la-sinistra-si-disturba-se-si-nomina-la-strage-di-acca-larenzia.-polemica-sulla-proposta-di-legge-di-rampelli-–-secolo-d'italia

La sinistra si disturba se si nomina la strage di Acca Larenzia. Polemica sulla proposta di legge di Rampelli – Secolo d'Italia

Una commissione d’inchiesta sulla strage di Acca larenzia e sugli altri luttuosi episodi degli anni di piombo sui quali non si è fatta ancora luce. Lo chiede una pdl di FdI, primo firmatario Fabio Rampelli, che è stata ripresentata in questa legislatura. Dovrebbe essere una richiesta ovvia in un Paese normale ma non in Italia. Infatti Repubblica oggi critica l’iniziativa di Rampelli e altri 19 deputati di FdI. E con quale motivazione? Nella proposta di legge – scrive il quotidiano – non si citano le vittime di sinistra, come Walter Rossi e Valerio Verbano, ma solo quelle di destra, a cominciare dai caduti della strage di Acca Larenzia. 

Cosa dice davvero la pdl di Rampelli e altri deputati di FdI

Ma Repubblica non fa distinzione tra l’articolato della proposta e la relazione introduttiva. E’ in quest’ultima infatti che si cita lungamente la strage di Acca Larenzia mentre la pdl all’articolo 1 recita: “Ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione è istituita una Commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza politica negli anni tra il 1970 e il 1989, di seguito denominata « Commissione », con il compito di: a) accertare le ragioni che hanno impedito l’individuazione dei responsabili dei crimini di violenza politica ancora insoluti; b) ricostruire le vicende storiche e politiche che hanno determinato i crimini di cui alla lettera a) e individuare eventuali connivenze tra gli autori degli stessi crimini e istituzioni e partiti politici; c) svolgere indagini e approfondimenti in merito a possibili nuovi elementi che possano integrare le risultanze delle indagini giudiziarie svolte“.

Sinistra in allarme se si nomina Acca Larenzia

La sinistra si è subito messa in allarme, nel timore di un non meglio identificato “revisionismo” sugli anni di piombo che sarebbe invece salutare perché di quel periodo si sa poco o nulla e una nazione non può certo accontentarsi di una retorica di circostanza. Così si trova una “scusa” per bocciare la Commissione: vuole occuparsi, si dice, solo dei morti di destra. Non è così e non c’è scritto questo nella proposta. Altra cosa è la relazione introduttiva che spiega in modo articolato la “centralità” nel periodo storico preso in esame della strage di Acca Larenzia.

Si cita anche il ritrovamento nel 1988 “in un covo milanese delle Brigate rosse (Br) di una delle armi utilizzate nell’agguato e gli esami balistici svelarono che quella stessa arma era stata utilizzata in altri tre omicidi firmati dalle Br: quello dell’economista Ezio Tarantelli nel 1985, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti nel 1986 e del senatore democristiano Roberto Ruffilli nel 1988”.

Perché quella strage fu centrale in quel contesto storico

Nella relazione si sottolinea anche che “la strage di Acca Larenzia viene oggi ritenuta un momento tra i più tragici della storia italiana, che contribuì a un’ulteriore degenerazione della violenza politica e dell’odio ideologico tra le opposte fazioni estremiste in quegli anni, spingendo molti altri giovani verso posizioni politiche e gesti estremi. Per molti militanti neofascisti le cose cambieranno totalmente dopo quel 7 gennaio 1978 e alcuni hanno dichiarato che proprio dopo gli avvenimenti di quel giorno decisero di intraprendere il percorso della lotta armata”. Lo storico Giorgio Galli, non a caso, avanzò l’ipotesi che l’agguato fosse stato «commissionato » da elementi esterni al terrorismo politico, proprio con la finalità di elevare il livello dello scontro di piazza.

La nazione merita la verità sugli anni di piombo

Non si tratta dunque di privilegiare alcuni delitti rispetto ad altri ma di inquadrare l’intero contesto. Obiettivo che evidentemente è ancora troppo alto per una parte politica ancora ideologizzata e manichea per cercare in maniera disinteressata la verità. L’intento non fazioso della Commissione sarebbe tra l’altro assicurato dal fatto che tutti i gruppi presenti in Parlamento avrebbero un loro rappresentante. Di che cosa dunque ha paura Debora Serracchiani quando parla di scopi diversi da quello di fare luce su una stagione buia della nostra storia? Forse non vuole che si nomini la strage di Acca Larenzia?

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *