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La decisione Usa: perché non svilupperanno il missile ipersonico ARRW

La U.S. Air Force, l’aeronautica degli Stati Uniti, ha deciso di non proseguire con il piano di acquisizione del missile ipersonico ARRW (Air-launched Rapid Response Weapon) AGM-183A, dopo anni di fallimenti che hanno afflitto il programma e problemi di finanziamento.

“Attualmente l’USAF non intende perseguire l’approvvigionamento dell’ARRW una volta concluso il programma di prototipazione”, ha dichiarato Andrew Hunter, capo dell’ufficio acquisizioni dell’aeronautica, ma l’AGM-183A vedrà ancora attività di ricerca e sviluppo in quanto l’Air Force ha chiesto circa 150 milioni di dollari nella sua richiesta di budget per il 2024 per il programma. Questo finanziamento, che sarà l’ultimo per l’ARRW, completerà i test del sistema missilistico ipersonico (ne rimangono due) “per raccogliere i dati che aiuteranno a sviluppare i futuri programmi ipersonici” e per “lasciare le capacità sviluppate in supporto” degli altri programmi.

Durante l’udienza alla Camera dei rappresentanti che ha comunicato le intenzioni dell’USAF, l’ufficiale non ha annunciato l’annullamento dell’ARRW, ma il programma è sostanzialmente condannato, in quanto non vedrà il suo ingresso in servizio attivo.

L’epilogo del programma è un duro colpo per gli sforzi del Pentagono di mettere in campo un arsenale di armi ipersoniche, che sono già operative in Russia e Cina.

Sebbene l’ARRW fosse visto, potenzialmente, come il primo missile ipersonico operativo degli Stati Uniti, il programma è stato afflitto da una prima serie di fallimenti prima di ottenere una prima e riuscita valutazione completa lo scorso dicembre.

Nel corso del 2021 sono stati tre i tentativi di lancio non andati a buon fine: ad aprile l’AGM-183A non è riuscito a sganciarsi dal pilone del bombardiere, a luglio lo sgancio è stato effettuato regolarmente ma il missile non ha acceso il suo booster, e a dicembre ancora una volta non si è separato dall’aereo. Il primo test positivo è avvenuto a maggio 2022, quando un B-52H, in volo al largo della costa della California meridionale, ha sganciato il vettore che ha funzionato secondo i parametri previsti accelerando sino a velocità ipersoniche. L’ultimo fallimento, invece, è avvenuto a metà marzo 2023: il 13 di quel mese il lancio di prova si è concentrato sulle prestazioni end-to-end dell’arma, ma come affermato successivamente dal segretario dell’Air Force, “non è stato un successo”.

L’aeronautica statunitense, che era in lizza per essere la prima forza armata a schierare un vettore ipersonico, si trova ora a dover rincorrere le altre, con l’U.S. Army in testa dopo l’esito positivo del test di schieramento operativo del missile ipersonico lanciato da terra LRHW effettuato la scorsa settimana.

Gli Stati Uniti continuano a sviluppare armi ipersoniche più promettenti, come l’HAWC (Hypersonic Air-breathing Weapon Concept) dell’USAF, il già citato LRHW e la marina statunitense che ha in comune con l’esercito la piattaforma Common Hypersonic Glide Body (C-HGB) che andrà a formare il Conventional Prompt Strike. La richiesta di finanziamenti per questo programma da parte dell’U.S. Navy per l’anno fiscale 2023 è di 1,2 miliardi di dollari per ricerca e sviluppo, compresi i fondi aggiuntivi stanziati dal Congresso per consentire ulteriori test di volo. L’USAF, però, non ha puntato tutto sull’ARRW: un progetto parallelo, per un missile da crociera, sta facendo passi avanti sebbene non sia ancora arrivato ai test di volo. Si tratta dell’HACM (Hypersonic Attack Cruise Missile) che è in sviluppo da parte di un team composto da Raytheon e Northrop Grumman.

Raytheon si è aggiudicata un contratto da 985 milioni di dollari dalla direzione degli armamenti dell’Air Force il 22 settembre 2022, battendo la concorrenza di Boeing e Lockheed Martin. Il contratto si basa sul lavoro precedentemente completato nell’ambito del progetto bilaterale Stati Uniti/Australia SCIFIRE (Southern Cross Integrated Flight Research Experiment). L’HACM è un’arma ipersonica tattica, adatta al lancio da aerei da combattimento e bombardieri, in grado di colpire bersagli di alto valore in ambienti contestati da distanze stand-off. Il programma di sviluppo prevede di fornire una prima capacità operativa entro il 2027. Sebbene l’HACM possa venire usato anche dai bombardieri, l’USAF prevede che i vettori di trasporto e sgancio saranno i caccia in modo da poter usare i primi per altri obiettivi strategici.

Ad oggi, gli Stati Uniti non dispongono di alcuna arma ipersonica in servizio nelle sue forze armate e pertanto risultano indietro rispetto a Russia e Cina, che hanno entrambe armi ipersoniche di pronto impiego (o molto prossime a esserlo) come il DF-17, il Kh-47M2 “Kinzhal” e il 3M22 “Zircon”.

Questo divario si sta colmando, ma come abbiamo visto con molta fatica nonostante gli USA siano stati pionieri nella ricerca ipersonica avendo sviluppato l’X-51A “Waverider” (primo volo nel 2010) e l’X-43 nei primi anni del 2000.

Giova ricordare che la tecnologia ipersonica, oltre a dividersi in due grandi famiglie ovvero quella dei veicoli di rientro plananti manovrabili per missili balistici (HGV) e i missili da crociera, può sfruttare due soluzioni motoristiche: quella classica a razzo (come il “Kinzhal” russo) e quella a ingestione d’aria (air breathing) coi motori scramjet/ramjet. Un tempo si tendeva a definire ipersonico qualsiasi oggetto che volasse oltre Mach 5, ma oggi è più corretto usare questo termine per quei velivoli/missili che oltre a viaggiare a queste velocità sono anche in grado di manovrare lungo tutti gli assi di volo. Questo perché l’introduzione delle testate plananti ipersoniche – e capaci di manovrare – ha reso necessario distinguere queste ultime dai classici veicoli di rientro, che comunque viaggiano a velocità molto maggiori di Mach 5 ma non sono in grado di effettuare manovre in atmosfera.

In questa gara verso l’ipersonico si sta pensando anche a velivoli veri e propri – pilotati e non – che potrebbero avere sia scopi di ricognizione sia di attacco: in questo senso sappiamo che gli Stati Uniti stanno sviluppando il “Project Mayhem”, ma non è ancora chiaro a che punto del programma siano arrivati. Anche la Cina è in corsa, e recentemente ha reso noto di stare sviluppando un motore per aerei dal regime ipersonico, che potrebbe avere applicazioni sia civili sia militari.

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