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Il carro armato britannico Challenger 2

Il Challenger 2 FV4034 è stato sviluppato da iniziativa privata dell’allora Vickers Defence System per sostituire il Chieftain in servizio con l’esercito britannico. È un ulteriore sviluppo dell’Mbt Challenger, ma i due carri armati sono profondamente diversi, avendo in comune solo il 3% degli elementi: esso infatti utilizza solo lo scafo di base e le parti automobilistiche del suo predecessore.

Vickers Defense Systems (in seguito Alvis Vickers, ora BAE Systems Land Systems) ha iniziato a sviluppare un successore del Challenger 1 nel 1986. In seguito all’emissione di una specifica per un carro armato di nuova generazione, Vickers ha presentato formalmente i suoi piani per il Challenger 2 al ministero della Difesa britannico e nel gennaio 1989 la società si è assicurata un contratto da 90 milioni di sterline per lo sviluppo di un dimostratore. Il programma dei test è stato condotto dal 1989 al 1990, e nel giugno 1991, infine, si è svolto un test comparativo con il Leopard 2A5 e l’Abrams M1A2. Successivamente, il ministero della Difesa ha emesso un ordine del valore di 520 milioni di sterline per 127 Mbt e 13 veicoli per l’addestramento dei conducenti, seguito da un altro ordine del valore di 800 milioni di sterline per altri 259 più 9 addestratori.

Il Challenger 2 è entrato in servizio con l’esercito britannico nel giugno 1998: il primo reparto a dotarsene è stato il Second Royal Tank Regiment in Germania. L’l’ultimo dei 386 carri armati è stato consegnato nell’aprile 2002 e si ritiene che possa restare in servizio nell’esercito britannico anche oltre il 2035. Il Challenger 2 è in servizio con i Queen’s Royal Hussars, i King’s Royal Hussars e il Second Royal Tank Regiment. Secondo la revisione del servizio “Army 2020”, oltre a questi tre reggimenti è stato creato un quarto di riserva: il Royal Wessex Yeomanry. I Challenger non utilizzati sono tenuti in deposito. Questa misura era volta ad abbassare il costo operativo a favore di veicoli più adatti a rispondere alla guerra asimmetrica e al terrorismo.

Sono stati proposti alcuni programmi di modernizzazione per il carro armato: nel 2008 c’è stato il Capability Sustainment Program (C2 CSP) che ha tentato di fondere tutti i programmi in uno, incluso in seguito il Challenger 2 Life Extension Program. Il programma Clip/Clep era il principale programma di aggiornamento, volto a migliorare la letalità, da cui il Clip sta per “Challenger Lethality Improvement Programme“. Il piano includeva la sostituzione del cannone rigato L30A1 con il cannone ad anima liscia Rheinmetall da 120 millimetri, come testato da un singolo carro armato nel 2006. Nel 2014 questa possibilità è stata abbandonata.

Challenger 2 Tes: soprannominato anche Megatron è molto simile all’M1 Abrams Tusk (Tank Urban Survival Kit) in termini di protezione. Il sistema Tes è stato sviluppato per aumentare la protezione del carro armato contro le testate tandem e le minacce Ied (Improvised Explosive Device).

Challenger Black Night: è una versione aggiornata lanciata dalla società BAE Systems per fare un’offerta per il Life Extension Project (Lep) del carro armato. Il nuovo equipaggiamento da combattimento della torretta Black Night include il mirino indipendente del comandante Safran Paseo, la termocamera Leonardo per l’artigliere e il mirino notturno Leonardo Dnvs 4 per fornire capacità hunter/killer grazie alle termocamere per l’artigliere, il comandante e il pilota.

Nel 2021 è stato presentato per la prima volta il Challenger 3. Si basa sullo scafo modificato del Challenger 2 ma il carro è dotato di una nuova torretta ed è armato con un nuovo cannone ad anima liscia da 120 millimetri. Motore e sospensioni sono stati aggiornati. La protezione è stata migliorata e nel complesso, il Challenger 3 risulta essere più letale e meglio protetto del suo predecessore. È stato firmato un contratto per la produzione di 148 di questi nuovi Mbt per l’esercito britannico. La capacità operativa iniziale è prevista entro il 2027 e la piena capacità operativa è prevista entro il 2030. Ciò consentirà di prolungare la vita utile degli scafi Challenger 2 fino al 2040 e oltre.

La versione da esportazione prende il nome di Challenger 2E e monta un sistema integrato di controllo delle armi e di gestione del campo di battaglia diverso, che include un mirino diurno/termico girostabilizzato Sagem Mvs 580 per il comandante e un mirino diurno/termico girostabilizzato Sagem Savan 15 per l’artigliere, entrambi con telemetro laser eyesafe. Ciò consente operazioni hunter/killer con una sequenza di ingaggio comune. Una piattaforma in torretta per armi secondarie servocomandata opzionale può essere asservita alla vista del comandante per consentire operazioni indipendenti dalla torretta. Il gruppo propulsore è stato sostituito con uno nuovo da 1500 Cv con motore diesel Mtu 883 montato trasversalmente abbinato al cambio automatico Renk Hswl 295Tm. Il motore più piccolo ma più potente offre più spazio per lo stoccaggio del carburante, aumentando l’autonomia del veicolo a 550 chilometri.

Il design dello scafo è generalmente simile al Challenger 1 e anche la posizione del pilota è la stessa, solo l’equipaggiamento di guida e i mirini sono stati modernizzati. Anche la forma della torretta rimane la stessa, ma la protezione complessiva è stata ulteriormente migliorata con la generazione 2 dell’armatura Chobham chiamata “Dorchester” che si ritiene possa offrire uno spessore equivalente di acciaio che è doppio rispetto alla precedente. In breve, il Challenger 2 offre probabilmente il miglior livello di armatura passiva al mondo, almeno alla fine degli anni ’90.

Anche la sicurezza dell’equipaggio è stata migliorata, con una torretta ad azionamento elettrico che ha eliminato i circuiti idraulici. Per la protezione attiva è stato inoltre installato un set modernizzato di generatori di fumo L8, cinque per lato. Possono sparare vari proiettili Frag, fumogeni e razzi IR. Il motore è stato inoltre dotato del sistema di iniezione nei collettori di scarico per creare ulteriore fumosità (denominato Virsss). Sia il compartimento dell’equipaggio che quello motore hanno i propri rilevatori di incendio ed estintori.

La disposizione interna della torretta rimane sostanzialmente invariata: uno studio ha stabilito che i caricatori automatici riducono la sopravvivenza sul campo di battaglia e causano problemi di affidabilità, quindi il caricamento manuale è ancora presente. Da qui un equipaggio di 4 uomini (capocarro, pilota, artigliere e servente) che offre anche vantaggi per la manutenzione in zona di guerra.

Il propulsore del Challenger 2 si basa essenzialmente sullo stesso motore diesel Perkins CV12 da 26,6 litri aggiornato, che eroga 1.200 Cv (890 kW), accoppiato a un cambio David Brown TN54 con trasmissione epicicloidale (6 marce avanti e 2 retromarce). Il rapporto peso/potenza è di 19,2 Cv/t (14,3 kW/t) per un peso totale di 62,5 tonnellate contro le 62 tonnellate del Challenger 1. La potenza è trasferita ai cingoli attraverso un sistema di sospensioni simile a quella del carro precedente comprendente sei ruote doppie e sospensioni a idrogas. La velocità massima è di 60 km/h e di circa 40 in fuoristrada. Le prestazioni sul campo hanno mostrato che il Challenger 2 può oltrepassare un dislivello del 60% o un gradino verticale di 0,9 metri, rimanere stabile su un pendio laterale del 30% e attraversare una trincea larga 2,34 metri o un guado di 1,07 senza preparazione.

Grazie a una capacità di carburante di 1592 litri, la sua autonomia operativa massima è di 450 chilometri su strada e di 250 sul terreno. Il Challenger 2 può montare fusti di carburante esterni posteriori che portano l’autonomia a 550 chilometri. Grazie a vari miglioramenti del motore, la velocità massima su strada dichiarata nel 2013 è di 59 km/h, nonostante le 15 tonnellate di moduli di protezione aggiuntivi.

Il Challenger 2 ha mantenuto la stessa canna ad anima rigata Rof L30A1 da 120 millimetri, con 52 colpi a disposizione: si tratta di una versione derivata, più lunga di quella utilizzata dal Challenger 1 e dal Chieftain. L’aumento di lunghezza (55 calibri) ha portato a una velocità più elevata alla bocca e a una portata estesa. La canna, come detto, è caricata manualmente ed è completamente stabilizzata dal motore elettrico. L’armamento principale usa i proiettili L31 ad alto potenziale (tipo Hesh – High Explosive Squash Head), insieme ai proiettili L27A1 (Charm 3) Apfsd (Armour-piercing discarding sabot) e ai proiettili L34 fumogeni al fosforo bianco. Sebbene molto meno efficace contro le corazze moderne, gli Hesh hanno una grande testata ideale per tutti i tipi di veicoli corazzati minori ed edifici in cemento, e a una distanza migliore (8 chilometri). L’armamento secondario è costituto da una mitragliatrice coassiale (a sinistra del pezzo principale) L94A1 da 7,62 millimetri e una L37A2 sempre da 7,62 montata sull’anello del portello della torretta, con 4200 colpi immagazzinati in tutto.

Il mirino panoramico del comandante è un Sagem Vs 580-10, girostabilizzato e accoppiato con un telemetro laser (elevazione 70° totale sopra e sotto). La cupola del capocarro ha otto periscopi. C’è anche un visore termico Gunnery Sight II o Togs II costruito da Thales con visione notturna, visualizzato anche sui monitor dell’artigliere e del comandante.

L’artigliere usa un mirino primario stabilizzato, con un telemetro laser che va da 200 a 10mila metri. La sua posizione è dotata di un periscopio Thales Optronics che intensifica l’immagine e che consente la guida notturna o in condizioni di bassa visibilità, insieme a una telecamera termica per la retromarcia e le manovre. Telecamere aggiuntive potrebbero essere montate sulla torretta per mostrare una consapevolezza del campo di battaglia a 360 gradi nel combattimento urbano.

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