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Grammy, record di premi per Beyoncè ma l’album dell’anno va a Harry Styles: Maneskin a mani vuote – Il Riformista

Premiata la prima artista trans: Petra Kim

Elena Del Mastro — 6 Febbraio 2023

Grammy, record di premi per Beyoncè ma l’album dell’anno va a Harry Styles: Maneskin a mani vuote

E’ Beyoncè l’artista che si è aggiudicata più Grammy di sempre con 32 grammofoni d’oro portati a casa, uno in più del direttore d’orchestra Georg Solti, morto nel ’97, che per il momento deteneva il record. L’artista afroamericana era quotata anche per il titolo di miglior album che invece si è aggiudicato Harry Styles. A mani vuote invece gli italiani Maneskin al loro esordio alla cerimonia nella categoria “best new artist”.

Prima che iniziasse la serata Beyoncè si era già aggiudicata tre vittorie e poi altre due durante la diretta per la migliore canzone R&B per Cuff It e per la coreografia. Un successo dopo ben 88 nomination raggiunte durante tutta la sua carriera. Dopo le polemiche per il l’esibizione a Dubai, l’artista salita sul palco dei Grammy ha voluto fare una dedica speciale alla comunità Lgbtq+. “Vorrei ringraziare – ha detto la cantante, dopo aver ricevuto il suo 31° Grammy – la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere”. La cantante di Renaissance è rimasta però esclusa, per l’ennesima volta, dai premi più importanti: è la quarta volta che Beyoncé perde il riconoscimento per l’album dell’anno, premio che invece è stato assegnato all’inglese Harry Styles con il suo Harry’s House.

L’ex One Direction aveva già vinto il premio come ‘miglior album pop vocal’, si tratta del terzo Grammy su nove nomination. “Sono stato molto ispirato dagli artisti che sono qui con me in questa categoria, ho passato la mia vita, in diversi momenti della mia vita, ad ascoltare la loro musica da solo – ha detto Styles dal palco commosso – Quello che va ricordato stasera è che nessuno di noi entra in uno studio per fare musica pensando a uno di questi. Però sono molto grato e voglio condividerlo con i miei collaboratori. Una cosa così non capita tutti i giorni”.

Adele ha vinto nella categoria “Best Pop Solo Performance” con Easy On Me. La canzone dell’anno è stata a sorpresa Just Like That della cantautrice Bonnie Raitt. About Damn Time di Lizzo è il “Record of the year”, la migliore registrazione dell’anno. L’artista dal palco ha dedicato il premio a Prince. “Quando è morto Prince – ha detto la cantante – ho deciso di dedicare la mia vita a fare musica positiva. C’è stato un tempo in cui la musica positiva non era popolare, non era mainstream, mi sentivo incompresa ma io ho deciso di rimanere fedele a me stessa. Poiché volevo rendere il mondo un posto migliore dovevo essere parte di quel cambiamento per rendere il mondo un posto migliore. Mi piace credere non solo che le persone possono fare del bene, ma che siamo semplicemente brave persone, buoni intrinsecamente”.

Al loro esordio come candidati ai Grammy, i Maneskin tornano a casa a mani vuote. Si sono battuti per la categoria “best new artist” cantante jazz di 23 anni Samara Joy che ha vinto anche un altro grammy per il miglior album vocale jazz. Per la band si tratta comunque di un successo anche la sola candidatura nel tempio della musica americana.

Prima volta a vincere un Grammy anche per una donna transgender. Kim Petras si è aggiudicata il premio per il miglior Pop Duo/Group Performance. Con lei ha vinto Sam Smith con il brano Unholy.”Sono cresciuta vicino a un’autostrada in mezzo al nulla – ha dichiarato – mia madre ha creduto in me, al fatto che io fossi una ragazza. Ora non sarei qui se non fosse stato per il suo sostegno”. Prima che salisse sul palco, l’esibizione di Madonna in look total black e frustino che ha fatto un’intervento sui ribelli del rock. “Ecco – ha detto Madonna – cosa ho imparato dopo quattro decenni di musica. Se ti definiscono scioccante, scandalosa, problematica, provocante o pericolosa, vuol dire che ce la stai facendo”. “La tua mancanza di paura – ha aggiunto – non potrà passare inosservata”.

Baraye, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo è stata la first lady americana Jill Biden. L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto e fu eliminato dalla versione iraniana di American Idol. Poi la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran.  Hajipour vive in Iran ed è stato arrestato dopo che la sua canzone in settembre è diventata virale, generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.

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