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Muore a 15 anni a un festa in casa di amici, il papà di Edoardo: “Non è colpa di nessuno, la boxe era solo un gioco” – Il Riformista

Smentita la cardiopatia dell’adolescente

Fabio Calcagni — 27 Marzo 2023

Muore a 15 anni a un festa in casa di amici, il papà di Edoardo: “Non è colpa di nessuno, la boxe era solo un gioco”

Restano tutte da chiarire le circostanze della morte di Edoardo Addezio, il 15enne di Genova morto nell’appartamento di un amico nel quartiere Castelletto, zona residenziale sopra il centro di Genova. Lì sabato sera Edoardo e altri 15 amici si erano ritrovati per stare assieme in assenza di adulti e, stando ad una prima ricostruzione ancora in fase di verifica, avrebbero improvvisato un mini torneo di boxe dopo aver trovato dei guanti da pugilato.

Verso le 22:30 di sabato Edoardo è crollato a terra dopo il finto incontro di pugilato con un amico, simulano i colpi senza realmente “affondare”, gli amici hanno allertato i soccorsi ancora sconvolti, ma il 15enne non ha più ripreso conoscenza: quando il padre del 15enne è arrivato nell’abitazione dell’amico che ospitava tutta la compagnia, i paramedici stavano ancora provando a rianimare Edoardo, salvo poi doverne dichiarare il decesso.

Sulla vicenda indagano ora i carabinieri, coordinati dalla Procura per i minorenni di Genova, con i magistrati che già sabato notte hanno ascoltato i ragazzi e i genitori fino quasi all’alba. Dalle verifiche condotte finora non sono emerse tracce di droga nell’appartamento, mentre di alcol ce n’era ma in quantità minime, giusto qualche bottiglia di birra trovata vuota.

Il padre di Edoardo, Enrico Addezio, dalle pagine de La Stampa assolve gli amici del figlio e soprattutto nega che il ragazzo fosse cardiopatico, come in un primo momento era emerso. “Non lo so, è possibile. Mi hanno detto che sono stati trovati i guantoni. Magari stavano giocando. Io, ripeto, penso sia capitato un incidente, del quale nessuno ha colpa. Non credo proprio che qualcuno avesse bevuto”, ha spiegato il genitore.

I compagni che erano nell’appartamento co figlio “sono i suoi amici storici. Non solo i compagni di scuola, ma legati dai medesimi interessi e frequentano istituti vicini. Provo una compassione enorme nei confronti di questi giovani. Proprio perché non c’è un responsabile di quanto avvenuto, non mi va di addentrarmi nei dettagli della dinamica. Di sicuro non è stata una situazione di conflitto. Non auguro a nessuno di affrontare una cosa simile. Indagare oltre non serve”.

Quanto alla cardiopatia, Addezio spiega che il figlio 15enen era stato operato al Gaslini per una malformazione quando era piccolo. E non poteva praticare attività agonistica: “Ma per una questione burocratica, come mi hanno detto i medici. Ma ha sempre fatto tutto quello che desiderava. Giocava a tennis e a calcetto. Nuotava e andava a sciare. Faceva le sue visite ed era sottoposto a controlli costanti”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

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