Un drammaturgo marocchino è morto domenica 2 aprile, una settimana dopo essersi dato fuoco per protestare contro il ministero della cultura. Lo ha annunciato alla Afp un funzionario marocchino. Ahmed Jawad “è morto in un ospedale di Rabat dove era in cura”, dopo aver tentato di togliersi la vita, secondo il funzionario che ha richiesto l’anonimato. La notizia è stata riportata poi dall’Ansa.
Drammaturgo marocchino si dà fuoco per protesta cntro il ministero della Cultura
Era il 27 marzo quando il drammaturgo si era consegnato alla fiamme davanti alla sede del ministero della Cultura a Rabat, in occasione della Giornata Internazionale del teatro. Secondo i media locali l’uomo avrebbe compiuto il suo gesto perché sentiva esclusione ed emarginazione” nei suoi confronti. Il ministero della Gioventù, della Cultura e della Comunicazione ha espresso in un comunicato “profondo rammarico”. Precisando che si tratta di “un dipendente pubblico a contratto del teatro Mohammed V di Rabat in pensione dall’ottobre 2021, che gode di tutti i diritti a lui garantiti per legge”.
L’umorismo “nero” di Dagospia
Piomba sulla notizia l’ironia “macabra” di Dagospia, che con la consueta irriverenza contro tutto e tutti presenta la notizia in modo satirico prendendo in giro i nostri intellettuali “allergici” al titolare di centrodestra del dicastero della Cultura : “Un’idea per gli intellettuali che non digeriscono il ministro Sangiuliano”… Il drammaturgo si è dato fuoco – come riportano i siti locali- per protestare contro il ministero della Cultura. Immolarsi contro Sangiuliano? E’ chiaro che Dago ama provocare e usa un “black humour”. Quel sottogenere di umorismo che tratta di eventi o argomenti generalmente considerati molto seri o addirittura tabù, come la morte.
Il ministero del Marocco: “Godeva di tutti i diritti garantiti dalla legge”
Il drammaturgo morto domenica era stato soccorso con un estintore e portato in ambulanza all’ospedale Ibn Sina per essere curato, ricostruisce il sito –www-moroccoworldnews-com. Subito dopo l’incidente, il ministero ha identificato la vittima come un ex dipendente del teatro Mohammed V di Rabat. Si è ritirato nell’ottobre 2021. “Gode di tutti i diritti che gli sono garantiti dalla legge, e lavora allo stesso tempo nell’arte teatrale”, ha detto il ministero. Aggiungendo di aver approvato una richiesta da lui presentata per l’acquisto di spettacoli teatrali. “Questo ministero ha acquistato due spettacoli teatrali nel 2022 e ha accettato di acquistarne uno nel 2023. Questi spettacoli erano stati precedentemente presentati nelle città di Mechra Bel Ksiri e Sale”.
Le fonti divergenti sulle condizioni di Ahmed Jawad
Poco dopo, tuttavia, sono emerse notizie secondo cui la persona in questione era stata spinta alle sue azioni da condizioni miserevoli nella sua vita in pensione. Secondo alcuni siti l‘uomo stava ricevendo un misero stipendio di 1.800 MAD ($ 177) durante il suo pensionamento, rendendo difficile pagare le necessità della vita a causa dell’aumento dei prezzi. Aveva anche protestato contro il rifiuto del ministero di sostenere alcune delle sue opere teatrali, che gli avrebbero fornito modi migliori per alleviare alcune delle sue preoccupazioni sui costi. Ma su questo aspetto le fnti divergono.