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Spesi 20 mln di euro, incassati 246 mila: nel mondo normale un’azienda così chiude subito. E infatti il 29 dicembre scorso (ma la notizia è arrivata solo con la Befana) il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha deciso di non buttare via altri soldi per un’azienda che non produce utili, la “Netflix della cultura italiana” fortemente voluta dall’ex Ministro Dario Franceschini, la piattaforma ITsArt (ma se parla di cultura italiana perché la chiamano in inglese?) che doveva proporre film, serie tv, spettacoli, documentari, musica, di tutto di più e sembrava promettere la magnifiche sorti e progressive. E meno male che all’epoca l’ex Cda Rai Giampaolo Rossi con l‘on. Mollicone in Vigilanza si opposero e non fecero mettere 1 euro dalla nostra tv pubblica. E così dopo 2 anni chiude i battenti, anche lo Stato non mette più benzina: hai voglia a dire, con l’ex “disastro della Cultura” Franceschini (copyright Mario Giordano), di spingere con la promozione, se un prodotto non ha pubblico bisogna farsene una ragione. E allora, nello spirito del legittimo spoils system che se lo fa il PD va bene ma se il centrodestra si azzarda allora dopo di noi il diluvio, ecco che il neo Ministro Sangiuliano mette in liquidazione l’azienda fallita. Se la matematica non è un’opinione e l’Amministratore ha anche da far di conto, i numeri parlano chiaro: 7,5 mln di euro nel 2021 di cui 900mila per il personale (altro che reddito di cittadinanza), per un investimento di 10 mln di euro da parte di Cassa Depositi e Prestiti più 9 mln via Chili. 20 milioni, totale incassi 246 mila euro: un bagno di sangue, Alitalia a confronto era un’azienda florida. Il perché del fallimento si spiega sempre con i numeri: se devo spendere 10 euro per un concerto allora me lo guardo su YouTube, tanto lo trovo anche lì. Idem per i 5 euro da spendere per un film, tanto c’è RaiPlay: ma i manager di Stato e privati che hanno fatto l’impresa dove hanno studiato, a Paperopoli? (tre amministratori delegati in un anno, non un bel segnale). La Netflix della cultura italiana è un fiasco. E non consideriamo del tutto improbabile un intervento della Corte dei Conti.

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