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Com'è bello lo spaesamento con i quadri di Luca Ripamonti | CulturaIdentità

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L’artista vigezzino, dalla “valle dei pittori” dipinge con fl uide pennellate e potenti chiaroscuri

Luca Ripamonti cresce a Verbano, in valle Vigezzo, altrimenti nota come “la valle dei pittori”. Viene così introdotto al mondo dell’arte fin dalla più giovane età, grazie anche all’amicizia dello zio con Giorgio de Chirico. Dopo gli insegnamenti presso la Scuola del Fumetto di Milano frequenta l’atelier del pittore Ugo Bernetti Da Vila, dove apprende le tecniche classiche e l’olio su tela. La produzione dell’artista non presenta cesure con la tradizione pittorica, bensì manifesta piuttosto una rispettosa, seppur creativa, persistenza. Ritroviamo richiami ai Maestri del passato, si pensi al tributo verso il lombardo Giovanni Girolamo Savoldo nel “Ritratto di giovane flautista” o al “Martirio di San Sebastiano”. La resa non è mai pedissequa o puramente accademica, alle volte taluni elementi vengono modificati e accostati a strumenti propri della contemporaneità; altre volte invece è solo l’iconografia che si pone come tramite, investendo l’opera di una carica emozionale ed espressionista del tutto originale come in “San Sebastiano”, la cui assenza di architettura, sullo sfondo, rende il santo, o meglio l’uomo, il vero protagonista. Il martire è connotato da una profonda umanità: egli contrae il viso in spasmi di dolore, oscurando il paesaggio col manto nero della sofferenza. Ripamonti è anche abile paesaggista, le sue ambientazioni, persino quando risultano contraddistinte da un intento realista, contemplano una vena intimista, ove il pastoso modellato rende l’aria palpabile, concreta, intrisa di un forte lirismo. L’indagine pittorica del Nostro è sempre connotata da un afflato accennato, basti pensare all’opera “Lontani segnali di vita” (si veda foto), dove un palloncino rosso si libra al di là dell’ambiente terreno elevandosi nel misterico spazio dell’universo per esplorare gli argentei territori lunari, metafisico mondo incantato e divino. Nella composizione quel che pervade è un senso di spaesamento, un estroso accostamento di oggetti, alla René Magritte, che nasce dall’eclettica formazione del Nostro, la cui gestualità è espressa con fluide pennellate e accenti potentemente chiaroscurali. E mentre, tra i segnali di vita, la luna sorride ai giochi del vento Ripamonti, con la sua arte, ricorda che non bisogna cercare lontano quella sacra bellezza del mondo.

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