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Con immagini arresto Messina Denaro i Ros riscattano l'ignobile passarella di Enzo Tortora ammanettato – Il Riformista

La Giustizia dello Stato non può mai essere spettacolo né vendetta

Alessandro Butticé — 20 Gennaio 2023

Con immagini arresto Messina Denaro i Ros riscattano l’ignobile passarella di Enzo Tortora ammanettato

Pur avendo per anni indossato un’uniforme di un Corpo di polizia, e soprattutto per questo, resto un irriducibile sostenitore del rispetto dei diritti umani. Sempre e comunque. E del principio che la Giustizia dello Stato non può mai essere vendetta, né spettacolo.

Contrariamente a molti, alcuni – rarissimi casi, invero – anche tra miei vecchi colleghi, ho quindi molto apprezzato, e considerato esempio di grande professionalità dei Carabinieri, vedere le foto del boss mafioso Matteo Messina Denaro tradotto in carcere senza manette.

Assolutamente inutili, viste le circostanze soggettive dell’arrestato. Si tratta di un malato oncologico. Ma anche oggettive dell’arresto. Perché avvenuto in una clinica completamente circondata, e con dispiegamento di ingenti forze di sicurezza. Compresi i GIS.

I Carabinieri, con questa lezione di professionalità e sobrietà, non casuale, come dichiarato in conferenza stampa dallo stesso Comandante dei Ros, hanno riscattato una vergognosa pagina della storia nazionale. Mi riferisco alle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, e sono ancora visibile in rete, dell’ignobile passerella organizzata per i giornalisti col povero Enzo Tortora ammanettato.

E non parlo a caso di ignobile “passerella”. Perché chi ha qualche esperienza di polizia giudiziaria o di cronaca giudiziaria, sa come e quante volte queste vere e proprie ignobili “passerelle” siano state organizzate dalle forze dell’ordine a beneficio dei fotografi e dei video-operatori. Spesso costringendo gli arrestati, fossero anche i peggiori criminali, come non era il caso del povero Tortora, a subire l’umiliazione delle ripetizioni delle scene. A beneficio della sete di vendetta o del sadismo guardone di certa opinione pubblica giustizialista e forcaiola.

Ma non è questa Giustizia. Non quella di uno Stato democratico. Che non può mai essere vendetta. E nemmeno spettacolo.

Perché il rispetto dei diritti fondamentali di ogni essere umano non è negoziabile. E non è negoziabile nell’interesse di tutti. Perché a chiunque, un giorno, potrebbe capitare quello che è accaduto ad Enzo Tortora. E a tanti altri, prima e dopo di lui. Anche se meno famosi di lui.

Mi fa quindi piacere che i Carabinieri, con un Governo Meloni demonizzato da molti professionisti dell’antimafia e dell’anti-fascismo d’accatto, non solo abbiano arrestato il super boss mafioso latitante da trent’anni. Ma che l’abbiano fatto con grande professionalità e senza eccessivi clamori coreografici, che nulla hanno a che fare con la Giustizia.

Sono portato a pensare che la presenza nel Governo di un Magistrato di grande valore come Carlo Nordio, oggi Ministro della Giustizia, non sia completamente estranea a questo radicale cambio di rotta rispetto al passato recente. Nel sacrosanto rifiuto di trasformare la giustizia in vendetta o spettacolo.

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Da sempre Patriota italiano ed europeo. Padre di quattro giovani e nonno di quattro giovanissimi europei. Continuo a battermi perché possano vivere nell’Europa unita dei padri fondatori. Giornalista in età giovanile, poi Ufficiale della Guardia di Finanza e dirigente della Commissione Europea, alternando periodicamente la comunicazione istituzionale all’attività operativa, mi trovo ora nel terzo tempo della mia vita. E voglio viverlo facendo tesoro del pensiero di Mário De Andrade in “Il tempo prezioso delle persone mature”. Soprattutto facendo, dicendo e scrivendo quello che mi piace e quando mi piace. In tutta indipendenza. Giornalismo, attività associative e volontariato sono le mie uniche attività. Almeno per il momento.

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