente e diventato un uomo chiave nell’attuale strategia bellica di Kiev.

Nato nel 1975 in Georgia da padre bielorusso di origine polacca e madre russa, cresciuto in gioventù in Bielorussia, Arestovych ha nel suo background una serie eterogenea di esperienze. Come Zelensky, anche Arestovych ha svolto attività in teatro, recitato in spot pubblicitari e film nei primi Anni Novanta, pochi anni dopo essersi trasferito in Ucraina. Diplomatosi nel 1992 nel liceo della Scuola 178 di Kiev, dal 2000, ha iniziato a seguire seminari e corsi di formazione in psicologia, si è iscritto alla scuola dello psicologo russo Absalom Podvodny e ha studiato teologia presso l’Istituto di scienze religiose San Tommaso d’Aquino a Kiev.

Un curriculum multiforme per un uomo dalla biografia in larga parte sfuggente, di cui però si sa per certo che è entrato nel 1994 all’Accademia Militare di Odessa per poi essere indirizzato al Direttorato dell’Intelligence del Ministero della Difesa Ucraino. Il suo servizio nell’intelligence e nel controspionaggio gli è valso nel 2005 la promozione a Tenente colonnello della riserva selezionata dell’esercito di Kiev.

Arestovych ha lasciato nel 2005 le forze armate ed è entrato a far parte di Fratellanza, partito conservatore fondato dal presentatore televisivo Dmitry Korchinsky, presentatore televisivo. La formazione, in cui ha militato dal 2005 al 2010, arrivando a esserne vicepresidente, si è contraddistinta per una grande opposizione all’europeismo della Rivoluzione Arancione e alla corruzione del sistema. Agc News ricorda che dopo una prima fascinazione euroasiatica e diversi contatti in Russia con Aleksandr Dugin, il partito di Korchinsky e Arestovych è diventato fin dal 2008 uno strenuo oppositore della Russia e di Vladimir Putin, iniziando a pensare come difendere la Crimea da un eventuale piano di invasione.

Inoltre, “a partire dal 2007” l’attuale consigliere militare di Zelensky è “diventato co-organizzatore della società di produzione cinematografica Aegis Artist Group, della società non si sa nulla, rumors affermano che questa sia servita solo per attirare finanziamenti del partito della Fratellanza. Nel 2009”, nota Agc News, “Korchinsky ha inviato il suo braccio destro Arestovich a Odessa per organizzare e svolgere azioni a sostegno del suo amico, allora sindaco di Odessa, Eduard Gurvits. Il 3 giugno 2009, Gurvits ha nominato Arestovich alla carica di vicepresidente dell’amministrazione distrettuale di Primorsky”, in cui però è rimasto in servizio solo tre mesi.

La combinazione di abilità militari, recitative e psicologiche di Arestovych lo ha aiutato a diventare un commentatore televisivo noto, un analista e un videoblogger di successo negli anni seguiti alla fine della sua esperienza in Fratellanza, nel 2010. Arestovych è diventato divulgatore di questioni politiche interne e globali. Dopo la rivoluzione ucraina del 2014, si è presentato come un esperto militare, apparendo in Tv e altrove. Quando la Russia ha occupato parti delle regioni orientali di Donetsk e Lugansk nel 2014, Arestovych si è unito alla guerra contro i separatisti sostenuti da Mosca, prendendo parte a 33 missioni.

In seguito è passato a lavorare per il governo ucraino, sotto l’allora presidente Petro Poroshenko, e ha sviluppato un grande seguito sui social media negli anni in cui faceva da consulente alle truppe mobilitate nella riserva selezionata per la guerra in Donbass insegnando loro le psy-ops e la resistenza alla propaganda russa.

Dopo la vittoria di Zelensky e il rapido deterioramento delle condizioni per un appeasment con la Russia, Arestovych è stato nominato consulente del Capo dell’Ufficio Presidenziale per le questioni militari. Queste dinamiche hanno prefigurato la crescente consapevolezza di Arestovych e del governo ucraino circa la possibilità che si materializzasse la prospettiva di un’invasione da parte di Mosca.

Il capo di gabinetto di Zelensyk Andriy Yermak ha nominato Arestovych proprio a causa della sua esperienza militare e della presenza di una visione chiara sul futuro dell’Ucraina. Il 28 ottobre precedente Arestovych era stato nominato dall’ex presidente Leonid Kravchuk, rappresentante di Kiev ai colloqui per la pace in Donbass, consigliere per la politica dell’informazione e portavoce ufficiale della delegazione ucraina al Gruppo di contatto trilaterale sull’Ucraina ai colloqui di Minsk.

Tale prospettiva lasciava presagire una ridotta speranza di risoluzione della crisi del Donbass e il timore ucraino per la deflagrazione dell’invasione. Quando il 24 febbraio 2022 tale timore è diventato realtà, Arestovych è tornato in trincea, proprio nei mesi in cui assumeva notorietà globale per la previsione del 2019.

Consigliere del presidente e teorico della guerra cognitiva e di propaganda condotta da Kiev per mobilitare l’opinione pubblica globale, è uscito dal cono d’ombra, tenendo briefing quotidiani sulla situazione bellica, rilasciando interviste in cui si è dichiarato “eccitato” dall’idea di poter contribuire a guidare il Paese in guerra, creando lo spin per ribaltare sulla Russia la propaganda di Mosca.  La storia di Putin della Russia che libera ancora un altro territorio “russo” dai “nazisti” è stata presa di petto dai comunicatori ucraini che hanno evocato una memoria russa contrastante: l’invasione di Hitler. “Questo ricorda a tutti noi il 1941”, ha detto Arestovich paragonando la battaglia combattutasi attorno Kharkiv a Stalingrado. Sempre in trincea, sempre attento a consigliare chi guida il Paese, Arestovych è diventato l’uomo della guerra senza limiti che ha contribuito a mettere in  campo la resistenza psicologica e morale degli ucraini alla guerra scatenata da Putin. E ora per il suo futuro il cono d’ombra che c’è sulla sua biografia passata è destinato  a diradarsi definitivamente.

Tanto che Arestovych ha più volte lasciato intendere di ritenersi, di fatto, il delfino di Zelensky per la presidenza. Una suggestione, per molti. Una minaccia, per altri.

Arestovych, pur essendo ex militare e spia e uomo di capacità comunicative notevoli, non si è mai iscritto al partito dei guerrafondai più radicali del governo ucraino e mai, anche nelle fasi in cui la guerra volgeva contro gli invasori, ha pensato alla vittoria militare definitiva come all’unica opzione praticabile. Ha più volte proposto la prospettiva di recuperare con mezzi politico-diplomatici i territori perduti dall’invasione e ha messo in campo strategie di mediazioni ostili alla chiusura netta dei futuri rapporti Mosca-Kiev.

Il 14 gennaio 2023, dopo un attacco missilistico su Dnipro, Arestovych ha dichiarato che un proiettile russo che aveva distrutto un condominio, causando 40 morti, era caduto sull’abitato perché intercettato dalla contraerea ucraina. La mossa ha suscitato enorme scalpore nel Paese e ha generato un moto di indignazione verso Arestovych, accusato di “affermazioni false” dal Kyiv Independent e di essere “un narcisista con un bidone dell’immondizia al posto della bocca” dal sindaco di Dnipro Boris Filatov. Il 17 gennaio 2023 l’uomo della guerra-ombra si è dimesso, travolto dal caso in questione ma forse soprattutto dalle lotte di potere tra apparati a Kiev, in particolare tra chi intende proseguire la guerra a oltranza e chi ritiene che, prima o poi, un compromesso con la Russia nella guerra senza limiti si dovrà trovare.

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