16 Gen 2023 11:07 – di Federica Parbuoni
Una telefonata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Teo Luzi: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è voluto congratulare personalmente per l’arresto del boss Matteo Messina Denaro, avvenuto stamattina in una clinica di Palermo, dove si trovava in cura per un tumore con il nome di Andrea Bonafede. Un gesto, quello del presidente della Repubblica, che sottolinea la portata dell’operazione, che ha messo fine a 30 anni di latitanza e che è stata salutata da tutta la politica come una grande vittoria dello Stato sulla mafia. «È una bellissima notizia per la nostra Nazione», ha commentato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, soffermandosi sul fatto che «all’indomani dell’anniversario dell’arresto del capo dei capi Totò Riina, magistratura e Forze dell’ordine hanno inferto oggi un altro colpo durissimo alla criminalità organizzata». Per il generale il generale Mario Mori, che era ai vertici dei carabinieri del Ros proprio quando venne arrestato Riina, con l’arresto di Messina Denaro «si chiude un’epoca, per quanto riguarda la mafia operativa organizzata, strutturata».
La soddisfazione della politica: «Una giornata meravigliosa per l’Italia»
«Bene così, la lotta alla mafia non conosca tregua», ha aggiunto La Russa. Di «una giornata meravigliosa per l’Italia» e «di riscatto per la Sicilia» ha parlato poi Nello Musumeci. «Vince lo Stato!», ha aggiunto il ministro per la Protezione civile e il Mare, ricordando a sua volta la ricorrenza dell’arresto di Riina e complimentandosi con i carabinieri. Un ringraziamento a tutti coloro «che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia», a partire da carabinieri e magistratura, è arrivato anche dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, così come da tutto il governo e dagli esponenti di ogni partito. «Lo Stato è sempre più forte della criminalità organizzata», ha commentato anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro.
Il generale Mori: con l’arresto di Messina Denaro «si chiude un’epoca, Cosa nostra non c’è più»
Per Mori, con l’arresto di Messina Denaro, «si chiude un’epoca, per quanto riguarda la mafia operativa organizzata, strutturata». «Non esiste più un tessuto connettivo che lega le varie famiglie. Adesso è rimasta qualche area “infestata” dalla cultura mafiosa, ma non c’è più Cosa nostra», ha spiegato il generale, ricordando che «Totò Riina da me è stato arrestato in 5 mesi, senza pensare ai superiori, ai magistrati, ai condizionamenti. Ci voleva un gruppo di venti persone che dovevano fare solo quello. E allora quando ti metti a cercare il latitante, ci vorranno cinque mesi, un anno e mezzo, ma lo prendi». Per Mori, intervistato dall’agenzia di stampa Adnkronos, «trent’anni è ingiustificato, è la dimostrazione che il sistema di polizia italiano è falloso». «Meno stati maggiori, alti consensi direttivi, più tecnica e specializzazione», è stata quindi l’esortazione del generale, il quale ha concluso spiegando di essere «contento perché è stato preso, perché lo ha preso il Ros, perché lo ha preso Angelosanto e quindi va tutto bene».