Roma, 25 gen – La situazione attuale nei Balcani, la “polveriera d’Europa”, sembra sull’orlo di scoppiare un’altra volta a causa delle tensioni, ogni giorno più elevate, tra Serbia e Kosovo. La disputa, iniziata la scorsa estate per una legge che imponeva il divieto dell’utilizzo di documenti d’identità e targhe serbe sul territorio della Repubblica del Kosovo, ha registrato un’escalation di prese di posizione che ha contribuito, soffiando su una frattura endemica nella regione che esiste da più di trent’anni, all’odierno braccio di ferro tra i due stati: arrivando fino alle sparatorie e truppe schierate al confine di poche settimane fa.

la Serbia col Kosovo paragonata alla Russia

Nella giornata di ieri, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha ospitato a Roma Vjosa Osmani, presidente della Repubblica del Kosovo, la quale ha buttato benzina sul fuoco dichiarando come “la mentalità egemonica di Belgrado somiglia moltissimo all’approccio che ha la Russia”, sottolineando come sia arrivata l’ora che “i Paesi democratici devono dare a Belgrado un messaggio chiaro: non permetteranno di trascinare la regione sull’orlo d’un altro conflitto. Per questo, è estremamente importante la presenza della Nato”.Sembrerebbe proprio che il presidente del Kosovo stia preparando il terreno in vista dello scoppio di un eventuale conflitto, dipingendo la Serbia come la possibile “nuova Russia”. Secondo Vjosa Osmani, l’assoluta paternità delle tensioni è da attribuire esclusivamente al presidente serbo Aleksandar Vucic, arrivando anche a dire che le proteste della minoranza serba nel territorio nord del Kosovo, siano guidate da gruppi criminali al soldo dello stesso Vucic: la stessa, d’altro canto, ha anche dipinto i terroristi separatisti dell’Uck, il gruppo paramilitare di etnia albanese durante la guerra, come dei “liberatori che fecero una guerra per difesa”.

La Nato in mezzo all’Europa

Il parallelismo della Serbia con la Russia di Putin non serve ad altro che gettare un’ombra di delegittimità alle rivendicazioni dell’etnia serba in Kosovo, dipingendo la Serbia come “male assoluto”. La narrazione unica dei media, schierata a senso unico dalla parte di un narco-Stato in pieno controllo della Nato, non fa che acuire le tensioni. Si prospetta un’ulteriore guerra intestina che non farebbe altro che indebolire ancora di più l’Europa.

Andrea Grieco

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