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La storia degli innamorati dalla Magna Grecia fino al Nuovo Millennio | CulturaIdentità

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Se dovessimo definire cosa è l’amore nella nostra tradizione potremmo partire dalla distinzione di Empedocle di Agrigento fra eros e discordia. Tanto in natura come fra le società come nell’animo umano operano due forze, eros che collega unisce, fonde, pacifica e discordia che divide separa, contrappone. Partendo da questa distinzione possiamo affermare che vi sono tre tipi di società: pacifica, unita, solidale.
Una è quella della famiglia consanguinea che inizia con genitori figli e porta al clan, alla tribù.
Un’altra forza che crea una società armonica e ordinata porta alla formazione di un culto, di una chiesa, di un partito politico dove i singoli si affratellano. Prima erano estranei e ora diventano fratelli nella fede politica o religiosa. Nella tradizione occidentale vi sono sempre stati numerosi movimenti che sognano di creare di creare istituzioni perfette..
Il terzo modo infine è quello descritto da Hobbes, dove l’unica strada possibile per avere la concordia è cedere il potere a un sovrano, che impone la pace e l’ordine dove regnava la discordia.

Un’altra categoria che ci aiuta a caratterizzare la tradizione occidentale riguarda il rapporto di potere tra maschio e femmina ed è la distinzione tra poligamia e monogamia. La società occidentale ed in particolare quella italica è tendenzialmente monogama. Quella orientale, poligama. L’imperatore della Cina, il Sultano di Costantinopoli o il faraone avevano harem di migliaia di mogli. Cesare ufficialmente una sola. In parallelo c’è il monoteismo divino assoluto contrapposto al politeismo indù. Il Dio di Israele dice: “io sono un dio geloso. Non avrai altro dio all’infuori di me”.

Questi principi li ritroviamo esaminando le grandi tappe dello sviluppo della società occidentale, ma in modo diverso. Cioè in Grecia, a Roma e nel Cristianesimo.

In Grecia troviamo un amore erotico tra i maschi colti. Un tipo di famiglia, invece, monogama, dove le donne sono confinate in casa, ma in compenso le divinità olimpiche, maschi e femmine, hanno una suprema libertà sul piano erotico amoroso e, infine, un culto orgiastico sfrenato, con Dioniso. Una struttura complessa e contraddittoria, ma che trova un equilibrio.

Passando a Roma o meglio alla civiltà italica, troviamo una società contadina guerriera, dove è molto importante il pater familias ma che col diventare impero universale, Roma, si differenzia dal mondo greco, crea enormi spazi di libertà per la donna, l’avventura, la passione, l’ordine urbano.

A questo punto, su questo sistema complesso ed eterogeneo, piomba il cristianesimo che ha, come primo effetto, di togliere di mezzo la schiavitù, l’arbitrio e stabilisce una fratellanza che all’inizio coinvolge anche la donna. Perché il cristianesimo è anche movimento, quindi amore, fratellanza, amore per dio; e a sua volta quello cristiano è un dio di amore, che ama gli uomini. Il tema di dio come amore e come dio da amare (amor che move il sole e l’altre stelle) percorrerà tutta la storia del cristianesimo generando delle comunità monastiche totalmente dedite a Dio e quindi meno agli amori terreni ed erotici.

Dopo la riforma di Gregorio VII il clero cristiano è composto da maschi celibi. Però col crescere del benessere la società lascia spazi alle donne sul piano religioso (sante, veggenti, monache ecc…) ma anche erotico, nella poesia, nel mito. E l’amore come scelta personale, l’amore ribelle, l’amore passione, nel nostro paese appare con la nascita della lingua. Basta ricordare Dante, Cielo D’Alcamo, Lapo Gianni, Petrarca….

La lingua italiana nasce parlando d’amore. E in tutta Europa si diffonde il romanzo d’amore, con Le Roman de la Rose e poi le vicende dei cavalieri: re Artù, Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta. Tragiche, perché l’amore passionale genera adulterio e questo è proibito, va contro il re e conduce a morte gli amanti. Ma ormai la breccia è aperta e, arrivato il Rinascimento, con l’amore individuale passionale, la scelta libera si diffonde sempre di più. Sarà semmai la riforma protestante a fermarla. Mentre il prete cattolico sposa i due giovani che sono scappati di casa perché si amano, Lutero vuole il consenso del padre perché questi matrimoni disperdono i patrimoni familiari.
L’illuminismo torna a chiedere la libertà e si presenta come rovesciamento delle istituzioni. Durante la rivoluzione francese viene affermato il libero amore e nasceranno molte correnti ideologiche che chiedono la libertà e l’uguaglianza sessuale, come Fourier e poi i marxisti.
Dalle ideologie legate alla rivoluzione francese nasce lo stato moderno, con un’attenzione nuova per l’individuo, la gestione della sua salute, tutto ciò che riguarda il corpo balza in primo piano: l’igiene pubblica si interessa al mondo erotico in un’ottica di gestione sociale. Ciò che prima era amore, eros, incantamento, persino lussuria, peccato, diventa parte di una sfera a sé espressa dalla parola tecnica “sessualità” che porterà ai grandi studi di psicopatologia sessuale e confluirà nella psicoanalisi.

L’afflato sentimentale, le grandi passioni però riesplodono, in totale contrasto nella letteratura romantica, dove l’amore è sentimento irrazionale, che sfugge a qualsiasi ragionevolezza e apre agli abissi dell’estasi, della sofferenza, ma anche dell’abiezione e persino della morte. Il Werther diventa un modello, ma il Don Giovanni affascinerà per due secoli e persino Sade, per cui il desiderio è crudele, la sessualità è desiderio di godere dell’annientamento dell’altro. Le relazioni sono pericolose perché nella cecità amorosa ti offri inerme a un seduttore freddo e cinico. Il romanticismo letterario lascia dunque un’impronta ambigua sull’immaginario amoroso.

L’innamoramento che nasce come un atto rivoluzionario volto a spezzare realmente l’ordine costituito, lo stesso amore di Tristano e Isotta, trova un limite nella formazione stessa della coppia che affonda in abissi insondabili. Uno dei due tradisce, è ambiguo o è un freddo seduttore o la tua povertà ti impedisce l’amore. Sull’amore passione continuano a pesare le ingiunzioni sociali ed economiche, che i protagonisti (Bovary o Anna Karenina) spesso non vedono. Nella letteratura ottocentesca non troviamo la coppia innamorata che vive un amore sano e felice che si fa strada nel mondo. Lo troviamo semmai nelle coppie comuni e in quelle reali del movimento risorgimentale, come Garibaldi e Anita e nel movimento socialista.

Si dovrà attendere il xx secolo, per rivedere l’amore sano, per ritrovare la coppia innamorata che si piace, che fonde piacere erotico e affetto amoroso. Non sarà però il romanzo a proseguire per questa strada, ma il mondo del cinema. Soprattutto nel primo trentennio Hollywood ripopolerà l’ immaginario di figure di amore positivo e di saghe familiari. Walt Disney ridà nuova vita al mondo delle fiabe, dei principi e delle principesse che si amano. Ma anche alle famiglie coi bambini (Mary Poppins). Ed è questo cinema che col suo lieto fine che da una impronta ottimista alla cinematografia hollywoodiana.

Dopo la rivoluzione sessuale del sessantotto è emersa una generazione del baby boom più sola, più libera sessualmente ma meno capace di amare e stare in coppia. Tale periodo è caratterizzato da tre temi.

Il primo è il narcisismo (Lasch), è l’esaltazione dell’individuo singolo, il cui eroismo si esprime nella lotta individuale per l’affermazione personale e la conseguente diminuzione di importanza, se non rifiuto dei legami.

Il secondo è un senso di fastidio per i “legami di sangue” per un oscuro significato in cui si percepisce l’ombra del familismo e delle culture retrograde. Se in passato l’individuo apparteneva sempre a una rete di riferimento, oggi deve trovare la centralità in se stesso: i suoi amori, i suoi legami, i suoi amici, passano. Si allentano i legami amorosi, ma anche quelli intergenerazionali. Il neonato viene subito inserito al nido e l’anziano in casa di riposo. Non vi è spazio per chi non è autonomo nella vita pratica della famiglia. Il legame costituisce un vincolo scomodo o insostenibile.

Il terzo tema è il tipo di società tardocapitalistica in cui l’individuo si inserisce che ha come orizzonte il mercato mondiale e finalità suprema il vivere bene. È un tipo di società non solidaristica, che non è fondata su presupposti religiosi, sull’affratellamento tipico dei movimenti. Una società utilitaristica dove conta la convenienza, il mercato, l’edonismo. E dove la legge cerca di porre un limite, una norma morale all’arbitrio assoluto con il continuo legiferare.

Per la cultura occidentale l’amore passionale può nascere solo dalla scelta elettiva individuale di due persone, cioè dall’innamoramento. Ma non c’è uno spazio pronto per accoglierlo.

Il mondo anglosassone ricorre all’espressione romantic love in cui si mescolano significati che pescano ora dalla letteratura romantica, per cui un tipo di amore romantico è anche quello sadomasochistico controllato di 50 sfumature di grigio e la commedia cinematografica sentimentale a lieto fine. La colonizzazione lessicale sta riportando il termine traducendolo amore romantico in Italia – con significati nuovi che non hanno nulla a che vedere con l’origine biblica (il cantico dei cantici), quella classica (eros), cristiana (agape) e neppure con quella cavalleresca (l’amore eroico, di una coppia di innamorati che si oppone al mondo vecchio per costruirne uno nuovo anche a costo della vita).

Anche nell’immaginario cinematografico, dopo aver perso il significato religioso e spirituale, non si è più capaci di descrivere l’innamoramento che porta alla formazione di un amore sano, si perde il significato dell’amore come forza positiva che accompagna la vita umana, che dà senso ai rapporti tra gli esseri umani, non fondato sulla competizione e sull’utilitarismo ma sull’amore esclusivo. Un amore che nasce nell’altro nel cui sguardo io posso riconoscermi ed esistere.

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