Roma, 4 apr – Il ciclo di dipinti di Dosso Dossi dedicati all’Eneide virgiliana e intitolato il Fregio di Enea ritrova la sua – seppur parziale – unità dopo quasi cinque secoli dalla sua realizzazione, grazie a una mostra presso la Galleria Borghese a Roma.

Dosso Dossi pittore del fantastico

Pittore alla corte degli estensi al tempo di Ludovico Ariosto, cioè a cavallo tra ‘400 e ‘500, Dosso Dossi è artista dallo stile immaginifico e innamorato del fantastico, tratti che condivide proprio con l’autore dell’Orlando furioso. Il suo Fregio di Enea, costituito da dieci tele che riprendevano episodi del poema virgiliano dedicato all’eroe troiano, ornava originariamente la fascia superiore delle pareti di una delle stanza dei Camerini d’Alabastro di Alfonso I d’Este, il celebre studiolo del duca di Ferrara. Fu con la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio nel 1598 che molte delle opere presenti alla corte estense vennero trasferite a Roma, mentre il Fregio di Enea vi rimase per circa vent’anni, ovvero fino al 1608 quando entrarono a far parte della raccolta del cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V. Come afferma Marina Minozzi, curatrice della mostra, per quest’ultimo “la vicenda di Enea come fondatore di una nuova città e un nuovo impero aveva un profondo significato legato all’esistenza stessa del pontificato e del suo saldo rapporto con le origini di Roma”, tanto sa commissionare al Bernini il gruppo scultoreo di Enea e Anchise.

I dipinti del Fregio di Enea in mostra a Roma

A partire dalla seconda metà dell’800 si cominciano a perdere le tracce dell’opera di Dossi e i dipinti che componevano il Fregio di Enea si dividono in varie collezioni, tanto che ad oggi solo sette delle dieci tele sono state ritrovate. Di queste, cinque sono state eccezionalmente riunite per la mostra “Dosso Dossi. Il Fregio di Enea presso la Galleria Borghese. Rappresentano episodi che spaziano dal libro I al libro VI dell’Eneide, troviamo quindi La peste cretese, L’arrivo dei Troiani alle isole Strofadi e l’attacco delle Arpie, I giochi siciliani in memoria di Anchise e la fondazione di una città in Sicilia, La costruzione del tempio di Venere a Erice e le offerte alla tomba di Anchise, La riparazione delle navi, e infine Il viaggio negli inferi di Enea. Degno di nota anche il fatto che La costruzione del tempio di Venere a Erice e La riparazione delle navi siano stati riuniti per formare un quadro unico così come erano stati pensati in origine.

Michele Iozzino

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