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Elena Di Cioccio: “Ho l'HIV, sono sieropositiva da 21 anni, non voglio più nascondermi” – Il Riformista

Il racconto della conduttrice e attrice

Antonio Lamorte — 29 Marzo 2023

Foto da Le Iene
Foto da Le Iene

Elena Di Cioccio ha deciso dopo ventuno anni di liberarsi, con un libro, di un segreto. “Ho 48 anni e da 21 sono sieropositiva. Ho l’Hiv”, ha detto a Le Iene, il programma Mediaset per il quale per anni è stata un’inviata. “Dopo anni passati divisa tra la paura e la rabbia, non mi sento più in difetto di niente. Io sono questa cosa qui e non voglio più nascondermi. Quando incontro ogni singola persona mi domando se, come e quando dire che sono sieropositiva: lasciando la mia parola scritta ora lo do per fatto, una volta per tutte”.

Classe 1974, nata a Milano, è figlia del cantante e batterista della Premiata Forneria Marconi Franz Di Cioccio e della manager Anita Ferrari. Ha cantato in gruppi rock, fatto da conduttrice in radio e in televisione, è stata attrice per il cinema e la televisione. È vegetariana. Ha appena scritto Cattivo Sangue, edito da Vallardi, che sarà pubblicato il prossimo 4 aprile. Il virus dell’immunodeficienza umana è rappresentato da due specie di Lentivirus che causano un’infezione che può portare alla sindrome da immunodeficienza acquisita.

Di Cioccio ha raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera come sul tema persista lo stigma, di come lei stessa abbia sofferto per non essere diventata madre. “Ero una persona scrupolosa, anche nei rapporti, eppure è successo. Mi fanno molta impressione le signore su con l’età che ho visto in cura, in ospedale, nei reparti dedicati: mi si spezzava il cuore perché si guardavano attorno come alieni al cospetto di una cosa che le terrorizzava. Non era il loro posto, ma invece è un posto anche per loro”. Ha sperimentato ogni tipo di reazione: “La comunicazione si è fermata al 1989: abbiamo fatto dei passi in avanti con quattro baci e strette di mano passate e poi il nulla”.

Il libro non parla soltanto della sieropositività Elena Di Cioccio nella sua autobiografia racconta anche della sua dipendenza dalla cocaina, delle dipendenze affettive, della sua famiglia. La madre si tolse la vita dopo averci già provato diverse volte in passato. “Processare il dolore non è uno sport per tutti e mia mamma aveva stratificato una quantità di dispiaceri davvero grande, non processandoli, appunto. Alla fine se la sono portata via”. Ferrari aveva perso un bambino quando questo aveva solo tre anni. Soffocato. Con il padre non ha più rapporti da tempo.

“Ora rifletto sul fatto che uno degli effetti collaterali dei farmaci che prendo è il disturbo dell’umore, quindi se capita di svegliarmi accompagnata da pensieri tristi, oggi gli do una carezza e poi esco e vado a fare altro e dopo due ore, quando rientro, non ci sono più”.

Quella dell’HIV 40 anni dall’isolamento del virus è considerata, se adeguatamente trattata, una condizione totalmente diversa. Le persone positive posso convivere con l’infezione senza trasmetterla e avere una condizione di vita normale. Al 2021 risultavano un milione e mezzo di nuove infezioni, quasi 38 milioni e mezzo di persone che vivono con l’infezione, 650mila persone morte a causa di malattie correlate. In Italia sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da HIV, l’83,5% attribuibili a rapporti sessuali, il 79,5% maschi tra 30 e 39 anni. 382 i nuovi casi di AIDS, un’incidenza in costante diminuzione grazie alle terapie con anti-retrovirali.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

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