Roma, 21 mar — «Voglio vedere quanto costa una nave, voglio anche io la mia solo per metterci la mia faccia e farla vedere per far spaventare»: esaurita la vena di smalti, figliolanza da gettare in pasto ai follower, baci genderfluidi e melodrammi vari sui dosaggi degli psicofarmaci Fedez decide di saltare sul carrozzone delle Ong.

«Voglio anche io la mia nave», frase pronunciata come una bambina Wasp chiederebbe al padre di comprarle un nuovo pony, ma il marito della Ferragni il pony se lo può probabilmente comprare da solo: quello che chiede, è la benedizione di Santa Cecilia Strada, patrona delle navi-taxi che fanno su e giù per il Mediterraneo alla ricerca di clandestini da scaricarci addosso. E’ accaduto nel corso dell’ultima puntata del podcast di Fedez Il Muschio Selvaggio, che ha visto come ospite proprio la figlia del fu Gino. Contestualmente alla sparata sull’acquisto nave Ong, il rapper ha annunciato la sua volontà di salire a bordo della ResQ, dell’omonima Onlus, per una missione nel Mediterraneo.

Ma lo capiamo, poverino: tra il caos post-sanremese, la bufera social che lo ha investito dopo aver dato del castrato a Mario Giordano e la sua disavventura con gli psicofarmaci Fedez aveva bisogno di ripulire la propria immagine; e cosa c’è di meglio, a due settimane dalla tragedia di Cutro, che chiamare la star del jet-set immigrazionista per antonomasia e annunciare urbi et orbi di voler saltare sul carrozzone, anzi sul barcone, delle anime belle?

Se riesco vengo

Così, appena la Strada ha fatto sapere che la nave ResQ farà il suo ritorno in mare tra qualche settimana, Fedez scatta sull’attenti: «Se riesco vengo», come se lo avessero appena invitato in pizzeria, e aggiunge: «Secondo me ha senso venire perché potrei dare la mia testimonianza, far vedere a più persone possibili quello che non si vede. Credo che questa possa essere la mia utilità». Si porterà al seguito le telecamere di Prime Video? Pubblicherà le storie Instagram assieme ai gambiani avvolti nelle coperte termiche? Resta solo capire come, anche questa volta, riuscirà a capitalizzare il suo inesauribile egocentrismo mascherato da «diritti umani».
Cristina Gauri

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