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Mafia Gargano, imposto il 41bis (carcere duro) a La Torre “il figlio del poliziotto”. Ora rischiano i suoi capi – l'Immediato

41 bis, carcere duro, per Pietro La Torre detto “U’ Muntaner” o “Pierino u’ figlie du poliziott”, elemento di spicco del clan mafioso garganico Lombardi-Scirpoli. L’uomo, 40enne di Manfredonia, parente del boss defunto Pasquale Ricucci alias “Fic secc”, venne arrestato il 14 aprile 2020 in un casolare di Apricena mentre era in corso un summit con il suo capo, il mattinatese Francesco Scirpoli detto “Il lungo” ed altri membri di rilievo dell’organizzazione tra cui Michele Lombardi, 31enne figlio del boss Matteo e Angelo Bonsanto, 33enne di San Severo al soldo dei garganici e degli alleati foggiani Moretti. Nel casolare anche Raffaele “Lele” Russo, Antonio Radatti, Antonio “U’ sclien” Renzulli e Pietro De Lia.

Al momento del blitz, La Torre era latitante da oltre un anno mentre Scirpoli e Bonsanto erano ricercati dal 9 marzo precedente quando fuggirono dal carcere di Foggia durante una maxi evasione.

Poi, a dicembre 2021, il clan Lombardi-Scirpoli fu colpito pesantemente dall’operazione antimafia “Omnia Nostra” sfociata in due filoni processuali, uno in corso con rito abbreviato davanti al gup di Bari, l’altro presso il Tribunale di Foggia. Tra gli imputati lo stesso La Torre, i boss Matteo Lombardi e Francesco Scirpoli, picciotti, colletti bianchi e politici compiacenti.

Pochi giorni fa è giunta la decisione di aggravare la misura restrittiva nei confronti di La Torre, finito al 41 bis anche al fine di ostacolare qualsiasi comunicazione con le organizzazioni criminali operanti all’esterno. In “Omnia Nostra” l’uomo è definito “organizzatore dell’associazione mafiosa, con funzioni di raccordo tra i vertici e le diverse articolazioni territoriali del sodalizio e di coordinamento delle attività svolte dal sodalizio”. È inoltre ritenuto uno dei mandanti, insieme a Lombardi e a Marco Raduano, capo del clan per la frangia criminale di Vieste, del tentato omicidio di Giovanni Caterino, basista della strage di San Marco in Lamis scampato alla morte il 18 febbraio 2018. 

Ed ora che lo Stato ha imposto il carcere duro per La Torre, cosa succederà ai suoi capi? Riceveranno lo stesso trattamento? Il pensiero va subito a Scirpoli che, stando alle carte di “Omnia Nostra”, era persino in grado di ottenere soffiate da pezzi deviati dello Stato su arresti, sequestri o perquisizioni.

Proprio parlando con La Torre e con l’altro sodale Francesco Pio Gentile, ucciso nel 2019 a Mattinata, Scirpoli spiegava che forse il suo contatto, tale “Matteo” il poliziotto, presumibilmente del commissariato di Manfredonia, non sapeva nulla di una perquisizione alla quale erano stati sottoposti.
La Torre: “Non sapevano niente che dovevano venire?”. Gentile: “Non sapevano niente? Come adesso non ci avvisano più? Però quando vengono per i caciocavalli e così da quello se li vanno a prendere, è tutto a posto…”.
Poi Scirpoli: “Mo ho portato un poco di pesce a Matteo…“. Gentile: “Hai portato?”. Scirpoli: “Si uì, quando è che…”. Gentile: “Eh, hai visto le schifezze che fa vedi?”. Scirpoli: “Avvisami quando… ma non è per qualche cosa, non ho niente da nascondere, però hai capito? Magari faccio andare a mia moglie, non è per qualche cosa…”. Gentile: “Vabbé può essere pure che non ti ha avvisato perché era una perquisizione, sennò quello ti avvisava se era un arresto“. Scirpoli: “No non sapeva niente Fra… Manfredonia non sapeva niente sennò io lo sapevo tu lo sai, quello me lo dice a me… Matteo è un uomo… ora quando è, è…“.

Sempre Scirpoli sarebbe tra i maggiori artefici dell’alleanza con Raduano, il boss di Vieste scappato oltre un mese fa dal carcere di Nuoro. Nel 2018 Scirpoli incontrò Raduano a Mattinata mentre quest’ultimo era ricercato oltre che gravato da misure restrittive. Sono sempre le carte giudiziarie, in questo caso un rapporto dei carabinieri, a raccontare la vicenda.

Raduano, sottoposto a sorveglianza speciale, incontrò “Il lungo” per motivi ignoti. All’atto del controllo da parte dei “Cacciatori di Puglia”, il viestano riuscì a dileguarsi mentre Scirpoli venne sottoposto a perquisizione. Nel cruscotto della sua auto i militari trovarono un rilevatore di frequenze utile a intercettare l’eventuale presenza di dispositivi di captazione di conversazioni. Fu proprio in quel periodo che si potenziò l’asse tra manfredoniani, mattinatesi e viestani. (In foto, a sinistra, La Torre; a destra, Scirpoli, Lombardi e Raduano)

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