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Morte di Davide Piampiano, il 17 febbraio l'udienza del Riesame per l'eventuale scarcerazione di Piero Fabbri

Intanto la famiglia del giovane 24enne chiede una perizia balistica per stabilire distanza e traiettoria del colpo di fucile

10 Febbraio 2023 Cronaca 129

Morte di Davide Piampiano, il 17 febbraio l’udienza del Riesame per l’eventuale scarcerazione di Piero Fabbri

Fissata per il 17 febbraio al tribunale del riesame di Perugia l’udienza per l’eventuale revoca della carcerazione. Un’udienza richiesta da Piero Fabbri, il muratore 56enne assisano accusato della morte di Davide Piampiano per un colpo sparato dal suo fucile di aver poi depistato le indagini.

Come noto l’uomo si sarebbe detto disposto ad accompagnare gli inquirenti nei boschi del monte Subasio “per spiegare loro cosa è accaduto” e mostrare che non intendeva salvarsi la vita né ostacolare i soccorsi. L’incidente probatorio da svolgersi sul luogo del delitto è, per l’avvocato, “necessario per procedere alla ricostruzione dell’effettiva dinamica dell’accaduto”, tra l’altro per permettere di verificare l’esatta posizione del muratore al momento dell’esplosione del colpo fatale (nota solo al 56enne) e quindi di ritrovare il bossolo che, per gli inquirenti, Piero Fabbri avrebbe nascosto o buttato, mentre per Maori non è stato trovato in quando, non capendo da dove sia partito il colpo, non è stato cercato nel luogo giusto.

Qualche giorno fa è invece tornata a farsi sentire la famiglia, chiedendo una perizia balistica per stabilire con precisione la distanza e la traiettoria del colpo di fucile che ha causato la morte di Davide Piampiano. La richiesta è stata avanzata alla Procura della Repubblica di Firenze dove si l’inchiesta è stata trasferita visto che la mamma del giovane è giudice onorario a Spoleto. “La ricostruzione del delitto deve avvenire con dati certi, non con le storie che racconta l’indagato – dice l’avvocato Franco Matarangolo al Messaggero Umbria – per giorni Piero Fabbri è andato avanti nel raccontare la solita storiella. Aveva iniziato a raccontarla anche al giudice durante l’interrogatorio di garanzia ma ha dovuto cambiare atteggiamento e contenuti quando il magistrato gli ha mostrato il video dell’assassinio registrato in diretta dalla GoPro del povero Davide”.

E per quanto riguarda l’eventuale derubricazione del dolo eventuale, l’avvocato Matarangolo è convinto che l’indagato abbia “accettato il rischio esplodendo il colpo di fucile alla sagoma in movimento. Davide era alto 1,84 metri, Fabbri sostiene di averlo scambiato per un cinghiale… Ma come? Nel bosco c’è un amico, al quale stai andando incontro per aiutarlo, e spari un colpo di fucile calibro 12? È riprovevole dal punto di vista morale il comportamento di Fabbri che non ha chiamato i soccorsi e, anzi, ha alterato la scena del crimine per allontanare da sé ogni sospetto“.

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