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Cosa si nasconde dietro al tour del nuovo ministro cinese in Africa

Etiopia, Gabon, Angola, Benin ed Egitto. Il nuovo ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, Qin Gang, ha organizzato un tour diplomatico in Africa che toccherà cinque nazioni, nel suo primo viaggio ufficiale all’estero da quando, alla fine del mese scorso, è diventato il capo della diplomazia cinese. La trasferta terminerà il 16 gennaio e includerà una visita al quartier generale dell’Unione Africana e un incontro, in Egitto, con Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega Araba.

Da Pechino hanno fatto notare che questo è il 33esimo anno in cui un ministro degli Esteri cinese ha iniziato l’anno con una visita nel Continente. “Dimostra quanto la Cina apprezzi la sua tradizionale amicizia con l’Africa e la crescita delle relazioni Cina-Africa”, ha dichiarato il ​​portavoce del ministero, Wang Wenbin. In realtà l’operazione orchestrata dalla Cina risponde a ben altre logiche.

Non può certo essere un caso che il debutto ufficiale di Qin nell’arena internazionale sia coinciso con un viaggio in Africa, per di più un mese dopo che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ospitato a Washington un vertice che ha riunito i leader di 49 nazioni africane.

In quell’occasione, l’amministrazione Biden ha affermato di voler sostenere l’inclusione dell’Unione africana come membro permanente del G20 e ha messo sul tavolo 2 miliardi e mezzo di dollari in aiuti alimentari extra. Il tutto, va da sé, per cercare di recuperare terreno e influenza geopolitica in una regione altamente strategica. E dove la presenza cinese ha ormai raggiunto vette elevatissime.

Dalla Cina all’Africa: il viaggio di Qin Gang

La prima tappa di Qin coincide con l’Etiopia. Si tratta del Paese natale di Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ministro degli Affari Esteri etiope dal 2012 al 2016. Va ricordato che l’Oms ha espresso preoccupazione per il modo in cui Pechino sta gestendo le recenti divulgazioni pubbliche di dati riguardanti infezioni e decessi da Covid-19 e che proprio il ministero degli Esteri cinese ha respinto le affermazioni secondo cui il paese sta sottostimando l’impatto del virus. 

Come ha sottolineato Nikkei Asian Review, la Cina si è anche impegnata nella diplomazia dei vaccini con l’Etiopia, e i due governi dovrebbero annunciare il sostegno economico del Dragone a seguito della visita di Qin.

L’Angola è invece uno dei maggiori produttori di petrolio in Africa e la Repubblica Popolare Cinese ha fame di risorse energetiche. La Cina è inoltre il principale partner commerciale, nonché il principale investitore, in Gabon, che attualmente è un membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Le aree più calde

La visita di Qin in Africa arriva dopo il primo vertice tra Cina e Stati arabi a Riad, in Arabia Saudita, durante il quale Xi Jinping ha evidenziato gli impegni economici di Pechino nei confronti dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.

In particolare, l’Egitto è collocato geograficamente in un importante incrocio tra l’Africa e il mondo arabo, e risulta essere anche una voce importante per entrambe le regioni. È probabilmente per questo che Pechino sta intensificando la cooperazione con la Lega Araba e l’Egitto, in un’occasione che offre al Dragone la chance di continuare ad intavolare un dialogo costruttivo su come sfruttare la cooperazione per sviluppare – e sfruttare –  entrambe le sponde del Mar Rosso per fini commerciali.

In tutto questo Qin Gang, 56 anni, già ambasciatore negli Stati Uniti, è stato nominato ministro degli Esteri il 30 dicembre. È succeduto a Wang Yi, 69 anni, che ha sostituito Yang Jiechi come massimo funzionario di politica estera del governo. La nuova posizione di Wang non è stata annunciata, ma un suo recente articolo sul sito web del ministero degli Esteri lo ha descritto come direttore dell’ufficio per gli affari esteri del Partito comunista al governo, incarico precedentemente ricoperto da Yang.

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