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CulturaIdentità: 5 anni di idee che sono diventate azioni | CulturaIdentità

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CulturaIdentità era un progetto che avevo in mente da tanto tempo. Era maturato dentro me in tanti anni di tournée teatrali dove girando tutto lo Stivale, tra uno spettacolo ed un altro avevo avuto la fortuna di scoprire pezzi della nostra bella Italia che non conoscevo, come non conoscevano la maggioranza degli italiani. Ripartire dal racconto dei simboli artistici e culturali delle nostre città più piccole, quelle di provincia mi sembrava un’idea che nessuno stava realmente perseguendo, soprattutto in campo politico. L’obbiettivo era sensibilizzare la classe dirigente del Paese ad amare e valorizzare di più il nostro immenso patrimonio culturale, identitario e liberarlo dal globalismo che stava cancellando storia e tradizioni. Già quattro anni prima avevo portato la mia proposta sul tavolo del Cavaliere ad Arcore ma i tempi non erano maturi. Quella classe politica che, anche quando aveva governato non era riuscita ad incidere in un settore strategico come quello della Cultura, non sembrava interessata ad una battaglia così nobile ed ardita. Abbiamo scritto tante volte negli anni di come la sinistra italiana, in assenza dell’avversario, avesse costruito nei decenni un vero e proprio fortino di potere e di interessi clientelari, cercando sempre e con chiunque al governo di mantenere il proprio status quo. Così io, che ci ho sempre messo la faccia (e la carriera) per combattere questo sistema, ho provato con altri temerari come me ad aprire un varco in questa direzione.

Su quel palco del teatro Manzoni di Milano, esattamente 5 anni fa, ci salirono quegli artisti, quegli intellettuali, quei giornalisti, politici ed imprenditori che volevano iniziare una fase nuova. Ne avevo parlato di questo progetto con amici e colleghi con i quali condividevo l’urgenza di realizzare qualcosa di concreto lasciando in un cassetto le solite lamentele e i piagnistei: con Angelo Crespi che in quegli anni aveva scritto i miei spettacoli teatrali (da Nerone a d’Annunzio) poi entrato nel cda del Piccolo di Milano , con Giampaolo Rossi che aveva portato e stava per portare la sua grande esperienza e professionalità nella tv pubblica (mi auguro che torni a farlo presto), con un fine intellettuale come Alessandro Giuli, ora Presidente del Maxxi di Roma. A noi si sono aggregati tanti altri che avevano condiviso questa voglia di cambiamento, alcuni di loro non hanno proseguito questo percorso ma se ne sono uniti altri. Quel 6 febbraio del 2018 arrivarono un po’ da tutta Italia. Dalla Calabria, Nino Spirlì, della quale regione poi sarebbe diventato Presidente, Guido Castelli, all’epoca sindaco di Ascoli, oggi Commissario per la ricostruzione post sisma, c’era Nicola Alemanno, sindaco di Norcia, Federico Mollicone ora Presidente della Commissione Cultura alla Camera, la curatrice d’arte Francesca Barbi Marinetti nipote del fondatore del Futurismo, FT Marinetti, Giusy Versace che ha poi portato in Parlamento la sua battaglia sulla disabilità, Alessandro Sansoni che per 2 anni ha diretto il nostro mensile cartaceo, Elisabetta Armiato ex prima ballerina della Scala, Paola Radaelli, impagabile Presidente di UNAVI (Unione Nazionale Vittime) e tanti amici ancora come l’allora Assessore alla Cultura e al Turismo della Spezia, Paolo Asti , la cantante Alma Manera. Passò anche Attilio Fontana, che oggi tenta un bis alla guida della Regione Lombardia, doppietta che gli auguriamo di cuore di fare. Una vittoria però nella promessa che nel territorio più ricco d’Italia si punti finalmente al quel nuovo immaginario italiano da noi auspicato in questi anni.

Facendo nascere l’Associazione CulturaIdentità, che dal quel 2018 ha prodotto festival, eventi, mostre e spettacoli, ha dato vita ad un mensile cartaceo e alla Fondazione Città Identitarie, abbiamo dimostrato di avere uomini e idee per un vero cambiamento. E se quella classe politica che allora sembrava marginale ora è al Governo è merito anche del prezioso lavoro che abbiamo fatto con tanta passione in questi primi 5 anni di vita. Voglio ringraziare sponsor e aziende che come dei veri e propri mecenati ci hanno aiutato ad andare avanti in questi anni sinistri del covid. A tutti coloro che sono saliti sul carro, dai nostri lettori e sostenitori ai circa 80 responsabili territoriali della nostra Associazione che con orgoglio raccontano e rappresentano i propri territori. CulturaIdentità continuerà ad essere la casa di quell’Italia fatta di storie, simboli e personaggi che il mondo ci invidia, perché il nostro DNA è quello e non riusciranno a cambiarlo mai. Noi saremo sempre qui, tra queste pagine e nelle nostre piazze, fieri di essere italiani e di far conoscere la parte più bella del Paese. Ci aspettano altri 100 di questi 5 anni, di idee che diventano azioni.

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