Quel bando natalizio starebbe provocando ancora “vittime”. Lo sfogo di Croce: “Non c’è controllo, speriamo si ravvedano per l’estate”
È stato un “gran pasticcio” il Natale foggiano voluto dai commissari dell’Ente sciolto per mafia, secondo il presidente della Pro Loco Giuseppe Croce. Quel bando natalizio starebbe provocando ancora “vittime”, se è vero che almeno 5 associazioni che hanno organizzato eventi dall’8 dicembre all’Epifania erano prive del certificato antimafia e non potrebbero essere remunerate oggi dall’Ufficio economato.
“Abbiamo visto il bando e abbiamo partecipato, sin dall’inizio ci sono apparsi dei dubbi, mancava il capitolo di spesa, e ci siamo fatti subito una domanda: la commissione deve decidere? Abbiamo notato delle anomalie, ma abbiamo voluto partecipare con due proposte, una con la guida turistica Franca Palese pari a circa 2000 euro, che ci è stata scartata, e l’altra con la presenza dei dj Nino Martino, del valore di 2500 euro, che invece ci è stata accolta, pur avendo un valore artistico, storico e culturale, nettamente diverso”, ricorda Croce a l’Immediato.
“Il Comune è stato regolare nei nostri riguardi, ma non ci ha saputo spiegare il perché Franca Palese sia stata esclusa. Non è dato sapere, per questo ho fatto accesso, attendo le carte per oltre un mese; nulla togliere a Nino ovviamente, ma è un paradosso che un servizio Cultura bocci un evento sulla tradizione storica del centro storico e il presepe vivente con costumi d’epoca. Secondo i funzionari sono stati i commissari a decidere, ma che potere hanno? Mica hanno un indirizzo politico?”.
Dall’accesso agli atti e dai numerosi video di alcuni eventi, sono emerse, secondo Croce, diverse irregolarità. A cominciare dalla mancanza di un piano sicurezza. Nei video si vedono bimbi seduti sulle casse del service nel corso dell’evento di apertura del Natale.
Tra le maggiori criticità quella relativa alle mail e pec che dagli uffici hanno raggiunto alcune associazioni con la richiesta di rimodulazione economica delle loro proposte. “Ma non era un bando? Perché ad alcuni chiedi di rimodulare e altre proposte invece sono semplicemente rigettate? A bando chiuso a molte associazioni che conosco è stata offerta la possibilità della rimodulazione, ma così non è più un bando pubblico”. Ma la cosa più grave sono i certificati antimafia. Conclude il presidente della Pro Loco: “Apro i fascicoli e ci sono 2 o 3 associazioni che non avevano la certificazione antimafia, altre poi nei loro manifesti insieme al logo del Comune e al patrocinio hanno inserito la pubblicità dei loro sponsor privati. Insomma oggi abbiamo capito con chi abbiamo a che fare, non c’è controllo, speriamo si ravvedano per l’estate”.