Roma, 30 mar – Domenica 2 aprile si vota in Finlandia. Saranno elezioni cruciali per il rinnovo del Parlamento, composto da una sola camera. Occhi puntati, inutile dirlo, sull’ormai celebre primo ministro Sanna Marin. Verrà riconfermata? Oppure ha poche speranze di riaffermare la sua leadership nel Paese scandinavo? Stando ai sondaggi, il premier rischia e non poco. Si annuncia infatti una sfida a tre. In testa è dato il 53enne Petteri Orpo, ex ministro delle Finanze e attuale leader del Partito di Coalizione nazionale (centrista). Le ultime proiezioni lo collocano al 19,8%. Di pochissimo sopra la socialdemocratica Marin, al 19,2% e a pari merito con la vera sorpresa: la 45enne Riikka Purra, alla guida del partito “Finlandesi”, già “Veri Finlandesi”, che un moderatissimo Corriere della Sera definisce “un misto di ‘forconi’ e fasci di combattimento”. La sovranista Purra è in ascesa e domenica a Helsinki potremmo rivivere quanto accaduto lo scorso settembre a Stoccolma, quando alle elezioni politiche i nazionalisti Democratici Svedesi superarono i socialdemocratici. Assisteremmo insomma a un secondo sorpasso storico in terra scandinava. E’ possibile che all’orizzonte vi sia un’alleanza tra centristi e sovranisti che manderebbe all’opposizione il partito di Sanna Marin.

“La situazione è la stessa di tante altre volte: la sinistra grida che i cattivi stanno tagliando miliardi dai sussidi e minando i servizi. A destra, invece, si grida che i fifoni non tagliano abbastanza. Siamo quindi l’alternativa giusta anche per questo motivo, in questi tempi di turbolenza?”. La biondissima Riikka Purra cinguetta così su Twitter, presentandosi come una sorta di terza via, oltre la destra e la sinistra. Ma in sostanza, qual è la sua linea politica? Fortemente contraria all’immigrazione, e in particolare ai sussidi concessi agli immigrati, prende di mira in toto il “modello di integrazione” attuato dal governo di Helsinki e vorrebbe sigillare le frontiere.

Euroscettica ma non troppo, il suo partito che non ha aderito alla campagna “Fixit” – sulla falsa riga della britannica Brexit – per l’uscita della Finlandia dall’Unione europea. Al centro dell’agenda mette l’orgoglio nazionale e una rigida opposizione a quello che considera “imperialismo russo” alle porte. Relativamente all’adesione del suo Paese alla Nato, non cambierebbe molto chiunque vinca le elezioni, perché anche la Purra è favorevole. Al contempo è schierata apertamente con l’Ucraina, senza particolari tentennamenti segnalabili.

Eugenio Palazzini

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