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La temuta offensiva russa molto probabilmente è già in atto

In molti tra analisti militari ed esperti di settore ritengono che nelle prossime settimane assisteremo a una nuova offensiva russa in Ucraina “in grande stile”, molto probabilmente nella regione del Donbass oppure nel settore meridionale del fronte, ovvero partendo dai territori occupati degli oblast di Zaporizhzhie e Kherson.

Anche dalle nostre colonne avevamo avanzato questa ipotesi, suffragata da considerazioni climatiche (il gelo invernale, col relativo consolidamento del terreno, permette il passaggio agevole dei mezzi pesanti come i carri armati) e da evidenze tattiche (il lento avanzare delle forze russe nell’area di Bakhmut, e le piccole puntate nel settore meridionale).

Alla luce dell’attuale situazione sul campo di battaglia, però, forse è opportuno rivalutare questa considerazione. Prima di dare una nuova visione di quanto sta accadendo, è opportuno effettuare un’analisi tattica delle operazioni attualmente in corso.

Cosa succede lungo la linea del fronte in Ucraina

Nell’oblast di Luhansk, Svatove rimane un perno critico delle operazioni per entrambe le parti. Nell’ultima settimana non ci sono stati grandi cambiamenti nella linea del fronte a nord di Novovodyane, mentre a sud i russi stanno cercando di riguadagnare terreno da Kreminna verso Yampolivka: il ministero della Difesa russo ha affermato che elementi del distretto militare centrale stanno operando nella direzione di Lyman (area a ovest di Kreminna). Sebbene la spinta offensiva da Kreminna possa fare affidamento su risorse adeguate, le forze russe stanno incontrando difficoltà a sfondare le difese ucraine: lo Stato maggiore ucraino ha riferito che l’esercito di Kiev ha respinto un attacco vicino a Bilohorivka.

Nella regione di Donetsk lo sforzo principale dell’avanzata russa rimane concentrato su Bakhmut, e non è chiaro per quanto tempo le forze ucraine possano continuare a resistere. Unità del Gruppo Wagner insieme a quel che resta delle truppe aviotrasportate russe (VDV) stanno spingendo verso Ivanivske e attaccando lungo la E40 vicino a Orikhovo-Vasylivka (10 chilometri a nord-ovest di Bakhmut) e Dubovo-Vasylivka (5 chilometri a nord-ovest della cittadina). L’esercito russo sta conducendo attacchi limitati nell’area della città di Avdiivka-Donetsk e Kiev riferisce che le forze ucraine hanno respinto attacchi vicino ad Avdiivka, e lungo la periferia occidentale della città di Donetsk vicino a Vodyane, Pervomaiske, Vesele, Krasnohorivka e Marinka. Parallelamente sembra che i russi abbiano ripreso le operazioni di assalto alla periferia di Vuhledar.

Forze ucraine nei pressi di Bakhmut (Foto: EPA/GEORGE IVANCHENKO)

Spostandoci verso occidente, le forze russe hanno condotto un attacco di piccola portata vicino a Novoandriivka, nell’oblast di Zaporizhzhia. Si riporta anche fuoco continuo a ovest di Hulyaipole e negli oblast di Dnepropetrovsk e Kherson. Fonti ucraine hanno riferito anche che l’artiglieria russa ha colpito la città di Kherson e Nikopol, nell’oblast di Dnepropetrovsk. Gli scontri in questo settore si spiegano con la necessità strategica della Russia di spostare il fronte verso nord per mantenere la sicurezza del vitale corridoio terrestre verso la Crimea. Più in generale, nella regione di Kherson le forze russe continuano ad adottare una difesa attiva lungo il fiume Dnepr con l’obiettivo di mantenere il controllo su quella parte del corso d’acqua.

Come è possibile notare da questa disamina, tutto il fronte dall’oblast di Luhansk sino a quello di Zaporizhzhia è in movimento, e l’iniziativa, esaurita la spinta della modesta controffensiva ucraina su Kreminna palesatasi il mese scorso, è saldamente tornata nelle mani dell’esercito russo.

Cosa c’è dietro le operazioni di Mosca

La motivazione di questo “passaggio di consegne” è da ascriversi allo sbilanciamento delle dotazioni delle due parti: l’esercito ucraino, durante le controffensive estive su Kharkiv e Kherson, ha consumato le sue riserve di mezzi corazzati, uomini ma soprattutto dei fondamentali carri armati, che nonostante siano ritenuti da alcuni uno strumento obsoleto, hanno dimostrato ancora una volta la loro centralità in un conflitto simmetrico (o semi-simmetrico come quello ucraino).

Se, almeno dal punto di vista degli APC (Armoured Personnel Carrier) e IFV (Infantry Fighting Vehicle), l’Ucraina può contare su un flusso più o meno costante di nuovi mezzi proveniente dall’Occidente, così non è per i fondamentali MBT (Main Battle Tank), e difatti alcuni Paesi della NATO hanno deciso di superare una “linea rossa” e inviarli a Kiev. Come già detto, i carri armati di fabbricazione occidentale, siano essi i moderni Abrams, Leopard 2, Challenger 2 o i più vetusti Leopard 1, vedranno il campo di battaglia tra mesi: addirittura per gli Abrams si parla del prossimo autunno.

Pertanto in questo momento, considerando la nuova mobilitazione russa e l’afflusso di mezzi di seconda e financo terza linea prelevati dai depositi ereditati dai tempi dell’URSS, Mosca ha le maggiori probabilità di logorare l’esercito ucraino con manovre offensive nel quadro di una guerra d’attrito.

La possibilità di vedere un’offensiva “in grande stile” da parte russa, pari a quella che ha aperto il conflitto, è però molto scarsa, quasi inesistente, e questo per via della nuova capacità ucraina di poter colpire in profondità le linee russe.

Un ‘Krab’ ucraino vicino a Bakhmut, (Foto: EPA/GEORGE IVANCHENKO)

Cosa è cambiato in un anno di guerra

Infatti, l’arrivo di un numero consistente di sistemi di artiglieria come gli M-270 ma soprattutto gli M-142 HIMARS, questi ultimi capaci di una gittata di 70 chilometri grazie al munizionamento guidato a razzo tipo M-30 e 31, ha costretto lo Stato maggiore russo a disperdere i centri logistici nelle retrovie, diminuendone notevolmente le dimensioni, e ad allungare le linee di rifornimento oltre la portata di questi sistemi per mettere in sicurezza i propri magazzini più grandi e le zone di concentramento di truppe e mezzi.

Questo implica il non poter ammassare a ridosso del fronte forze consistenti in grado di effettuare un’offensiva massiccia, e la lunghezza stessa delle linee, unita alla possibilità di essere bersagliate dall’artiglieria a razzo nemica, sconsiglia vivamente lo sviluppo di una singola operazione utilizzante un grande numero di assetti e personale.

Pertanto, date queste considerazioni, possiamo affermare che quanto stiamo osservando rappresenti già, con ogni probabilità, la tanto temuta nuova offensiva russa, anche in considerazione che molto difficilmente lo Stato maggiore russo effettuerà una nuova azione da nord, partendo dalla Bielorussia o dagli oblast di Kursk e Belgorod, per non disperdere le forze (ancora esigue per un’operazione complessa come questa) e soprattutto perché è più utile minacciare questa possibilità per costringere gli ucraini a mantenere in quei settori un presidio di forze che sarebbero più utili altrove.

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